L’ARCIPELAGO NO PFAS | STOP CRIMINI AMBIENTALI

LET’S STOP ENVIRONMENTAL CRIMES

Il Veneto centro-occidentale dove insiste la contaminazione da PFAS – il più grande inquinamento delle acque potabili e ad uso irriguo del mondo occidentale – coinvolge una popolazione di circa 350.000 persone, potenzialmente 800.000, ed è attualmente sotto processo penale e all’attenzione del mondo intero. Leggi la lettera all’ONU e gli articoli collegati, prodotti come SINTESI nel periodo settembre-dicembre 2022 >> https://pfasland.files.wordpress.com/2021/11/documento-onu-pfas-2021.pdf

Il movimento NO PFAS è un arcipelago di gruppi, comitati, associazioni, cittadini che si riuniscono in modo più o meno spontaneo o strutturato, sia nelle riunioni specifiche sia in quelle generali, per risolvere la questione PFAS esplosa in Veneto nel 2013. Un vero e proprio «movimento in movimento», ricco di specificità e procedure diverse, intelligenze multiple, tutte unite sullo stesso obiettivo: il più grave inquinamento dell’acqua potabile in Europa che ha colpito la popolazione di una vastissima area antropizzata del Nord Italia.

Si va dalle Mamme No PFAS agli Angry Animals dei Centri Sociali del Nordest, passando per associazioni storiche dell’ambientalismo italiano come Greenpeace e Legambiente, fino a raccogliere competenze dei gruppi di medicina ambientale e medicina del lavoro di livello nazionale come ISDE e Medicina Democratica, o locale come CiLLSA, associazione di Arzignano, senza trascurare i giovani di Fridays For Future o i nuovi gruppi radicali anticapitalisti come RISE UP 4 CLIMATE JUSTICE. Fondamentale fin dall’esordio della questione l’azione dei grandi raggruppamenti ambientalisti come il Coordinamento Acqua Bene Comune di Vicenza e Verona che raccoglie oltre ad alcune associazioni già citate, tutta la grande ricchezza dei Gruppi di Acquisto Solidale, in particolare la Rete Gas Vicentina. Grande importanza hanno poi i gruppi territoriali NO PFAS indipendenti in continua nascita e relazione costante con il grosso del movimento, spesso fautori di fondamentali analisi del sangue e delle acque locali. Si è aperta anche una schietta interlocuzione con i sindacati dei lavoratori – come la CIGL di Vicenza, oltre alle sigle di base – che hanno accettato di prendere la nostra lotta con sé.

Questo arcipelago si muove a cascata continua e ramificata, come fosse un fiume a ramificazione delta, imprevedibile, che si allarga e si divide nel corso del tempo, continuamente, con assoli o di concerto, sporadiche tracimazioni, per meglio colpire/agire/studiare, ed infine scendere imponente e riunirsi ad estuario nei momenti delle grandi manifestazioni, riunioni, marce, conferenze. La porta è aperta, nessuno escluso, nel rispetto/valorizzazione delle diversità e del comune obiettivo: un ambiente migliore che metta l’economia del profitto e del lavoro a tutti i costi sempre dietro alla politica dei territori, alla dignità sociale, alla salute dei cittadini, alla salubrità degli stessi spazi dove ognuno svolge le proprie funzioni, qualsiasi esse siano. In due parole, prima l’ambiente, poi di concerto tutto il resto. Prima il rispetto dell’altro da sé, fondativo del sé, del reciproco riconoscimento, poi tutto il resto. Prima il noi, dopo, e per cui, l’io. Prima il comune, dopo il privato. In continuo rapporto dialettico e mai scontato con il pubblico.

Esistono Gruppi di Lavoro Interpartes coordinati e strutturati, con referenti e competenze di alto livello, tra cui medici, scienziati in diverse discipline, ricercatori, semplici e preparatissimi cittadini attivi, artisti, grafici, naturalisti, editori. Non sempre e non tutti possono partecipare a tutto, condividere la complessità e la molteplicità delle azioni. Ciò non toglie la possibilità di partecipare e interagire – anche con poco o in piccola parte – per poter tutti migliorare e costruire un mondo migliore. Insieme.

Se vuoi partecipare alle nostre riunioni generali – alla nostra straordinaria “una sola moltitudine”, al nostro grande arcipelago e comitato di redazione interdiscplinare – scrivi a redazione.pfasland@gmail.com

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NOTA //

«La terra dei pfas – pfas.land [an exemplary critical-critical zone] – non è altro che la Terra violata dall’artificio “pre-potente” dell’essere umano, espresso da uno dei suoi prodotti più potenti e subdoli, in quanto incolore/inodore/insapore, un inquinante perfetto, una molecola chimica che incarna meglio di qualsiasi altra metafora ciò che quell’artificio esageratamente spinto “oltre la soglia” rappresenta: l’ingordigia del profitto ad ogni costo. Ambientale, sociale, personale. In definitiva, ecologico e sociale, oggi “climatico” – terrestrial – ovvero sia contro tutti, perfino i figli di chi lo produce. Non solo, un pericolo normalizzato e normato. Ossia, il pericolo biochimico passato per via istituzionale. Per un fatto normale. Dosato quotidianamente. Con delle dosi quotidiane (TDI) o settimanali (TWI) permesse. Come norma di un’intera società. La cui conseguenza più estrema è il biocidio/ecocidio. Che è qualcosa che oltrepassa il suicidio individuale. E diventa un fatto comune tra i territori. Un suicidio collettivo. Il suicidio del territorio. Della vita che la terra esprime attraverso la presenza umana. La violenza del lavoro sulla natura e sullo stesso umano, vittima di se stesso. L’arroganza istituzionale del profitto.

Nell’Antropocene, nel Capitalocene – l’epoca umana “industriosa”, del lavoro e consumo senza freni – il CRIMINE AMBIENTALE è un fattore primario di cambiamento climatico e ingiustizia sociale. La storia specifica della Miteni, fabbrica chimica di Trissino, e dei suoi territori, il Veneto contemporaneo, è emblematica del crimine ambientale ISTITUZIONALIZZATO. Capitalizzato. Una storia di valenza esemplare per tutti gli altri territori, TRANS-TERRITORIALE, quindi per certi versi universale, senza confini, come la diffusione della contaminazione per via sotterranea. Fermare questa diffusione e innescare nuove pratiche di comunità e socialità – di cittadinanza e municipalismo attivo – è il nostro compito. Una rivoluzione quotidiana, attraverso la composizione di rete delle nostre conoscenze e delle nostre azioni, molteplici e singolari allo stesso tempo» – scritta dai coordinatori della redazione per introdurre il lavoro di gruppo alle parti in causa.

«È questa forse l’occasione per un cambiamento radicale» – dalla presentazione di PFAS.land su Altreconomia di giugno 2019.

La prima linea della nascenti mamme no pfas nella Marcia dei Pfiori 2017

FOTO COVER di Federico Bevilacqua – 22 aprile 2018. Giornata contro i crimini ambientali fronte Miteni

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