DOCUMENTI SCIENTIFICI E PROGRAMMATICI

La MASTER LIST – in progress – di tutte le sostanze PFAS conosciute compilata dall’Agenzia di Protezione Ambientale USA 6330 sostanze CAS-name, con 5264 strutture chimiche definite
il TIMELINE – la storia, per punti – dei PFAS dell’Environmental Working Group statunitense

[dalla collaborazione PFAS.land / EEB European Enviromental Bureau]
COSA SONO I PFAS?
EVITARE L’EFFETTO LAMPIONE
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Il caso “mondiale” MITENI/VENETO presentato da Greenpeace a Davos 2018
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La traduzione del numero monografico dell’Agenzia Ambientale Federale Tedesca UBA tradotto dalla collaborazione tra Studenti e PFAS.land
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[da settembre 2022 le notizie sugli articoli scientifici nazionali e internazionali vengono pubblicati sulla pagina Fecebook di Pfasland (iscrivetevi!) che trovate a fianco, sulla barra destra dei contenuti speciali o cliccando sul pulsante in alto a destra del display cellulare]

 

+ Inseriti dal 20 agosto al 29 agosto 2022 

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+ Inseriti dal 14 ottobre 2021 al 22 aprile 2022

  • I primi risultati del Progetto TEDDY CHILD (Tracing the Environmental Determinants of the Development of Your Child) diretto da Paolo Girardi, in collaborazione con le Università di Padova e Venezia: “Mothers living with contamination of perfluoroalkyl substances: an assessment of the perceived health risk and self-reported diseases” pubblicati su Environment Science and Pollution Research

    >> https://rdcu.be/cLm1Z
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  • Esce per Environmental Research A Multidisciplinary Journal of Environmental Sciences and Engineering lo studio interdisciplinare con i risultati che dimostrano «una chiara associazione tra livelli sierici di PFAS e marker di rischio cardiovascolare» sottolineando «l’importanza della sorveglianza clinica dei fattori di rischio cardiovascolare nella popolazione con alta esposizione a PFAS, soprattutto in ambito lavorativo». Tra le celebri firme, guidate dal biostatistico Dott. Erich Batzella, il grande epidemiologo britannico Tony Fletcher, il Dott. Paolo Girardi (co-firmatario della preziosa ricerca con Enzo Merler sugli operai Miteni) e la Dott.ssa Francesca Russo, dirigente della Sanità del Veneto.
    >> https://pfasland.files.wordpress.com/2022/04/operai-maschi-rischio-cardiovascolare-batzella-2022.pdf
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  • Articolo della prestigiosa rivista “Scientific American”. Si possono distruggere i pfas? Visto il forte legame fluoro-carbonio sembra quasi impossibile e ci si sta provando in tutti i modi. I ricercatori di questo nuovo studio-tecnica arrivano a proporre una distruzione tramite pressioni e temperature molto alte: «Nel nuovo studio dell’EPA, gli esperti hanno aggiunto sostanze ossidanti all’acqua contaminata da PFAS e hanno riscaldato il liquido al di sopra della sua temperatura critica di 374 gradi Celsius a una pressione di oltre 220 bar».
    Queste nuova tecnica sperimentale – chiamata dell’«Ossidazione dell’Acqua Supercritica» – tuttavia, seppur efficace in laboratorio, mostra già ora le sue insuperabili criticità: costi molto elevati e insostenibili per depurazioni massive; impraticabilità per inquinamenti ambientali diffusi, specie in profondità; sperimentazione al momento solo per una parte della grande famiglia dei Pfas.
    Certo, si possono pensare ad applicazioni mirate, per produzioni mirate. 
    La risposta sta tutto nella conclusione di Jamie DeWitt, professore associato di farmacologia e tossicologia presso la Brody School of Medicine della East Carolina University: «i pfas sono incompatibili con un mondo sostenibile».  Meglio quindi non produrli, non “bruciarli”, non doverli smaltire. Non buttarli per aria o in ambiente mediante uno spreco di energia assolutamente irrazionale, insostenibile.

    >> https://www.scientificamerican.com/article/how-to-destroy-forever-chemicals/
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  • Lo Studio dell’Università di Padova pubblicato sulla prestigiosa rivista «Environment International» afferma che «i PFAS si integrano con le membrane neuronali e il sistema nervoso è a rischio durante la fase dello sviluppo embrionale. I dati preliminari suggeriscono anche un coinvolgimento delle cellule implicate nel processo degenerativo del Parkinson».
    «Lo studio, iniziato dalle relazioni tra inquinamento da PFAS e anomalie congenite del sistema nervoso o disturbi comportamentali e neurologici come l’Alzheimer, l’autismo e i disturbi dell’attenzione e iperattività, è stato sviluppato per indagare se in cellule neuronali di specifiche aree del cervello si riscontrasse un accumulo di PFAS».

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  • L’importante Simposio FLUOROS Global 2021 sui PFAS tenutosi in USA dal 3 al 7 ottobre presso l’Università di Rhode Islands, con esperti da tutto il mondo: «Il simposio pone l’accento sulla diffusione delle conoscenze e delle risorse relative ai progressi della ricerca biomedica e ambientale in materia di PFAS, nonché sul lavoro incentrato sulla riduzione al minimo sia dell’esposizione umana sia degli effetti ambientali». Di seguito il link per accedere al program con la possibilità di rivedere le varie sessioni cliccando su registrazioni e live stream.
    >> https://web.uri.edu/fluoros/

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+ Inseriti dal 30 luglio al 18 settembre 2021

  • Segnalatoci dalla giornalista d’inchiesta Laura Fazzini e dai ricercatori IRSA-CNR è uscito in questi giorni – 14 settembre 2021 – un importante studio scientifico su come Affrontare le domande urgenti per i PFAS nel 21° secolo, pubblicato dalla Società Chimica Americana sulla rivista Environmental Science & Technology. Si cerca di rispondere a 6 domande: (1) Quali sono i volumi di produzione globale di PFAS e dove vengono utilizzati i PFAS? (2) Dove sono gli hotspot PFAS sconosciuti nell’ambiente? (3) Come possiamo rendere la misurazione PFAS accessibile a livello globale? (4) Come possiamo gestire in sicurezza i rifiuti contenenti PFAS? (5) Come comprendiamo e descriviamo gli effetti sulla salute dell’esposizione a PFAS? (6) Chi paga i costi della contaminazione da PFAS? Il gruppo di lavoro è davvero notevole per competenze e approccio interdisciplinare, a partire dagli autori principali, la Dott.ssa Carla Ng e il Dottor Martin Scheringer, sotto la supervisione della Dr.ssa Linda Birnbaum, direttrice del National Institute of Environmental Health Sciences. Un nuovo approccio per rompere l’impasse della “paralisi mediante analisi” e andare avanti nella riduzione della produzione e dell’uso di PFAS. Si legge nel Comunicato di presentazione: «I deficit di conoscenza sono spesso proposti per ritardare misure concrete. Ma sappiamo già abbastanza del danno causato da queste sostanze molto persistenti per agire per fermare tutti gli usi non essenziali e limitare l’esposizione dalla contaminazione legale. […] È fondamentale dare la priorità ai nostri sforzi in modo da non essere sopraffatti dall’entità del problema. Questo documento identifica dove è necessario concentrarsi per ridurre al minimo l’esposizione ambientale e umana ai PFAS. […] L’ultima domanda è anche la più urgente: chi paga i costi della contaminazione da PFAS? Poiché le industrie sono spesso situate in aree più povere, l’onere dei PFAS è spesso sostenuto dai più svantaggiati. Sebbene queste sostanze chimiche altamente persistenti siano prodotte solo da un numero limitato di aziende, l’inquinamento che producono è distribuito a livello globale. Con questo inquinamento derivano enormi costi per la salute umana e il deterioramento irreversibile delle risorse naturali, compresa l’acqua potabile». Di seguito il link per scaricarsi lo studio.
    >> https://pubs.acs.org/doi/10.1021/acs.est.1c03386
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  • I costi sociali dell’inquinamento da PFAS, la “violenza ambientale” subita dalle popolazioni residenti nelle zone contaminate, sono stati affrontati da Adriano Zamperini, docente di Psicologia della violenza e Psicologia del disagio sociale, e da Marialuisa Menegatto, psicologa clinica e di comunità, dell’Università di Padova. La ricerca è durata tre anni e ha prodotto una pubblicazione che riprende il titolo del film CATTIVE ACQUE. Qui di seguito il link per scaricare l’importante pubblicazione, con una prefazione di Telmo Pievani, direttore de Il Bo Live.
    >> https://www.padovauniversitypress.it/publications/9788869382437
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  • Il primo importante studio sulla relazione tra mortalità COVID-19 e PFAS riscontrata nelle zone del Veneto colpite dall’inquinamento da PFAS. Emerge tra le sostanze protagoniste il PFBA per la sua particolare caratteristica di depositarsi sui polmoni. Lo studio si intitola Exposure to Perfluoroalkyl Substances and Mortality forCOVID-19: A Spatial Ecological Analysis in the Veneto
    Region (Italy) ed è firmato da importanti scienziati e amministratori della stessa Regione: Dolores Catelan, Annibale Biggeri, Francesca Russo, Dario Gregori, Gisella Pitter, Filippo Da Re,Tony Fletcher, Cristina Canova.
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    https://pfasland.files.wordpress.com/2021/08/studio-pfas-veneto-covid.pdf

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+ Inseriti dal 18 al 15 marzo 2021

  • Lo studio sulle vongole dell’Università di Padova sul C6O4: «Provoca alterazioni negli organismi “filtratori”, le sentinelle-biologiche della laguna» si legge nel Corriere della Sera del 18 marzo 2021. Nell’abstract della ricerca pubblicata su ENVIROMENTAL INTERNATIONAL si conclude: «Nonostante le analisi chimiche suggeriscano un potenziale di accumulo 5 volte inferiore di C604 rispetto al PFOA nei tessuti molli delle vongole, le analisi rivelano diverse alterazioni del profilo di espressione genica. Gran parte delle vie alterate, tra cui la risposta immunitaria, la regolazione dell’apoptosi, lo sviluppo del sistema nervoso, il metabolismo lipidico e la membrana cellulare sono le stesse nelle vongole esposte a C6O4 e PFOA. Inoltre, le vongole esposte al C6O4 hanno mostrato risposte dose-dipendenti, nonché possibili effetti narcotici o neurotossici e ridotta attivazione di geni coinvolti nel metabolismo xenobiotico. Nel complesso, il presente studio suggerisce che i rischi potenziali per l’organismo marino a seguito della contaminazione ambientale non sono ridotti sostituendo PFOA con C6O4. Inoltre, l’individuazione di C6O4 e PFOA in tessuti di vongole che abitano la Laguna di Venezia – dove non ci sono fonti puntuali di entrambi i composti – raccomanda una capacità simile di diffondersi in tutto l’ambiente. Questi risultati evocano l‘urgente necessità di rivalutare l’uso del C6O4 in quanto può rappresentare non solo un pericolo ambientale, ma anche un potenziale rischio per la salute umana.
    >> 
    https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0160412021001094

  • Il metodo sperimentale presentato da ENEA per risolvere il problema della rimozione dei PFAS dalle acque per uso civile mediante irraggiamento elettronico: «Il metodo qui presentato ha la potenzialità per essere efficiente per i PFAS in quanto è in grado di degradarli in sostanze che possono essere più facilmente rimosse. Inoltre, questa metodica permetterebbe di trattare anche grandi volumi, può essere utile anche per altri possibili contaminanti ed ha effetti germicidi». Metodo sperimentato presso l’azienda Tintess S.P.A. di Thiene, già sotto nostra attenzione per la questione AIA rifiuti liquidi pericolosi concesso dalla Regione con Bur n. 51 del 21 maggio 2019. Lo studio è stato emesso il 14 luglio del 2020.
    >> https://iris.enea.it/retrieve/handle/20.500.12079/55121/7601/SICNUC-P000-033.pdf

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+ Inseriti dal 19 febbraio al 28 gennaio 2021 

  • La proposta della statunitense TRC redatta da Gary Hunt per monitorare le emissioni in aria, con importanti dati sul caso DuPont, con riferimenti ad altre aree, utili a capire i preoccupanti dati emissioni Arpav 2017/2019 della Miteni di Trissino riportati sul nostro articolo riguardante l’INCENERIMENTO PFAS.
    >> https://www.epoc.org/resources/Documents/PFAS11-8-19/6-PFAS%20in%20Air%20(GH)%20(8%20NOV%202019).pdf
  • Il recente studio dell’American Chemical Society – maggio 2020 – sulla diffusione remota, lontano dalle fabbriche di produzione, dei PFAS a causa dei venti. La dispersione è risultata maggiore rispetto a quanto si conosceva in precedenza, soprattutto per le molecole perfluoralchiliche di nuova generazione usate abbondantemente nelle schiume antincendio.
    >> https://www.acs.org/content/acs/en/pressroom/newsreleases/2020/may/winds-spread-pfas-pollution-far-from-a-manufacturing-facility.html
  • Il Power Point ISPRA presentato al Ministero dell’Ambiente il 16 gennaio 2021 per far capire a tutti gli aderenti al Tavolo sul Collegato Ambientale lo stato dell’arte su PERICOLOSITÀ E AZIONI IN ATTO A LIVELLO EUROPEO PER LA GESTIONE DEI RISCHI. Molto utile per orientarsi sulla delicata questione limiti ambientali, per le acque reflue, sicuramente troppo alti nel Collegato Ambientale, oltre che inaccettabili di per sé, come inquinanti ad continuum, per la persistenza e tossicità tardopatogena delle sostanze in oggetto. Chiara anche l’elementare esposizione delle diverse famiglie/catene in cui si dividono i Pfas. Fondamentale e dirimente invece la definizione del GenX – lavorato per anni in Veneto senza controlli – come «SOSTITUZIONE DEPLOREVOLE» del PFOA. Una definizione senza appello. Ed “estremamente preoccupante”, come già scritto nelle note precedenti. Sostanza permessa con AIA 2014 firmato dalla Regione Veneto – in piena emergenza Pfas, scattata nel 2013 – alla Miteni che ne ha lavorato 100 tonnellate all’anno. Fermata dopo l’avviso del Governo Olandese nel 2018 – che costrinse la Regione a controllare – durante la grande pressione popolare contro la fabbrica, scoppiata su questa sostanza dopo le prime rivelazioni dell’avvocato Rob Bilott – il primo a parlarcene in Italia – durante la sua visita nell’ottobre 2017. Su questa sostituzione deplorevole torna utile leggere anche lo scritto sul “Depistaggio C6O4/GenX” scritto da Alberto Peruffo nel maggio del 2019, oltre che la recente inchiesta sulle corresponsabilità consegnata poco prima dell’inizio del Processo Pfas dell’ottobre 2020.
    >> PFAS_paris_ispra_gennaio 2021
  • «L’assunzione alimentare è considerata una delle principali vie di esposizione umana agli acidi perfluoroalchilici». Nel mentre la Regione Veneto a febbraio 2021 non consegna ancora gli studi approfonditi sulle analisi degli alimenti, con relative georeferenziazioni, riportiamo questo importante studio del 2017 di un’area contaminata cinese dove si apprende che le uova commerciali sono molto meno inquinate di quelle prodotte in casa. Questo risultato generale è emerso anche in altri studi preliminari nelle aree contaminate del Veneto, pur sottolineando che la produzione cinese sitospecifica è diversa da quella di Miteni e quindi i risultati non si posso direttamente estrapolare. La ricerca è stata pubblicata sull’autorevole rivista Environment International grazie a una collaborazione tra l’Accademia delle Scienze di Pechino e le Università di Lancaster e Wallingoford britanniche. Per la prima volta, il PFBA è stato segnalato nelle uova e rilevato in tutti i campioni di uova.
    >> 2017-Su-Environ Int2017-Su-Environ Int

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+ Inseriti dal 22 gennaio 2021 al 5 gennaio 2021

  • L’importante documento di ISDE VICENZA – a firma di Francesco Bertola – in risposta al Collegato Ambientale di luglio 2020 proposto dal Ministero dell’Ambiente, del 16 gennaio 2021, prima del futuro tavolo tecnico sui limiti. Sulle PREMESSE si legge: «Il concetto di limite non è applicabile alle sostanze poli-perfluoroalchiliche per 2 motivi: queste sostanze sono dotate di proprietà interferenti endocrine; queste sostanze sono biopersistenti e bioaccumulabili. […] Per questi motivi l’unico limite razionale per le sostanze poli-perfluoroalchiliche è solamente uguale a zero, come già ribadito da ISDE nei suoi documenti del 2018 e  2019. […] L’unico ragionamento che si può fare è qual è l’arco temporale che ragionevolmente serve per raggiungere l’obbiettivo PFAS=zero, e come va gestito questo periodo di transizione, ma il limite=zero deve essere l’unico obbiettivo finale riguardo il valore dei limiti». Si capisce che l’intero discorso sul concetto di limite applicato ai PFAS, va riformulato. Perché, in ultima analisi, i PFAS non vanno limitati – amministrati – ma banditi. Certo, ci vorrà del tempo, ma questo è l’obiettivo. Leggi l’intero documento, con particolari attenzioni sulla tossicità delle nuove sostanze, come C6O4 e GenX >>
    https://pfasland.files.wordpress.com/2021/01/isde-vi-16.01.21-limiti-pfas-collegato-ambientale-1.pdf
  • Un breve chiarimento + allegato su cosa sia l’ADONA – spesso nominato con il C6O4 e il GenX – tra i PFAS di seconda generazione, grazie alle nostre corrispondenze scientifiche interne. «ADONA. Sinonimo: ammonium salt of DONA/Acid 231-H2), la formula chimica è C7H5F12NO4. È quindi un PFAS a catena corta. ADONA è un’alternativa del PFOA ed è utilizzata nella produzione di fluoropolimeri. È registrato all’ECHA e c’è un dossier con le informazioni presentate dall’industria. La registrazione fatta indica un volume di produzione modesto (10 ton/anno), ma in seguito al bando del PFOA le quantità potrebbero ora essere più elevate. La sostanza non è stata ancora adeguatamente studiata, sebbene non sia nuova e già attenzionata. Non c’è ancora una classificazione di pericolo armonizzata da parte dell’ECHA, ma solo un’autoclassficazione fatta dalle imprese. È attualmente oggetto di una valutazione PBT e si sta valutando nell’ambito del piano europeo di valutazione (CoRAP) da parte della Germania. Uno di motivi per cui è oggetto di valutazione CoRAP è come potenziale PBT (in allegato il documento di valutazione preliminare per cui la sostanza è inserita nel CoRAP). La sostanza è infatti persistente, non ci sono sufficienti evidenze di bioaccumulo, per questo sono stati richiesti ulteriori studi, in particolare sulla capacità di legarsi alle proteine. Questi nuovi composti rispetto agli omologhi PFAS sono stati modificati nella struttura, con l’inserimento di ossigeno tra la catene perfluorurate che le rendono più mobili e quindi possono presentare motivi di preoccupazione analoga alle PBT, come le PMT che hanno già portato alla identificazione del GenX come “estremamente preoccupante”. A valle di queste attività, potranno essere avviate proposte di gestione del rischio a livello UE, quali restrizione».
    >> https://pfasland.files.wordpress.com/2021/01/corap_justification_480-310-4_de_en_15063_en.pdf
  • Impressionante ricostruzione storica e parallelismo degli studi nascosti dalla DuPont della 3M sulla cancerogenicità dei vecchi PFOA, messi ora in parallelo con recenti studi sulla tossicità del GenX. Numerosi studi su animali da laboratorio, compresi quelli condotti da DuPont, dimostrano che GenX provoca effetti negativi sul fegato e sul sangue, insieme a disturbi del sistema immunitario e cancro del fegato, pancreas e testicoli. Si sa molto meno sugli effetti di GenX sugli esseri umani, ma l’EPA classifica la sostanza come “cancerogeno suggestivo”. DuPont è passata dalla produzione di PFOA all’utilizzo di GenX intorno al 2009 pensando che fosse più sicuro, ma lo studio NIEHS e altri suggeriscono che non è così. Da leggere assolutamente – l’articolo di richiamo del THE FAYETTEVILLE OBSERVER – nel silenzio-assenso della Regione Veneto e dei Ministeri italiani che hanno accesso a tutti questi dati e hanno permesso la lavorazione di queste sostanze senza controllo, negando che fossero conosciute nel 2014. La stessa storia si sta replicando dopo Miteni presso la Solvay di Spinetta Marengo con il C6O4. Sottolineiamo che pure Joe Biden – appena eletto – ha preso posizione contro i Pfas.
    >> https://eu.fayobserver.com/story/news/2020/09/14/nc-lawmakers-say-fighting-pfas-state-take-more-than-enforceable-standards/3470019001/

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+ Inseriti dal 5 gennaio 2021 al 18 dicembre 2020

  • La German Environment Agency pubblica ogni sei mesi WHAT MATTERS, la propria rivista nazionale con focus ambientali prioritari. Nel primo numero del 2020 dedica una monografia ai PFAS, a tutta la loro storia e utilizzo, con particolari storici davvero interessanti sulla contaminazione tedesca che fanno riscrivere la storia europea della contaminazione. Si apprende che fin dal 1985 la Germania ha posto grande attenzione sullo studio di queste sostanze, mentre in Italia i dirigenti dell’ARPAV – equivalente regionale dell’Agenzia tedesca – hanno sempre negato che di queste sostanze si sapesse qualcosa prima del 2013 [v. nostra inchiesta sulle CORRESPONSABILITÀ]. D’altra parte basta leggere l’ultimo Rapporto sullo Stato dell’Ambiente del Veneto 2020 redatto dall’Agenzia regionale per vedere approccio e priorità diverse (non una parola sulla bonifica della MITENI, ancora non partita, con lacune impressionanti sui PFAS di nuova generazione, a mala pena citati). Qui la rivista tedesca, da confrontare con il report italiano >>
    https://www.umweltbundesamt.de/sites/default/files/medien/2546/publikationen/200922_uba_sp_1-2020_eng-web_0.pdf
  • L’Università di Harvard pubblica il primo studio dei ricercatori del National Institute of Environmental Health Sciences che associa livelli più elevati di PFAS durante la gravidanza a un progressivo rischio cardiometabolico, misurato tre anni dopo il parto. Lo studio ha preso in considerazione più di 400 donne in cinta e dimostra la tossicità di Pfas specifici sulle disfunzioni organiche/biometriche dei nascituri e sulla salute materna >> https://www.niehs.nih.gov/research/supported/sep/2020/pfas-exposure/index.cfm
  • Sempre legati allo studio sopra, è ora disponibile il rapporto finale degli studi di 2 anni sulla tossicità e cancerogenicità del PFOA, stilato dal National Toxicology Program nel maggio 2020 >> https://ntp.niehs.nih.gov/publications/reports/tr/500s/tr598/index.html
  • La tesi di laurea magistrale di Lorena Renata Tamas, seguito dal Prof. Roberto De Vogli  – vice-direttore del Centro Diritti Umani dell’Università di Padova, professore associato di salute globale presso le Università del Michigan e l’University College di Londra – per il Dipartimento di Psicologia dello Sviluppo e della Socializzazione, dal titolo: Sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) e salute: il caso del Veneto. Oltre al prezioso indice e relativa elaborazione sugli Effetti dei Pfas sulla salute delle persone, le Azioni di promozione declinate al Caso del Veneto, in calce si trova una delle più complete e analitiche bibliografie sul tema >> TESI PFAS 2020 TAMAS
  • Lo Student Paper del Law and Technology Research Group dell’Università di Trento dal titolo PFAS E INQUINAMENTO DELLE FALDE ACQUIFERE VENETE: LA TUTELA CIVILISTICA FRA DANNO AMBIENTALE E AZIONI RISARCITORIE COLLETTIVE di Veronica Rasia, dove si studia la possibilità di fare una class action sul caso Pfas Miteni/Veneto. All’interno una buona ricostruzione della storia dell’inquinamento, ma soprattutto una supervisione aggiornata della giurisprudenza internazionale e nazionale in campo ambientale >> LTSP_n._60_trento_paper

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+ Inseriti dal 2 dicembre al 16 ottobre 2020

  • L’emergenza Covid incrocia la questione PFAS nei dispositivi sanitari. Si chiede una deroga “sanitaria” per la presenza non intenzionale di Pfoa in alcuni articoli. Da leggere con attenzione, senza ovviamente confondere gli inquinamenti industriali indiscriminati – fatte da industrie come MITENI, DUPONT, SOLVAY – con le molteplici applicazioni, molte delle quali in via di riconfigurazione e sostituzione. La notizia pubblicata da RETEAMBIENTE – Osservatorio di normativa ambientale >> https://www.reteambiente.it/news/43288/inquinanti-organici-persistenti-deroga-in-arrivo-per-il-pfoa/
  • Uno studio dell’ISS (Istituto Superiore di Sanità) pubblicato nel 2012 da DIOXIN 20XX – autorevole organizzazione scientifica sugli organologenati – ci fa capire che la questione alimenti/pfas non era affatto sconosciuta prima dello scoppio dell’emergenza PFAS in Veneto, Regione che ancora oggi non consegna alla cittadinanza le georeferenze circostanziate sugli alimenti. Lo studio dal titolo INTAKE OF SELECTED PFAS IN THE ITALIAN GENERAL POPULATION fu finanziato dall’Unione Europea per il Progetto PERFOOD (KBBE-227525) >> http://dioxin20xx.org/wp-content/uploads/pdfs/2012/1179.pdf
  • La stessa organizzazione citata sopra organizza un convegno nel 2016 a Firenze – anno in cui la Miteni iniziava ad organizzare la sua Lectio Magistralis negazionista presso la Confindustria di Montecchio Maggiore – dove esperti scienziati stimano i costi di bonifica nel bacino della Ruhr e in altri siti contaminati da Pfas, a causa del “solo” utilizzo di queste sostanze >> Rolland-Weber-PFOS-PFAS-German-activities-Final
  • Il nuovo studio EFSA sugli alimenti contaminati da PFAS con i nuovi limiti e i rischi per la salute umana. L’articolo di sintesi sul Fatto Alimentare sottolinea la novità sulla diminuzione della risposta immunitaria alle vaccinazioni. Qui il PDF dello studio >> https://efsa.onlinelibrary.wiley.com/doi/epdf/10.2903/j.efsa.2020.6223
  • L’Harvard School of Public Health, guidati Philippe Grandjean, hanno scoperto che i bambini esposti a PFAS hanno concentrazioni di anticorpi significativamente ridotte dopo le vaccinazioni contro il tetano e la difterite. Lo studio di follow-up su operatori sanitari adulti ha trovato risultati simili, mentre una ricerca separata dello stesso Grandjean, ancora da sottoporre a revisione paritaria, ha mostrato che una molecola di queste sostanze, il perfluorobutirrato (o PFBA), si accumula nei polmoni e può aumentare la gravità della malattia sofferta da persone infettate da Covid-19. Estimated Exposures to Perfluorinated Compounds in Infancy Predict Attenuated Vaccine Antibody Concentrations at Age 5-Years >>
    https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6190594/

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+ Inseriti dal 15 ottobre al 16 settembre 2020

  • Il National Cancer Institute statunitense pubblica il più grande studio fino ad oggi mai fatto sulle associazioni dei PFAS con il rischio di cancro al rene. Jonathan Hofmann, Ph.D., MPH, ricercatore di ruolo nel ramo dell’Epidemiologia Ambientale sul Lavoro, e collaboratori, hanno scoperto che i partecipanti allo studio con le più alte concentrazioni di PFOA nel siero del sangue avevano più del doppio delle probabilità di sviluppare il cancro del rene rispetto a quelli con le concentrazioni più basse. Questi risultati sono stati pubblicati il 18 settembre 2020. Nello studio caso/controllo sono stati analizzati 324 soggetti che hanno sviluppato cancro al rene con 324 soggetti sani. Le evidenze sono emerse confermando la cancerogenicità delle sostanze studiate e il grande pericolo per la salute pubblica >> https://dceg.cancer.gov/news-events/news/2020/pfoa-kidney
  • Il VIDEO del quarto Seminario sui PFAS (21 settembre 2020) organizzato dall’European Environmental Bureau dove si affrontano, con domande e risposte, gli aspetti riguardanti le misurazioni dei PFAS: Measuring PFASs – possibilities and challenges >> https://www.dropbox.com/s/2eqwke1dj4h2jx5/PFAS%20Webinar%204%20-%2021%20September.mp4?dl=0
  • Il VIDEO del terzo Seminario sui PFAS (17 settembre 2020) organizzato dall’European Environmental Bureau, in collaborazione conACES (Stockholm University), PERFORCE3. Si parla di tutti gli utilizzi dei PFAS: PFAS and the Essential Use Concept >> https://www.aces.su.se/events/aces-seminar-series-panel-discussion-on-pfas-and-the-essential-use-concept/
  • Il PDF delle slide del secondo Seminario sui PFAS (14 settembre 2020) organizzato dall’European Environmental Bureau. Si affrontano i punti salienti della tossicologia: (Eco)toxicology of PFAS:A few highlights >> DeWitt_EEB_14920
  • Il PDF delle slide del primo Seminario sui PFAS (7 settembre 2020) organizzato dall’European Environmental Bureau. Un’ampia Overview che parte dalle restrizioni PFOA comunicate dalla 3M USA nel 2000, con storia, dettagli, produzioni, usi >> 2020_PFAS_production&use_4Sept
  • In partenza il terzo step della Ricerca PERFORCE che ha dato l’inizio alla questione PFAS a livello europeo, trovando nel primo step (partito nel 2005) il Po come il fiume più contaminato d’Europa. Possibilità di iscriversi per i nostri ricercatori: «ITN (Innovative Training Network) PERFORCE3 (PER and polyfluorinated alkyl substances (PFASs) towards the Future Of Research and its Communication in Europe 3) è un programma di formazione alla ricerca di dottorato multi-partner a livello europeo nel campo dei contaminanti PFAS coordinato dall’Università di Stoccolma e finanziato dal programma di ricerca e innovazione Horizon 2020 dell’Unione europea nell’ambito delle azioni Marie Skłodowska-Curie. I PFAS comprendono più di 4700 sostanze e sono fonte di grande preoccupazione a livello mondiale a causa di rischi poco definiti per l’ambiente e la salute umana. PERFORCE3 migliorerà notevolmente la comprensione di questi contaminanti pervasivi a livello globale, troverà soluzioni per i problemi di contaminazione da PFAS e migliorerà i quadri e le politiche di valutazione del rischio ambientale e per la salute umana >> https://perforce3-itn.eu/

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+ Inseriti dal 5 agosto al 15 luglio 2020

  • Un gruppo internazionale di ricercatori del Centre for Materials and Coastal Research e dell’Helmholtz Centre for Polar and Marine Research, entrambi in Germania, e della Harvard University, hanno fatto una scoperta sconcertante nelle acque dell’Oceano Artico. Analizzando campioni provenienti dallo Stretto di Fram, il principale collegamento tra l’Oceano Atlantico e quello Artico, i ricercatori hanno rilevato un’elevatissima contaminazione chimica, con ben 29 diversi PFAS, tra cui l’HFPO-DA (GenX), sostanza sviluppata negli ultimi anni per sostituire i vecchi composti (nello specifico PFOA e PFOS). Rilevando una crescente contaminazione chimica e, in particolare, livelli più elevati di PFAS nell’acqua in uscita dall’Oceano Artico, lo studio pubblicato su ENVIROMENTAL SCIENCE & TECNOLOGY suggerisce che queste sostanze siano lì arrivate attraverso l’atmosfera e non, come inizialmente s’era creduto, con le correnti marine >> https://pubs.acs.org/doi/abs/10.1021/acs.est.0c00228
  • L’importante CALL dell’EFCT (European Fluorocarbons Technical Committee) a seguito della presa di posizione delle autorità nazionali di cinque stati (Germania, Paesi Bassi, Norvegia, Svezia e Danimarca), le quali hanno invitato le parti interessate a inviare testimonianze in merito all’uso di sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) entro il 31 luglio 2020. IMPORTANTE ESTENSIONE DELLA DEFINIZIONE DI PFAS: «Questo riguarda anche gli HFC, gli HFO e gli HCFO: la definizione di PFAS usata nel sondaggio include anche ogni sostanza dei gruppi CF2 e CF3. EFCTC ritiene che tale definizione superi di gran lunga la tradizionale definizione di PFAS, ma che sia comunque importante presentare prove al riguardo».  Pubblicato sulla rivista INDUSTRIA & FORMAZIONE >> https://industriaeformazione.it/2020/07/17/reach-initiative-cinque-stati-europei-si-interrogano-sulle-sostanze-pfas/

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+ Inseriti dal 15 giugno al 15 luglio 2020

  • DIVIETO PFOA in Europa! Dal 7 luglio 2020 è vietata la sua fabbricazione, l’immissione in commercio e l’uso ai sensi del Regolamento (UE) 2019/1021 (POPs – Persistent Organic Pollutants). La nuova delinera si trova nel Regolamento delegato (UE) 2020/784 della Commissione, dell’8 aprile 2020 – pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea – recante modifica dell’allegato I del regolamento (UE) 2019/1021 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda l’inserimento dell’acido perfluoroottanoico (PFOA), dei suoi sali e dei composti a esso correlati >> https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/
  • Gli articoli di SCIENCE tradotti in esclusiva con licenza urgente dalla nostra redazione prima della Conferenza dei Servizi ad Alessandria del 29 giugno 2020 che voleva ampliare la produzione di C6O4 alla Solvay Solexis di Spinetta Marengo a causa probabile della dismissione degli impianti Miteni di Trissino. Negli estratti emergono inquietanti e sorprendenti collegamenti tra la Solvay italiana e quella americana, ma pure l’allerta degli scienziati per queste nuove sostanze non ancora regolamentate, ma già contrassegnate nei registri dell’ECHA con simboli ben più inquietanti dei vecchi PFAS >> https://pfas.land/2020/06/21/21-giugno-2020-sale-linteresse-internazionale-per-i-pfas-i-due-importanti-articoli-di-science-emergono-collegamenti-con-la-solvay-italiana-di-spinetta-marengo-e-le-produzioni-americane-le-lacun/
  • L’articolato spazio di indagine sui PFAS offerto dall’Australian National University per dialogare con la popolazione dei territori australiani contaminati da PFAS, in particolare per l’uso delle schiume anticendio nelle basi militari. Lo studio diviso in due fasi, prevede diversi step e approfondimenti scientifici, clinici e di comunicazione con la popolazione, mettendo in opera un processo di assoluto rilievo ed esemplarità >> https://rsph.anu.edu.au/research/projects/pfas-health-study

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+ Inseriti tra il 22 maggio e il 6 giugno 2020

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+ Inseriti il 30 aprile 2020

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+ Inseriti il 12 gennaio 2020

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+ Inseriti il 20 dicembre 2019

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+ Inseriti il 15 novembre 2019

  • La Tesi di Laurea in Diritto ambientale dell’Unione europea (anno accademico 2016/2017 – Università di Ferrara) di Paolo Salbego dal titolo L’AZIONE DELL’UNIONE EUROPEA NEL SETTORE DEGLI INQUINANTI ORGANICI PERSISTENTI. Oltre alla grande mole di dati di carattere giurisprudenziale che aiuta a capire la situazione normativa ai vari livelli territoriali – regionali, nazionali, europei – molto utile la lettura della parte terza, dove dalla Ricerca Perforce del 2006 – che scopre il Po come il fiume più contaminato da PFAS – si arriva ai giorni nostri per riflettere su ciò che è stato o non è stato fatto in Veneto per salvaguardare la popolazione, adottando ad esempio il principio di precauzione e fermando le produzioni in corso >> https://comunivirtuosi.org/wp-content/uploads/2018/08/Salbego.pdf

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+ Inseriti il 13 novembre 2019

  • Il curioso – per tempistica e contenuti – Studio finalizzato all’individuazione di potenziali sostituti delle sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) a catena lunga di minore impatto ambientale e sanitario assegnato dal Ministero dell’Ambiente all’ISTITUTO DI RICERCHE FARMACOLOGICHE MARIO NEGRI. La data del documento – non rinvenibile nel documento stesso! e neppure negli ricerca archivistica di cui siamo dotati – è del 5 aprile 2019. L’inizio dello studio è datato 21 dicembre 2017. Forse dimostra la solerzia del Ministero nell’assegnare la ricerca sui nuovi pfas a catena corta, dopo la confusione fatta in Regione e che sarà protratta fino al 2018 e allo scoppio del caso GenX e C6O4. Lo studio dimostra – in estrema sintesi – l’assoluta non affidabilità tossicologica di tutti i derivati del fluoro, siano essi pfas C4 o C8 o sostituti. Gli stessi che voleva continuare a produrre la Miteni con l’assenso delle amministrazioni locali, come dimostra la celebre Commissione Collirio e la Lectio Magistralis del Dott. Angelo Moretto, poi saltate entrambe >> Ministero_Ambiente_relazione_finale_studio_pfas_Mario_Negri_2017_2019

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+ Inseriti il 9 novembre 2019

  • L’articolo del Dott. Vincenzo Cordiano che riprende un recente studio sperimentale sulla contaminazione del radicchio rosso messo sotto PFAS, sia a catena corta sia a catena lunga, compiuto da ricercatori dell’Università di Padova, dell’IRSA-CNR e dell’ARPAV, condotto in serra, irrigando ceppi di radicchio rosso con acqua contenente concentrazioni variabili di 9 PFAS. L’anteprima dello studio su Science Direct >> https://www.sciencedirect.com/science/article/

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+ Inseriti il 4 ottobre 2019

  • L’articolo di MICRON – ecologia, scienza e conoscenza dove l’Unità di Epidemiologia ambientale e registri di patologia, IFC CNR, di Pisa fa il punto dopo la dichiarazione della Danimarca che annuncia il divieto di utilizzo dei PFAS nei contenitori per alimenti, seguita dagli Stati Uniti che comincia ad interrogare i giganti della grande distribuzione per muoversi verso una nuova strada più attenta alla salute e all’ambiente, «per quanto concerne i potenziali composti chimici che destano preoccupazione» >> PFAS e alimenti: storia di una contaminazione

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+ Inseriti il 24 giugno 2019

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+ Inseriti il 15 maggio 2019

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+ Inseriti il 22 marzo 2019

  • Il Report Greenpeace che denuncia come le autorità locali e gli enti di controllo ambientali (Provincia di Vicenza e ARPAV) avrebbero potuto far emergere l’inquinamento già a metà degli anni duemila. E potrebbero, quindi, aver avuto un ruolo chiave nel ritardare gli interventi di bonifica e le indagini penali a carico dell’azienda chimica Miteni.: Le verità sul caso PFAS: come la popolazione veneta è stata condannata ad anni di grave inquinamento >> briefing_greenpeace_pfas_03_19

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+ Inseriti l’11 febbraio 2019

  • Lo studio sui lavoratori MITENI coordinato dal Dott. Enzo Merler: La concentrazione di sostanze perfluorurate nel sangue dei dipendenti ed ex dipendenti delle ditte RIMAR e MITENI (Trissino, Vicenza). Studio Girardi-Rosina-Merler >> Studio Merler e Girardi su PFAS lavoratori Miteni, 12-2018

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+ Inseriti l’8 gennaio 2019

  • L’articolo della prestigiosa rivista scientifica NATURE mostra come pure il filo interdentale e il packaging alimentare possano costituire una fonte di PFAS per il nostro organismo: Serum concentrations of PFASs and exposure-related behaviors in African American and non-Hispanic white women
    >> https://www.nature.com/articles/s41370-018-0109-y

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+ Inseriti il 17 novembre 2018

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+ Inseriti il 1 ottobre 2018

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+ Inseriti il 19 settembre 2018

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+ Inseriti prima dell’11 settembre 2018 e altri documenti storici sui PFAS emersi durante le nostre ricerche
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Foto Cover Giovanni Fazio, Assemblea Studentesca a Cologna Veneta con il film The Devil We Know, 2019

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