20 settembre 2022 | L’ONU SI PRONUNCIA SULLA QUESTIONE PFAS. AL VENETO INQUINATO DEDICATO UN INTERO CAPITOLO: OMISSIONI DELLE AUTORITÀ REGIONALI. STOP PFAS A LIVELLO EUROPEO E MONDIALE. UNA LOTTA DIVENUTA INTERNAZIONALE

di Comitato di Redazione

Vogliamo iniziare con questa “consegna di immaginario” (v. nota in calce), il giorno che la questione PFAS sarà portata davanti all’Human Rights Council dell’ONU, con delegati da tutto il mondo (3 / 6 pm diretta). Vogliamo iniziare da una delle vette più alte e difficili del mondo, il Nanga Parbat (8126 m), in Himalaya del Pakistan. Gigante salito quest’anno da Cesar Rosales Chinchay, alpinista peruviano, durante la “spedizione internazionale” guidata da Alberto Peruffo, ideatore di PFAS.land e promotore della Missione ONU in Veneto, coordinata con tutte le diverse anime del Movimento No Pfas. La lettera a Marcos Orellana partì proprio un anno fa dalla Sardegna – tanto per fare un’altra connessione del fluoro (v. Chemical Bros in Galleria Immagini) – da Villanovaforru dove anche quest’anno, in questi stessi giorni, si sta svolgendo il Life After Oil festival, una rassegna culturale di ecologia radicale e attivismo frontale, di alto valore civile. A siglare quella lettera – che tanto ha generato, il report che leggerete compreso – PFAS.land e le Mamme No Pfas, in quei giorni ospiti del Festival, diretto da Massimiliano Mazzotta, regista del docufilm citato, appena visto a Vicenza al Teatro San Marco. Le connessioni internazionali del fluoro, che stanno generando crimini ambientali, sono evidenti. Veneto, Sardegna, Piemonte, Olanda, Belgio, Europa, Stati Uniti, India.

Non ci sono oramai più dubbi a livello mondiale. I Pfas vanno fermati. Su tutti i fronti si stanno cercando le alternative scientifiche e i percorsi politici. La Commissione Europea in questi giorni ha proposto un’importante approfondimento sugli alimenti (Raccomandazione 2022/1431 del 22 agosto 2022). L’Epa statunitense si è pronunciata categoricamente per bloccare subito l’autorizzazione di alcuni Pfas di largo uso nei pesticidi (v. qui). Il Report dell’Onu, che sotto riportiamo con la nostra traduzione ufficiale per quanto riguarda il Veneto, è una pietra miliare per la dismissione totale di queste pericolosissime sostanze. Ma è anche una pietra tombale per le autorità politiche – in primis la Regione Veneto – che non hanno protetto la popolazione come si doveva e poteva, scegliendo il profitto ad ogni costo al posto della salute, avvicinandosi sempre di più al confine del crimine ambientale consapevole, responsabile e doloso. A breve istruiremo nuove pratiche giuridiche contro i corresponsabili di ciò che riteniamo essere un avvelenamento di massa, gravemente recidivo, sul lungo termine, dopo la chiusura della Miteni.

Ricordiamo che la Regione Veneto con la Deliberazione del 22 marzo 2017, firmata dalla Giunta Zaia, si “obbligava” ad agire d’urgenza per bonificare l’area della Miteni. Dei 7000 o 700 carotaggi annunciati alla televisione da Zaia, in presenza dell’Assessore regionale Bottacin e del Sindaco Faccio di Trissino, neppure l’ombra. Ricordiamo che ancora oggi la Regione Veneto non consegna in modo trasparente i dati sugli alimenti (gli ultimi solo sotto ingiunzione del TAR) e vieta le analisi a tutti i cittadini delle zone contaminate, nonostante la nostra diffida formale (in allegato la risposta della Regione a cui seguirà nostra denuncia). Di tutto ciò noi serbiamo memoria.

Ora questa memoria, avvalorata dall’indagine Onu, la porteremo davanti ai tribunali. Sia quelli popolari – il popolo informato – sia quelli formali – Corte Europea dei Diritti dell’Uomo e una nuova speciale Procura Nazionale che chiederemo al Parlamento italiano di istituire per accertare le corresponsabilità di questa enorme, attuale, ancora in corso, contaminazione. La quale, tolta dalle acque, sembra essere stata spostata in aria, come accade a Legnago e in altre zone a rischio inceneritori, senza effettivi controlli, secondo quanto emerge dalle prime relazioni tra Noe e Arpav. Non solo, dismessa la Miteni, il focus della lotta va ora portato nei luoghi dove è stata spostata la produzione: Spinetta Marengo e Bombay. La prima delle quali già sotto l’attenzione delle Nazioni Unite nel report che leggerete. La seconda seguita dal gruppo di registi d’assalto del Life After Oil Festival pronti ad imbarcarsi per l’India nei prossimi giorni.
Buona lettura.
Comitato di Redazione di PFAS.land

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Estratto del Documento A/HRC/51/35/Add.2
presentato al PALAZZO DELLE NAZIONI – Ginevra
il 20 settembre 2022

A/HRC/51/35/Add.2
Visit to Italy – Report of the Special Rapporteur on the implications for human rights of the environmentally sound management and disposal of hazardous substances and wastes >> https://pfasland.files.wordpress.com/2022/09/g2240546-onu-veneto-2022_pfasland.pdf

VENETO 

27. Il Relatore Speciale è seriamente preoccupato dall’ordine di grandezza dell’inquinamento da sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche – note anche come “forever chemicals” [sostanze chimiche eterne, n.d.t.], perché sono persistenti e non si degradano nell’ambiente – in alcune aree del Veneto.

27. The Special Rapporteur is seriously concerned by the magnitude of the pollution with perfluoroalkyl and polyfluoroalkyl substances – also known as “forever chemicals” because they persist and do not degrade in the environment – in certain areas of the Veneto Region. 

Più di 300.000 persone in Veneto sono interessate dalla contaminazione dell’acqua, compresa l’acqua potabile, dovuta a queste sostanze chimiche. I residenti delle aree contaminate sono affetti da gravi patologie fra le quali infertilità, aborti spontanei e diverse forme di tumore. La portata umana del problema è stata illustrata da una delle madri incontrate durante la missione ONU che ha chiesto: “Riuscite a immaginare cosa può significare per una madre rendersi conto di aver avvelenato i propri figli attraverso il latte materno?”

More than 300,000 people in the region have been impacted by water contamination with these chemicals, including drinking water. Residents in the area have suffered serious health problems, such as infertility, miscarriages and several forms of tumours, among others. The human dimension of the problem was illustrated by one of the mothers met during the visit, who asked, “Can you imagine what it means for a mother to realize she has poisoned her children through her own breast milk?” 

28. Per parecchi decenni l’azienda chimica Miteni ha prodotto sostanze perfluoroalchiliche e polifuoroalchiliche a Trissino (Vicenza) rilasciando i reflui senza adeguati controlli, inquinando – in tal modo – le acque di superficie, le acque sotterranee (acque di falda) e la catena alimentare. Questo inquinamento ha interessato zone comprese nelle province di Verona, Vicenza e Padova. Nonostante i responsabili dell’azienda sembrassero essere al corrente del rilascio dei reflui e del conseguente inquinamento, non hanno fornito dispositivi di protezione adeguati ai loro dipendenti, né hanno divulgato informazioni – ai propri dipendenti o alla collettività – sulla gravità della contaminazione. In base alle informazioni raccolte, la contaminazione si è verificata principalmente nelle acque di falda in un’area vasta più di 200 km2. Ad oggi non è ancora stata condotta alcuna forma di bonifica delle aree maggiormente colpite, sebbene la Miteni abbia cessato la produzione nel 2018 e la bonifica venga richiesta già dal 2016.

28. For several decades, the chemical company Miteni produced perfluoroalkyl and polyfluoroalkyl substances in Trissino (Vicenza) and released its wastes without adequate controls, polluting surface waters, underground waters and the food chain, affecting areas of Verona, Vicenza and Padua. While those in charge of the company seemed to be aware of the waste releases and resulting pollution, they did not offer adequate protection measures to their workers, nor did they disclose information about the gravity of the pollution to them or to the public. According to information received, the contamination occurred mainly in groundwaters in an area of over 200 square kilometres. To date, no effective site remediation has been carried out in the most affected areas, even though Miteni’s production ceased in 2018 and remediation has been requested since 2016. 

29. Nel 2013 il Consiglio Nazionale Ricerche (CNR) italiano ha informato le autorità regionali della presenza di sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche. Le autorità regionali del Veneto hanno intrapreso una serie di azioni, quali l’installazione di filtri al carbone attivo per purificare l’acqua delle aree più inquinate e la denuncia del caso al pubblico ministero. Tuttavia, in base alle testimonianze raccolte, anche dopo l’installazione dei filtri a carbone attivo [la quale, secondo foto satellitari storiche risale a molto prima del 2013, n.d.r.] le sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche non sono state rimosse in modo completo. Nel corso del tempo, sono state intraprese altre misure, tra le quali l’aver stabilito dei limiti per il rilascio di sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche da parte delle aziende che le utilizzano, come pure l’aver investito in un sistema acquedottistico che porti acqua incontaminata nell’area.

29. In 2013, the National Research Council of Italy informed regional authorities about the presence of perfluoroalkyl and polyfluoroalkyl substances. The regional authorities of Veneto took a series of actions, such as installing carbon filters to purify drinking water in the most polluted areas and reporting the case to the prosecutor’s office. However, according to testimonies received, even after the installation of activated carbon filters, perfluoroalkyl and polyfluoroalkyl substances were not fully filtered out. In time, other measures included establishing limits on the discharge of perfluoroalkyl and polyfluoroalkyl substances for companies using them, as well as investing in a system of public works to bring uncontaminated water to the area.

30. Nonostante abbiano intrapreso queste misure, le autorità hanno omesso di avvisare i residenti delle aree interessate e di diffondere informazioni sull’inquinamento e sui rischi che le sostanze perfluoroalchiliche e polifuoroalchiliche rappresentano per la salute dei residenti. Inoltre, hanno omesso di richiedere o di condurre indagini dettagliate delle aree contaminate. Alcuni residenti hanno appreso del problema della contaminazione nel 2016-2017, quando la Regione ha dato avvio a un piano di sorveglianza sanitaria rivolto alla popolazione esposta alle sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche nell’area rossa (critica). Tuttavia, non tutti coloro che sono stati esposti sono stati in grado di determinare la concentrazione di queste sostanze nel loro sangue, dal momento che solo i residenti nell’area rossa (critica) nati fra il 1951 e il 2014 hanno accesso allo screening. Anche i residenti nelle aree adiacenti (“arancione” e “gialla”) sono esclusi dagli screening [analisi del sangue, n.d.r.].

30. Despite taking these measures, the authorities failed to warn the residents of the affected areas and to disseminate information about the pollution and the risks to residents’ health posed by perfluoroalkyl and polyfluoroalkyl substances. Furthermore, they have failed to request or conduct extensive investigations of the contaminated areas. Some residents learned about the toxic contamination problem in 2016–2017, when the region initiated a health surveillance plan for the population exposed to perfluoroalkyl and polyfluoroalkyl substances in the critical red area. However, not everybody who was exposed has been able to determine the concentration of these substances in their blood, as only residents in the critical red area born between 1951 and 2014 have access to screening. Residents in nearby (“orange” and “yellow”) areas are also excluded from screenings. 

31. In base alle testimonianze ricevute, le informazioni sulla contaminazione alimentare non sono state rese immediatamente disponibili alle comunità potenzialmente colpite e sembra che le autorità dal 2017 non abbiano più condotto ulteriori analisi dei prodotti alimentari provenienti dalle aree maggiormente inquinate del Veneto [ricordiamo che le ultime analisi sono stare rilasciate sotto ingiunzione del TAR, e mostrano una dominanza di prelievo nella zona Rossa B (acquedotti) e non A, quella contaminata nella falda, rendendole di fatto manipolate alla percezione del rischio, n.d.r.]. Infatti, nel novembre 2021 il governo regionale ha respinto una proposta di estendere al pubblico (alla collettività) iniziative volte a una maggiore diffusione di conoscenza e consapevolezza delle questioni ambientali legate alle sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche, con particolare riferimento alla loro presenza nel cibo (nei prodotti alimentari).

31. According to testimonies received, information on contaminated food has not been made readily available to the potentially affected communities, and it appears that the authorities have not carried out further analysis of food products coming from the most polluted areas of the Veneto Region since 2017. In fact, in November 2021, the regional government rejected a proposal to extend initiatives aimed at disseminating a greater knowledge and awareness of environmental issues linked to perfluoroalkyl and polyfluoroalkyl substances, in particular with reference to their spread in food, among the public. 

32. Studi (ricerche) condotte da organizzazioni di cittadini nel 2017 hanno dimostrato il persistere della presenza di sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche nell’acqua potabile, anche nelle scuole. Gli studi stimano che più di 800.000 cittadini siano stati esposti a queste sostanze chimiche presenti nell’acqua potabile.

32. Studies carried out by civil society organizations in 2017 continued to show the presence of perfluoroalkyl and polyfluoroalkyl substances in drinking water, including in schools. The studies estimated that over 800,000 citizens were exposed to these chemicals in drinking water.

33. In base alle informazioni raccolte, nonostante gli studi sugli effetti materni e neonatali che mostrano un aumento di problemi di salute in gravidanza (nelle donne gravide) nelle aree maggiormente esposte alle sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche, non sono stati condotti studi di followup per valutare lo stato di salute degli individui potenzialmente colpiti. Inoltre, non ci sono screening di routine pre-gravidanza per determinare l’esposizione alle sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche nei comuni interessati (nelle aree contaminate).

33. According to information received, while there have been studies on maternal and neonatal effects that show an increase in pregnancy-related health problems in areas of highest perfluoroalkyl and polyfluoroalkyl substances exposure, there have been no followup studies to assess the health status of potentially affected individuals. There are also no routine pre-pregnancy screenings to determine exposure to perfluoroalkyl and polyfluoroalkyl substances in the affected municipalities. 

34. Il Relatore Speciale prende nota del fatto che il tribunale di Vicenza ha dato inizio a un processo penale per reati ambientali condotto contro 15 imputati coinvolti nelle decisioni (operazioni) della Miteni. Prende, inoltre, nota del fatto che molti soggetti si sono costituite parte civile nel processo. 

34. The Special Rapporteur notes that the Vicenza tribunal has started to hear a criminal case for environmental offenses against 15 defendants involved in the Miteni operations. He also notes that a number of civil parties have joined the proceedings. 

35. Tuttavia, il Relatore Speciale vorrebbe sottolineare il fatto che l’inquinamento da sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche non è limitato alle attività dello stabilimento Miteni, ma è anche il risultato delle attività di aziende di piccole e medie dimensioni che operano all’interno e al di fuori della regione. Tali aziende, fra cui aziende tessili e conciarie, usano queste sostanze nei loro processi produttivi e le scaricano in acque contaminate.

35. The Special Rapporteur would, however, like to underline that perfluoroalkyl and polyfluoroalkyl substances pollution is not restricted to the activities of the Miteni plant. It also results from the operations of small and medium-sized companies within and beyond the region that use these substances in their production processes and discharge them in contaminated water, including the textile and leather industries. 

36. Egli vorrebbe anche sottolineare il fatto che l’inquinamento dovuto alle sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche non si limita a interessare solo la regione Veneto. Fra le aree interessate dalla contaminazione di sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche, una di quelle colpite è il corso del principale fiume italiano, la valle del Po. Il Relatore Speciale è particolarmente preoccupato dalla produzione tuttora in corso di sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche da parte dell’azienda Solvay a Spinetta Marengo, Alessandria, in Piemonte. Questo tipo di produzione potrebbe causare un disastro ambientale simile a quello subito dalle comunità colpite del Veneto nel caso si verificassero incidenti o rilasci di sostanze perfluoroalchiliche o polifluoroalchiliche nelle acque locali. Oltre a questi contaminanti, desta particolare preoccupazione la contaminazione storica e la presenza del cromo esavalente, un metallo pesante con dimostrati effetti cancerogeni, nello stabilimento Solvay a Spinetta Marengo.

36. He also wishes to underscore that pollution related to perfluoroalkyl and polyfluoroalkyl substances is not restricted to the Veneto Region. Among other areas, perfluoroalkyl and polyfluoroalkyl substances contamination is of concern along the country’s principal basin, the Po Valley. The Special Rapporteur is particularly concerned about the ongoing production of perfluoroalkyl and polyfluoroalkyl substances by the company Solvay, in Spinetta Marengo, Alessandria, in the Piedmont Region. This operation could create an environmental disaster similar to that suffered by the affected communities in Veneto if there are accidents or releases of perfluoroalkyl and polyfluoroalkyl substances to local waters. In addition to these contaminants, the historical contamination and presence of hexavalent chromium, a heavy metal known to cause cancer, in the Solvay plant in Spinetta Marengo is of particular concern.

Leggi qui il documento completo, con i seguenti capitoli dedicati ai più gravi problemi di inquinamento lesivi dei Diritti Umani in Italia:
PORTO MARGHERA
VENETO (PFAS)
TERRA DEI FUOCHI
ILVA TARANTO
SOLVAY LIVORNO
PESTICIDI
GESTIONE RIFIUTI

>> https://pfasland.files.wordpress.com/2022/09/g2240546-onu-veneto-2022_pfasland.pdf

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CONCLUSIONI E RACCOMANDAZIONI

Da sottolineare nelle conclusioni questa direttiva:

h. Adottare le misure necessarie per limitare l’uso di sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche come classe, a livello nazionale, affrontare l’impatto negativo della contaminazione da sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche ed esercitare la leadership regionale [governare come si deve, n.d.r.], mentre l’Unione europea si prepara ad affrontare le gravi minacce per la salute e l’ambiente poste da queste sostanze chimiche;

Take the necessary steps towards the restriction of the use of perfluoroalkyl and polyfluoroalkyl substances as a class at the national level, address the negative impact of the contamination by perfluoroalkyl and polyfluoroalkyl substances and exercise regional leadership, as the European Union prepares to address the serious health and environmental threats posed by these chemicals.

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PRIMA RISPOSTA DALL’ITALIA

Nel documento sotto riportato da notare come le autorità nazionali non commentano alcuno dei punti riguardanti la contaminazione da Pfas, a parte quello di Spinetta Marengo. Si sottolinea che l’AIA – Autorizzazione Integrata Ambientale – data alla Solvay è competenza della Regione e delle Provincia, come dei relativi controlli/limiti, i quali devono rispettare le direttive Europee. Ne conviene che i responsabili dell’AIA e dei controlli sulla Miteni sono la Regione Veneto/Provincia di Vicenza, le quali autorità, come appare dalle nostre due inchieste – 1. AIA su GenX e C6O4 2014 + Cogeneratore Miteni 2017; 2. Occultamento autorizzazione Barriera Idraulica Minteni 2006/2013 – dovranno dimostrare la loro non-corresponsabilità di fronte ai tribunali per la più grande contaminazione al mondo delle acque potabili e irrigue. Un avvelenamento di massa. Dimostrazione per noi impossibile, specie dopo la Missione Onu che ci offre una prova-provata delle omissioni delle autorità chiamate in causa.

Documento A/HRC/51/35/Add.4
Report of the Special Rapporteur on the implications for human rights of the environmentally sound management and disposal of hazardous substances and wastes on his mission to Italy – Comments by Italy

>> https://pfasland.files.wordpress.com/2022/09/g2240546-onu-veneto-2022-comments_pfasland.pdf

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GALLERIA DI CONNESSIONI. FATTI DELL’ULTIMO PERIODO

  1. Teatro San Marco. Prima proiezione in Veneto di Chemical Bros. >> https://www.youtube.com/watch?v=x2m_ie6z-Rw
  2. Alberto Peruffo e Massimiliano Mazzotta presentano il film l’11 settembre in Veneto, nel report di Marco Milioni >> https://www.vicenzatoday.it/attualita/complesso-militare-industriale-derivati-fluoro-ombra-servizi-segreti-15-settembre-2022.html
  3. Il lancio della foto da parte di Greenpeace su Instagram >> https://www.instagram.com/greenpeace_ita/?hl=en
  4. L’assemblea del Comitato Stop Solvay 14 settembre 2022 “I veleni nel nostro sangue, perché?” in una foto dal vivo della giornalista Laura Fazzini >> https://www.facebook.com/comitatostopsolvay/posts/pfbid0iCke4954LKy9CsGLj36nLrd3MEHzAXbuJCs3HZZVk1ukXVGGa68Mv2cJ8YGs3ufbl
  5. Il nostro lancio in rete su FB del Report ONU sul Veneto >> https://www.facebook.com/pfasland/photos/a.1935850549972078/3345875202302932/
  6. La lettera della Regione Veneto che in agosto 2022 ancora nega le analisi del sangue alla popolazione contaminata della Zona Arancione >> https://pfasland.files.wordpress.com/2022/09/pfas_analisi_regione_rifiuto_agosto_2022.pdf
  7. Elisabetta Donadello, Cittadini Zero Pfas Zona Arancione, protesta davanti al Tribunale di Vicenza il 15 settembre 22. Foto di Marzia Albiero. Servizio del TGR >> https://www.rainews.it/tgr/veneto/video/2022/09/pfas-a-vicenza-protesta-davanti-al-tribunale-cittadina-chiede-le-analisi-del-sangue-aea5b5f1-6050-419a-ab2a-daddbbaa835c.html
  8. Claudio Lupo porta le istanze del Movimento No Pfas, i diritti negati alla salute, a Torino, durante il Festival della salute Pubblica organizzato dal più grande sindacato dei medici a livello nazionale >> https://www.pressenza.com/it/2022/09/anaao-assomed-piemonte-festival-della-sanita-pubblica/
alberto_peruffo_CC

Traduzione del testo Onu
di Stefania Romio

Comitato di Redazione
20 SETTEMBRE 2022

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Cesar Rosales Chinchay, Nanga Parbat 8126 metri

FOTO COVER // Archivio 2022 International Expedition Nanga Parbat Lela Peak, leader Alberto Peruffo – per gentile concessione di Greenpeace Italia. Curiosità: lo scatto in vetta è del 4 luglio 2022, lo stesso giorno in cui il leader della spedizione era atteso in Tribunale a Belluno per il processo istruito contro di lui dall’Assessore all’Ambiente della Regione Veneto Gianpaolo Bottacin per aver riportato a Radio Rai 1 le stesse omissioni che trovate scritte in queste articolo. Quel giorno, il 4 di luglio 2022, a Belluno l’udienza è stata seguita dal nostro avvocato Edoardo Bortolotto: il processo è stato rinviato e re-istruito per vizio di forma, che Peruffo aveva già sottolineato prima di partire (gli era stato assegnato un avvocato d’ufficio, contrariamente a quanto indicato al momento della notifica). Sui contenuti sarà il GUP che dovrà pronunciarsi nelle prossime settimane. Comunque sia, quale migliore risposta se non quella del 4 luglio 2022 da una delle vette più difficili del mondo: STOP PFAS. Un obiettivo per tutti, difficile e ambizioso. Questo è il programma che deve condividere la politica mondiale, pure quella che un tempo fu negazionista od oscurantista. Questo il messaggio condiviso anche dell’ONU, indirizzato alla Regione Veneto e all’Italia intera.

3 risposte a "20 settembre 2022 | L’ONU SI PRONUNCIA SULLA QUESTIONE PFAS. AL VENETO INQUINATO DEDICATO UN INTERO CAPITOLO: OMISSIONI DELLE AUTORITÀ REGIONALI. STOP PFAS A LIVELLO EUROPEO E MONDIALE. UNA LOTTA DIVENUTA INTERNAZIONALE"

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  1. SI SCRIVE MITENI, SI LEGGE RIMAR

    di Gianni Sartori

    Avvertenza: questo non è, assolutamente, un articolo di informazione sull’inquinamento da PFASS che sta impregnando le acque e i corpi del Veneto. Soltanto un necrologio, un amaro amarcord condito di qualche considerazione su come funziona il capitalismo, quello del nord-est in particolare. Per gli aspetti tecnici potete attingere alle puntuali denunce pubblicate da qualche anno a questa parte su Quaderni Vicentini. In tempi non sospetti, quando invece un noto quotidiano locale ignorava o minimizzava la grave situazione che si andava delineando.

    Non è nemmeno un invito a intervenire per rimediare. Da tempo ho la convinzione che cercare di fermare il degrado ambientale sia quasi impossibile. Nel Veneto senza “quasi”. Qui la catastrofe è ormai completa, per quanto subdola e inavvertita. Il territorio veneto e ancor più quello vicentino (un’autentica “poltiglia urbana diffusa” da manuale) hanno raggiunto livelli di contaminazione e cementificazione tali che soltanto un’apocalisse di ampia portata potrebbe, forse, porvi rimedio. Ripristinando in parte quell’ordine naturale che oggi come oggi appare irrimediabilmente stravolto.

    Prendiamo atto comunque che se pur molto tardivamente, la questione PFASS ha assunto rilevanza non solo locale ma anche regionale (vedi la richiesta di analizzare l’acqua “potabile” nelle scuole in provincia di Rovigo). Ma per quanto riguarda la “sfilata degli ipocriti” (i sindaci vicentini che hanno manifestato a Lonigo contro l’inquinamento da PFASS) direi che si commenta da sola. Dov’erano le istituzioni in tutti questi decenni (almeno 4, dagli anni settanta) mentre la RIMAR prima e la MITENI (cambia il nome, ma l’azienda fisicamente è sempre la stessa) poi versavano schifezze direttamente nelle nostre acque e indirettamente nel nostro sangue?

    Solo una facile “profezia”. E’ probabile che tra una decina d’anni altri sindaci sfileranno nel Basso Vicentino (magari, azzardo, in quel di Albettone, uno dei tratti più riempiti da scarti di fonderia e altre schifezze) per esprimere una tardiva e altrettanto ipocrita indignazione per l’inquinamento prodotto dai rifiuti tossici (metalli pesanti) ammucchiati a tonnellate sotto la A31.

    Non dovendo preoccuparmi di fornire numeri e dati sull’inquinamento prodotto dalla exRimar, ora Miteni (ampiamente disponibili in rete), attingo a qualche ricordo personale*riesumando speranze e delusioni di quando, ormai 40 anni fa, forse si sarebbe ancora potuto arginare la marea tossica non più strisciante, ma ora dilagante.

    Un accenno soltanto alla richiesta (per quanto simbolica e fuori tempo massimo, a mio avviso) avanzata da qualche oppositore di “parametri certi sulla soglia di inquinanti presenti nelle acque con cui si abbeverano gli animali e si irrigano i campi, così come è doveroso da parte del Governo dare una risposta immediata per fare fronte alla crisi che per ovvie ragioni rischia di precipitare su chi lavora di agricoltura, soprattutto considerando il fatto che l’inquinamento da Pfass ha contaminato anche la catena alimentare, come risulta da una serie di prime analisi effettuate dall’Istituto Superiore di Sanità in alcune zone del Veneto. Sia sul siero umano che su alcuni alimenti come uova e pesci emerge infatti la presenza di contaminazione, come abbiamo sottolineato in una risoluzione indirizzata al Governo a dicembre.”

    Una presa di posizione modesta, scontata, ma sempre meglio che niente.

    D’altra parte: l’avete voluto il capitalismo? E allora godetevelo, cazzo!

    AMARCORD

    Metà anni settanta. Qualche anno prima avevo (coerentemente o sconsideratamente…non l’ho ancora capito) rinunciato al posto statale da insegnante elementare, pur avendo vinto il concorso. La scelta (comunque sofferta per un giovane proletario figlio di proletari, con scarse alternative) veniva dopo aver scoperto che l’assunzione comportava un giuramento (allo Stato delle stragi? Mai!). Ero quindi tornato allo scaricamento e stivaggio di camion alla Domenichelli, in notturna, alternando con saltuari lavori da operaio (tra le altre, la Veneta-Piombo di Alte-Ceccato: tutta salute!).

    Finendo poi inchiodato per qualche anno alla fresa, nel “retrobottega” di una microazienda artigiana con orari prolungati.

    Fu durante un breve periodo di transizione di circa un mese (transitavo da operaio in una microazienda a commesso in una libreria) che tornai a scaricare con una delle due o tre famigerate “cooperative” **di facchinaggio esistenti in città. Questo mi consentiva, paradossalmente, di staccare dal lavoro in orari decenti (tra le cinque e le sei di sera), mentre prima in genere finivo verso le 19,30-20. Una possibilità per frequentare Radio Vicenza, all’epoca gestita da amici e compagni di area libertaria, in particolare il compianto Rino Refosco (uno dei fondatori e principale animatore con Claudio Muraro del MAV, Movimento anarchico vicentino, quello della lotta contro le istituzioni totali, “manicomio” di san Felice in primis, in epoca pre-Basaglia, addirittura) e la moglie Rosy. Doveva essere la fine del 1976 , mi pare. Lo deduco dal fatto che quasi ogni sera qualcuno dedicava una canzone (in particolare “Ma chi ha detto che non c’è?” di Manfredi) al compagno Claudio Muraro da poco arrestato (nel 1976) e ancora detenuto a Vicenza, prima di finire nel “circuito dei camosci” delle carceri speciali (a Pianosa, mi pare).

    Dalla radio veniva denunciata con ostinazione la recente scoperta che la RIMAR (“Ricerche-Marzotto”) scaricava fetide sostanze nelle acque correnti dell’Alto Vicentino. In particolare quelle della Poscola, un nome a cui ero sentimentalmente legato. Nasceva infatti dall’omonima grotta situata a Priabona, un “aperitivo” prima del Buso della Rana.

    Denuncia dopo denuncia, non mancarono velati consigli di “lasciar perdere, non mettersi contro qualcuno troppo grande per voi…”. Arrivando a vere e proprie minacce, quasi. Di cui peraltro i compagni non tennero conto più dit Anto.

    Tutto qui, per quanto mi riguarda. Tornai quindi ai miei soliti orari e le mie frequentazioni calarono sensibilmente (o forse per scazzi personali e comunque “avevo altro da fare”).

    E pensare che in anni non sospetti avevo avuto anche modo di visitarla, la RIMAR intendo. Doveva essere verso la fine del 1967 o l’inizio del 1968, sicuramente prima del 19 aprile e della storica rivolta operaia (a cui, casualmente, mi capitò di assistere, ma ve lo racconto un’altra volta, magari per il 50°) con abbattimento della statua del feudatario locale.

    Mi capitava allora di andare qualche pomeriggio a Valdagno in autostop per frequentare la piscina comunale aperta in periodo invernale. Un tardo pomeriggio stavo giusto rientrando a Vicenza quando un macchinone si fermò in risposta al mio pollice levato. Salgo e il signore dopo un po’ si presenta. Era uno dei fratelli Marzotto, nientemeno. Evidentemente metteva in pratica i principi paternalistici su cui si fondava la dinastia.

    Il clima doveva già aver cominciato a surriscaldarsi (quello sociale, non si parlava ancora dei cambiamenti climatici) perché il borghese che gentilmente si prestava a farmi da autista commentò alcuni recenti episodi di contestazione al consumismo sostenendo (vado a memoria, sono passati 50 anni) che per la “felicità” della gente era indispensabile che tutti potessero godere di auto, frigoriferi e lavatrici. Poi, caso mai, si poteva pensare…non ricordo a cosa, sinceramente.

    Dato che non dovevo sembrare molto convinto di questo elogio della merce, mi propose una visita alla sua fabbrica d’avanguardia che sorgeva lungo il percorso. Fu così che mi affidò a un tecnico per una visita guidata della RIMAR. Poco convinto il tecnico, poco convinto anch’io che temevo di non trovare un altro passaggio prima di notte, la visita fu alquanto frettolosa e mi rimase soltanto la sensazione di un leggero bruciore alle mucose respiratorie. Per chi non è del posto, segnalo che la già denominata Rimar oggi si chiama Miteni, dopo aver cambiato due-tre volte nome, consiglio di amministrazione e in parte proprietà.

    Tutto qui. Ricordo solo che un’altra volta presi un passaggio dall’altro Marzotto, il fratello in politica nel PLI. Evidentemente ci tenevano a mostrarsi generosi con le masse popolari appiedate.

    Ma dopo il 19 aprile le cose cambiarono, evidentemente e non mi capitò più l’onore di un autista chiamato Marzotto. In compenso, nel febbraio 1969 (all’epoca dell’occupazione della fabbrica) tornai a Vicenza con la grandissima compagna, partigiana e giornalista dell’Unità, Tina Merlin (ma questa è un’altra storia).

    Gianni Sartori (2017)

    * nota 1: “Preserva i tuoi ricordi, è tutto quello che ti resta” P. Simon (cito a memoria)

    ** nota 2 : “famigerate” perché, come scoprii a mie spese, oltre a praticare una forma mascherata di caporalato, non versavano mai alcun contributo, nonostante richiedessero la consegna del libretto di lavoro. Perché? In caso di incidente potevano sempre dire di averti assunto proprio quel giorno e di non aver ancora compilato le “carte”.

    Una nota polemica anche per alcuni “compagni”. Ricordo benissimo che per gli amici di Potere Operaio la mia scelta era stata classificata da “lumpenproletariat”. Detto da loro, di estrazione medio e piccolo-borghese pareva un complimento. Questo nella prima metà degli anni settanta. Dopo, nella seconda metà dei settanta, quando erano già diventati quelli di AutOp, le cose cambiarono con la scoperta dell’”operaio sociale”. Addirittura a Scienze Politiche di Padova si organizzarono corsi e seminari sulle cooperative di facchinaggio. Ma non ne ricordo uno che fosse uno di costoro (devo far nomi?) che sia venuto una sola volta a scaricare camion. Avevo invece condiviso spesso tali attività ricreative con il già citato compagno anarchico Claudio Muraro (fratello della filosofa Luisa Muraro, quella dell’Erba Voglio e della Signora del gioco) sia alla Domenichelli che alla Olimpico-traslochi.

    E – butto giù e aggiungo all’ultimo momento – a mio modesto avviso, le “spedizioni internazionali” (in Pakistan poi!?!), estremo esempio di neocolonialismo, antropocentrismo etc. – c’entrano poco con l’ecologia, perlomeno con quella radicale (“profonda” si diceva un tempo). Così come, si parva licet, le “guide” per FC a Lumignano…ma credo di averne già parlato…
    GS

  2. Caro GS, avevamo già letto la tua preziosa testimonianza su altri siti. Bene riportarla anche qui. Una sola postilla alla tua chiosa finale. Effettivamente hai ragione sulla “spedizione internazionale”, ora virgolettata. Ma qui non si poteva dire tutto perché di fatto era una microspedizione di due persone (da diverse nazioni) che si è trovata in mezzo alle spedizioni commerciali che ci sono di norma negli Ottomila, con Alberto che ha poi firmato il permesso collettivo con altri alpinisti non-commerciali di altre nazioni, essendo stato il primo ad ottenere la Visa in Pakistan per il Nanga Parbat. Sono in uscita due articoli (su Montagne 360 a novembre e su Gognablog a giorni) che raccontano questa esperienza straordinaria (capitata per caso) e analizzano proprio gli aspetti neocolonialisti dell’himalaysmo contemporaneo. Non capitati per caso. Alberto è partito con minimi mezzi, un solo compagno che arrivava da un paese colonizzato e l’obiettivo di portarlo sulla cima, mettendosi al suo servizio, lavorando nel frattempo ad un saggio proprio dal titolo “Alpinismo e Neocolonialismo”, che prende spunto da un tuo articolo su Nunatak. Non lo immaginavi, vero? Appena escono link, articoli, etc li riporteremo qui. Buone cose.

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