16 marzo 2024 | LA REGIONE VENETO ADERISCE ALL’UNANIMITÀ AL BAN PFAS MANIFESTO. BOTTACIN REVOCHI LA QUERELA CONTRO IL COORDINATORE ITALIANO, ENTRO IL 13 GIUGNO, PER DARE COERENZA A UNA PIETRA MILIARE. E LA REGIONE METTA IN OPERA LE PRATICHE ALLA BASE DEL BANDO

di Comitato di Redazione

Molte sono le contraddizioni del Veneto nel suo insieme emerse in questi anni nella lunga lotta che ha portato comunque ed ovunque dei grandi passi in avanti sulla questione PFAS.

Un grande passo “politico” è stato fatto martedì scorso in Consiglio della Regione Veneto che ha votato all’unanimità il bando dei PFAS espresso dal manifesto europeo BAN PFAS coordinato per l’Italia dall’attivista Alberto Peruffo, con l’aiuto di Giuseppe Ungherese di Greenpeace e con la partecipazione di tutte le associazioni ambientaliste e di impegno sociale che da anni partecipano alla lotta.

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12 gennaio 2024 | DALLE GIORNATE DI BILOTT AL DOCUMENTO CNR-IRSA DI FINE ANNO ATTRAVERSO L’INCHIESTA DI RADAR MAGAZINE E LE ULTIME RISULTANZE SCIENTIFICHE (PFOA CANCEROGENO) E PROCESSUALI (3890 MORTI)

di Comitato di Redazione

In questo articolo raccogliamo il prezioso materiale degli ultimi mesi di lotta-ricerca-indagine collettiva che ha portato ai risultati che sono oramai sotto gli occhi di tutti: la pericolosità, tossicità, insostenibilità dei Pfas e di coloro che li hanno prodotti per anni, spesso adottando pratiche criminose o scegliendo strade di utilizzo che bisogna assolutamente bandire, come gli usi militari o altri profitti di conclamato impatto negativo per la società e per il pianeta intero. Seguono una raccolta di fatti, fotografie e documenti, con delle brevi presentazioni.
Comitato di Redazione PFAS.land

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15 novembre 2023 | MAREA TOSSICA IN AUMENTO. AFFRONTARE I PFAS. TRADUZIONE UFFICIALE DEL BRIEFING POLITICO SUGLI APPROCCI NAZIONALI

di European Environmental Bureau
a cura di Comitato di Redazione

Il 12 ottobre 2023, l’Ufficio Ambientale Europeo (European Environmental Bureau – EEB), con il quale PFAS.land ha un rapporto di collaborazione già dal 2021, ha pubblicato un nuovo documento dal titolo: Toxic tide rising: time to tackle PFAS. National approaches to address PFAS in drinking water across Europe. L’autrice, Christine Hermann, si è avvalsa della collaborazione di numerosi referenti di vari paesi europei. Per l’Italia hanno anche collaborato Sara Valsecchi (CNR-IRSA) e Claudia Marcolungo (Università di Padova), le quali hanno curato la traduzione italiana che qui presentiamo.

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20 settembre 2022 | L’ONU SI PRONUNCIA SULLA QUESTIONE PFAS. AL VENETO INQUINATO DEDICATO UN INTERO CAPITOLO: OMISSIONI DELLE AUTORITÀ REGIONALI. STOP PFAS A LIVELLO EUROPEO E MONDIALE. UNA LOTTA DIVENUTA INTERNAZIONALE

di Comitato di Redazione

Vogliamo iniziare con questa “consegna di immaginario” (v. nota in calce), il giorno che la questione PFAS sarà portata davanti all’Human Rights Council dell’ONU, con delegati da tutto il mondo (3 / 6 pm diretta). Vogliamo iniziare da una delle vette più alte e difficili del mondo, il Nanga Parbat (8126 m), in Himalaya del Pakistan. Gigante salito quest’anno da Cesar Rosales Chinchay, alpinista peruviano, durante la “spedizione internazionale” guidata da Alberto Peruffo, ideatore di PFAS.land e promotore della Missione ONU in Veneto, coordinata con tutte le diverse anime del Movimento No Pfas. La lettera a Marcos Orellana partì proprio un anno fa dalla Sardegna – tanto per fare un’altra connessione del fluoro (v. Chemical Bros in Galleria Immagini) – da Villanovaforru dove anche quest’anno, in questi stessi giorni, si sta svolgendo il Life After Oil festival, una rassegna culturale di ecologia radicale e attivismo frontale, di alto valore civile. A siglare quella lettera – che tanto ha generato, il report che leggerete compreso – PFAS.land e le Mamme No Pfas, in quei giorni ospiti del Festival, diretto da Massimiliano Mazzotta, regista del docufilm citato, appena visto a Vicenza al Teatro San Marco. Le connessioni internazionali del fluoro, che stanno generando crimini ambientali, sono evidenti. Veneto, Sardegna, Piemonte, Olanda, Belgio, Europa, Stati Uniti, India.

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19 maggio 2022 | «HIGH-INCOME SACRIFICE ZONE» ZONA DI SACRIFICIO AD ALTO REDDITO. DIFFIDATE DELLA REGIONE VENETO: ARIA, ACQUA, ALIMENTI E BONIFICA «FUORI CONTROLLO»? LE ULTIME NEWS SU DIFFIDA, INQUINAMENTO VICENZA CENTRO, PROCESSO PFAS, ARIA LEGNAGO E CITAZIONE A GIUDIZIO ATTIVISTI NO PFAS | FOTO RAINBOW WARRIOR VENEZIA

di Comitato di Redazione

Crediamo che pochi tra voi abbiano sentito parlare delle “sacrifice zones”, letteralmente delle zone “sacrificio” [1] che sono state permanentemente danneggiate da pesanti alterazioni ambientali, spesso a causa dell’uso del suolo localmente indesiderato (LULU), in inglese Locally Unwanted Land Use. Un uso-abuso «che crea costi di esternalità per coloro che vivono nelle immediate vicinanze. Questi costi includono potenziali rischi per la salute, scarsa estetica o riduzione dei valori domestici». Le LULU spesso gravitano attorno ad aree svantaggiate come baraccopoli, quartieri industriali e luoghi poveri, minoritari, privi di personalità giuridica o politicamente sottorappresentati che non possono combatterle. Dette zone «con tali rischi, devono essere create per i maggiori benefici che offrono alla società», quindi esistono più comunemente nelle comunità a basso reddito e minoritarie, sfruttate per il benessere delle comunità ricche e maggioritarie, creando vere e proprie forme di razzismo ambientale, come ben spiegato da Razmig Keucheyan [2].

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21 dicembre 2021 | MISSIONE ONU VENETO. «LE AUTORITÀ NON HANNO INFORMATO SULL’INQUINAMENTO DA PFAS E SUL RISCHIO SALUTE». FOTO, DOCUMENTI, REPORTAGE DI UN’ISPEZIONE STORICA

di Comitato di Redazione

Il 13 dicembre 2021 si è chiusa ufficialmente all’Istituto Sturzo di Roma la visita degli inviati dell’Alto Commissariato ONU in Italia, con focus sul Veneto e la contaminazione da Pfas. Marcos Orellana – Special Rapporteur delle Nazioni Unite sulla violazione dei diritti umani in relazione alle sostanze tossiche – nella sua relazione finale sottolinea l’assenza di trasparenza e la scarsa condivisione delle informazioni con la popolazione contaminata da parte delle autorità regionali del Veneto. In estrema sintesi, come rilasciato al microfono della RAI a Roma, afferma: «Le persone non sono state in grado di prendere anche quel minimo di precauzione che avrebbero potuto prendere per arginare questo rischio». Un dato di fatto per noi gravissimo. Con delle conseguenze incommensurabili sulla salute e la civiltà dei nostri luoghi.

Di seguito il materiale della giornata di “attraversamento dei territori da nord a sud”, le nostre relazioni ufficiali, le sintesi dei nostri interventi e dei nostri commenti a fondamento e a latere della Missione ONU. Ispezione che ha portato la questione PFAS allo stesso livello di nodi oramai storici del crimine ambientale italiano, entrati nell’immaginario negativo della politica nazionale e internazionale: la Terra dei Fuochi in Campania e l’Ilva di Taranto, passando per Porto Marghera e il nodo di Livorno.

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23 novembre 2021 | LETTERA ALL’ONU. RESTRIZIONI-BANDO PFAS ECHA. GLI ALIMENTI SOTTRATTI, LA PREVENZIONE NEGATA, IL FATTORE DI RISCHIO AMBIENTALE AUTONOMO

di Comitato di Redazione

In questo articolo di raccolta documenti sottoponiamo all’attenzione del pubblico alcuni passaggi importanti della nostra lotta dopo l’udienza dell’11 novembre del Processo PFAS MITENI – che ha visto riconoscere le responsabilità civili di ICIG e MITSUBISHI – e prima dell’arrivo della Missione ONU – da noi richiesta.

Nel primo documento – scritto in occasione della programmazione della visita ufficiale in Italia del commissario speciale ONU sull’impatto delle sostanze chimiche e dei rifiuti tossici sui diritti umani, Marcos Orellana – gli attivisti del movimento no pfas – in quei giorni impegnati al Life After Oil Festival di Villanovaforru, in Sardegna – avvisati da Giuseppe Ungherese di Greenpeace, stilano una breve e rigorosa sintesi – molto utile anche per i neofiti – per invitare il Commissario alla missione in Veneto, soprattutto per la questione alimentare e i diritti negati. Invito che l’Alto Commissariato per i Diritti Umani ha accettato e che vedrà la delegazione ONU in Veneto nei primi giorni di dicembre 2021.

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29 giugno 2021 | LA SALUTE NELLA TERRA DEI PFAS. RESOCONTO DI UN ANNO DI SCUOLA IN PIENA EMERGENZA COVID

di Donata Albiero

A seguire il dettagliato rapporto di fine anno scolastico della nostra coordinatrice del Gruppo Educativo Zero Pfas, in epoca Covid. Nonostante le restrizioni e le difficoltà possiamo ancora una volta constatare la forza, la civiltà e l’innovazione del percorso intrapreso del Movimento No Pfas all’interno delle scuole. Nelle considerazioni personali finali della Prof.ssa Donata Albiero la concretezza dell’azione educativa critica sembra incarnare l’antidoto democratico ai fallimenti sistemici che hanno caratterizzato la politica degli ultimi decenni. La scuola libera e critica è e resta quindi la base di ogni società aperta e democratica, ma da sola non è sufficiente se i cittadini non si rendono poi corpi attivi veicolando la loro positività “scolastica” verso offerte politiche di mondi desiderabili, non solo come soluzione ai mondi devastati dai disastri ambientali che hanno pervaso le nostre valli, ma come costruttori di nuovi mondi e paradigmi.

Diciamo questo perché le nostre valli – nonostante la narrazione mainstream dica il contrario e celebri il primato “superficiale” del Veneto – sono divenute nei fatti e nelle statistiche il simbolo inequivocabile dell’amaro frutto provocato dalla “passività” tipica delle società iperconsumistiche, tutte protese a creare e a consumare artifici e profitti “a tutti i costi”. Anche quelli dei beni primari, come l’acqua, e la salute dei cittadini.

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25 novembre 2020 | LIFE PHOENIX SCUOLA. EDUCAZIONE O MITIGAZIONE DEI DISCENTI. IL CONFRONTO TRA DUE PROGETTI EDUCATIVI: UNO PROMOSSO DALLA REGIONE VENETO, L’ALTRO DAI CITTADINI. LA SALUTE O IL RISPARMIO ECONOMICO AL PRIMO POSTO?

di Donata Albiero

Come un fulmine a cielo per niente sereno – in epoca Covid nella quale viviamo, specialmente nelle scuole – arriva sulle nostre scrivanie elettroniche il Progetto Life Phoenix per la Scuola. Avevamo già avuto contatti con il Programma Life voluto dall’Unione Europea per salvaguardare le risorse idriche e avevamo apprezzato le grandi competenze dei ricercatori scientifici dei vari istituti nazionali e internazionali coinvolti, specie dell’IRSA-CNR e dell’Università di Padova, nonché di alcuni tecnici di altro profilo dell’ARPAV, tecnici e scienziati con cui continuiamo a interfacciarci in modo critico e costruttivo.

Abbiamo quindi aperto con grande interesse il documento del progetto “co-istituzionale”, arrivato improvviso e tardivo non solo sulle nostre scrivanie, ma anche presso le segreterie degli Istituti scolastici delle zone contaminate. Subito abbiamo quindi chiesto un’analisi e un parere alla coordinatrice del “nostro” progetto Scuola – la Prof.ssa Donata Albiero, già dirigente scolastico – arrivato al terzo anno scolastico. Un sano e serio confronto, tra contenuti e modalità, fatto da un esperto in materia.

Fin da principio la decontestualizzazione forzata dai territori ci è sembrata un tirare il freno a mano rispetto all’inoppugnabile pendenza degli argomenti scientifici specifici, soprattutto la chiara identità chimica delle sostanze emergenti tanto declamate, come il GenX e il C6O4, mai o troppo poco nominate e storicizzate. Per non parlare delle patologie e dei danni alla salute e alle economie di prossimità. Fermarsi solo sul “valore assoluto dell’acqua”, senza declinarlo ai territori, alle criticità, alle corresponsabilità, alla gestione “locale” delle risorse, ai danni effettivi, comporta dei grandi rischi pedagogici e probabili indirizzi politico-amministrativi che dovrebbero restare fuori dalla scuola.

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17 febbraio 2020 | I PFAS SONO OVUNQUE. NON PENSIAMOCI TROPPO | LA NOSTRA ARGOMENTATA LETTERA ALLE AUTORITÀ REGIONALI PER I DIRITTI NEGATI | IL VENETO NON POTEVA NON SAPERE

di Prof. Franco Sarto
Università di Padova
già Direttore del Servizio
di Prevenzione e Sicurezza del Lavoro ULSS 16

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In questo articolo il Prof. Franco Sarto ci introduce alla rigorosa lettera spedita dai vari comitati e gruppi del Movimento No Pfas alle Autorità regionali per non aver compiuto fino in fondo il loro dovere, dopo l’emergenza ambientale venuta alla luce a seguito dei dati Arpav 2013. Abbiamo tutti necessità – soprattutto la parte più fragile della popolazione, giovani, anziani e in primis le future madri e relativi padri – di accedere alle analisi del sangue, anche nelle zone di prossimità all’azienda o adiacenti a quelle di forte contaminazione, chiamate zone rosse. Necessità di accesso estesa alle zone contermini e non solo – arancione, gialla, ma anche nei siti di discarica dove sono conferiti i fanghi della Miteni – necessità promessa a Minerbe il 24 di novembre del 2017 dall’allora Assessore alla Sanità Luca Coletto e mai mantenuta dalla Regione. Questa urgenza supera la stessa efficacia, in termini di salute pubblica, della celebrata e supposta indagine epidemiologica in corso (in realtà, come vedremo, un piano di sorveglianza sanitaria piuttosto lacunoso) e anticipa il nostro ricorso in Corte Europea dei Diritti dell’Uomo contro lo Stato e tutte le sue ramificazioni, fino ai Sindaci dei Comuni, per aver violato ben 4 articoli della Convenzione sui diritti, di seguito citati. Art. 2: diritto alla vita. Art. 8: diritto, rispetto della vita privata e familiare e del domicilio, e quindi dell’ambiente salubre. Art. 10: diritto all’informazione. Art. 13: diritto al rimedio effettivo in caso di gravi violazioni ambientali. Ricorso illustrato nella riunione collegiale di Lonigo dello scorso 3 febbraio 2020. [Comitato di Redazione PFAS.land] Continua a leggere “17 febbraio 2020 | I PFAS SONO OVUNQUE. NON PENSIAMOCI TROPPO | LA NOSTRA ARGOMENTATA LETTERA ALLE AUTORITÀ REGIONALI PER I DIRITTI NEGATI | IL VENETO NON POTEVA NON SAPERE”

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