16 marzo 2024 | LA REGIONE VENETO ADERISCE ALL’UNANIMITÀ AL BAN PFAS MANIFESTO. BOTTACIN REVOCHI LA QUERELA CONTRO IL COORDINATORE ITALIANO, ENTRO IL 13 GIUGNO, PER DARE COERENZA A UNA PIETRA MILIARE. E LA REGIONE METTA IN OPERA LE PRATICHE ALLA BASE DEL BANDO

di Comitato di Redazione

Molte sono le contraddizioni del Veneto nel suo insieme emerse in questi anni nella lunga lotta che ha portato comunque ed ovunque dei grandi passi in avanti sulla questione PFAS.

Un grande passo “politico” è stato fatto martedì scorso in Consiglio della Regione Veneto che ha votato all’unanimità il bando dei PFAS espresso dal manifesto europeo BAN PFAS coordinato per l’Italia dall’attivista Alberto Peruffo, con l’aiuto di Giuseppe Ungherese di Greenpeace e con la partecipazione di tutte le associazioni ambientaliste e di impegno sociale che da anni partecipano alla lotta.

SI DIA SPAZIO ALLA COERENZA

Come sottolinea Greenpeace: «Dal Consiglio regionale del Veneto arriva un chiaro messaggio politico: Stop Pfas. La Regione si è infatti unita alle nostre richieste, e a quelle di altre decine di organizzazioni, per chiedere di vietare l’uso e la produzione dei Pfas. Che cosa aspettano le altre Regioni come il Piemonte e la Lombardia, in cui si registrano gravi casi di contaminazione, a unirsi al Veneto e alla società civile? Speriamo che il messaggio che arriva oggi dal Veneto, teatro di uno dei più gravi casi di inquinamento da Pfas in Europa (tuttora irrisolto), venga recepito dal nostro governo, a cui l’istanza è già stata inviata. Serve subito una legge nazionale che vieti l’uso e la produzione dei Pfas. Nessuno deve essere esposto a questi pericolosi inquinanti».

Dal canto suo Bottacin dichiara nel Comunicato Ufficiale 428 dal titolo BENE LA RISOLUZIONE VOTATA ALL’UNANIMITA’ DAL CONSIGLIO. È UNA BATTAGLIA CHE CONDUCO DAL 2015: «La risoluzione votata oggi dal Consiglio regionale, all’unanimità, con cui si chiede di aderire al ‘Manifesto Ban Pfas’ è un’ottima cosa. È dal 2015 che chiedo a Roma e a Bruxelles, ovvero a Stato ed Europa, di intervenire con limiti e messa al bando dei PFAS. Il mio impegno è testimoniato dai verbali dell’apposita Commissione bicamerale che – evidenzia l’Assessore -, dopo avermi audito più volte, ha ammesso che i limiti e la messa al bando non sono di competenza della Regione, ma bensì dello Stato e dell’Europa».

Senza entrare nei dettagli delle dichiarazioni “storiche” di Bottacin e del comportamento della Regione Veneto in questi anni – ampiamente documentate nel nostro sito e nei nostri documenti consegnati durante la Missione Pfas delle Nazioni Unite (convocata da una lettera scritta sempre da Peruffo e da lui coordinata nel dettaglio) – prendiamo atto di questo passo politico unanime promosso dalla consigliera regionale Cristina Guarda, sottoscritto da Gianpaolo Bottacin come Assessore all’Ambiente della Regione, lo consideriamo come atto politico superpartes che segna una pietra miliare nella storia dei PFAS. Come prendiamo atto dell’impegno sui nuovi acquedotti Anti Pfas inaugurati questa stessa settimana a Montagnana, risultato di uno sforzo collettivo la cui spinta ai ministeri e alla Regione per ricevere i necessari fondi (milioni di euro) arriva soprattutto dalle cittadinanze attive, con decine di incontri/conferenze/sit.in e manifestazioni con migliaia di persone.

Michela Piccoli (Mamme No Pfas), Claudia Marcolungo (Uni PD), Alberto Peruffo (PFAS.land), Giuseppe Ungherese (Greenpeace), Francesco Bertola (ISDE), durante la presentazione del Bando PFAS – Foto di Gianpaolo Zanni (CGIL Vicenza)24 maggio 2023


Tuttavia, per dare coerenza a questa pietra, l’Assessore Bottacin è invitato a revocare la querela a Peruffo denuncia che ha dato avvio a un processo penale in corso per reato di diffamazione – a seguito della trasmissione Centocittà Radio Rai 1 del 17 aprile 2019 dove semplicemente e rigorosamente il nostro coordinatore – tra i leader della lotta No Pfas, chiamato dalla redazione RAI – esprimeva “in diretta” un solido dubbio di fiducia sulla Regione Veneto, i suoi amministratori, Bottacin stesso, per i fatti accaduti tra il 2013 e il 2019 dove il Presidente Zaia, gli Assessori Coletto e Bottacin, il dirigente della sanità Domenico Mantoan, si dibattevano “tra di loro” sui giornali regionali (Corriere della Sera e il Giornale di Vicenza) per non aver portato alla luce, dai “cassetti amministrativi”, i primi documenti sanitari sull’emergenza Pfas, riportando ognuno delle versioni differenti. Bottacin e Zaia ancora ci sono. Mantoan e Coletto si sono defilati. Dalla scena politica regionale.

Nella stessa trasmissione del 2019 – in presenza di importanti autorità, come il Dottor Carlo Foresta e il Comissario PFAS Nicola Dell’Acqua, a quel tempo direttore dell’Arpav – quel dubbio di fiducia fu espresso anche per le analisi alimentari (rilasciate ai cittadini con il ricorso al TAR nel 2021!), oltre che per gli aspetti sanitari e ambientali, nel mentre la Regione spostava l’attenzione nazionale sul Po, di cui invece si sapeva da anni ed era l’origine di tutta la vicenda PFAS dal 2011.

Dubbio rinforzato oggi dagli atti processuali recentissimi. Lo studio epidemiologico di cui Mantoan stesso si compiaceva il 28 aprile 2016 – tra gli argomenti sottointesi del dibattito oggetto di querela – non è mai stato eseguito e di fatto è rimasto chiuso nel cassetto degli accordi “segreti e sconosciuti” tra Stato e Regione, come rivelato dal dirigente ISS Pietro Comba il 29 giugno 2024, durante il Processo Miteni. Vogliamo portare questo dubbio al livello di sanzione penale?


Perché mai in quegli anni attaccare con una denuncia penale l’attivista che più di ogni altro a voce libera e indipendente – e, insieme a tutti gli altri, con fatti e documenti – ha avuto il coraggio di portare alla luce del sole le contraddizioni di una regione italiana dove per anni ha lavorato impunemente la più grande produttrice di PFOA a livello mondiale, fornitrice della DuPont? Di portare alla luce non certo per attaccare personalmente uno o l’altro degli amministratori del Veneto, ma solo per amore di verità e giustizia, sconcertato dalle contraddizioni, dai capovolgimenti di senso e di opinione. Per amore dei territori e della loro salubrità/vivibilità, qui compromesse. Perché mai denunciare, intimidire, come già aveva fatto la Procura di Vicenza nel 2018, su pressione probabile degli industriali che coprivano la Miteni e interessi simili, con un altro processo penale (per il “blocco simbolico” della Miteni 2017) poi lasciata andare in prescrizione per l’infondatezza delle accuse?

Dunque se quelle contraddizioni sono il fondamento di un legittimo atto di sfiducia per la debolezza delle Istituzioni (regionali, statali, locali), confortato da fatti emersi pubblicamente nei giornali e nei documenti fattuali, oggi la Regione Veneto vuole con questa risoluzione politica riguadagnare fiducia, dimostrando un suo impegno maggiore e programmatico. Ma lo può fare dando seguito a quella risoluzione con un primo atto di coerenza revocando l’inconsistente querela contro colui che per primo ha firmato il BAN PFAS Manifesto per gli italiani – oggi firmato dalla Regione! da Bottacin! -, che ha coordinato la presentazione dello stesso al Parlamento Italiano presso la Camera dei Deputati, e che è stato tra i promotori principali della lotta che ha portato al grande processo per reati ambientali attualmente in corso presso la Corte d’Assise di Vicenza, processo dove la Regione stessa è parte civile. Formando addirittura il primo Gruppo Giuridico-Legale che ha istruito il processo, confrontandosi direttamente con tutti i procuratori, capo e sostituti, commissioni regionali e Commissione Ecoreati.

Bottacin lo faccia entro il 13 giugno, data appena comunicata della nuova udienza presso il Tribunale di Belluno, dove l’Assessore ha spostato la causa dopo l’abbandono della stessa da parte della Giunta Regionale, che in un primo momento aveva firmato un comunicato, parziale e contradditorio, come reazione alle dichiarazioni di Peruffo.

Si dia spazio alla coerenza. La giustizia – processuale e fattuale – arriverà di conseguenza. Lo faccia prima della prescrizione. Così da dimostare che la politica per una volta gioca di anticipo rispetto ai tempi della burocrazia, che non sono i tempi della nostra salute, ambientale e sociale. Ragione per cui gli attivisti sono costretti a osare e pronunciare parole ed azioni forti, scomode al potere. Qualsiasi esso sia.

Comitato di Redazione PFAS.land
16 marzo 2024

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FIRMA LA GRANDE PETIZIONE EUROPEA PER BANDIRE I PFAS

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Nota del Dott. ISDE Giovanni Fazio del 14 marzo 2023

«Abbiamo comunque bisogno di coerenza. Dopo questa presa di posizione unanime ci aspettiamo che la Regione inverta la strada fino ad ora seguita.; consenta ai medici la possibilità di mettere in atto la prevenzione chiedendo esami per accertare la presenza di PFAS nei soggetti a rischio, inserisca la ricerca dei PFAS nelle donne in gravidanza, attivi formazione nel personale dei consultori familiari per informare le coppie che desiderano avere un figlio, imponga allo SPISAL l’obbligo di controllare la presenza di PFAS negli addetti a lavorazioni a rischio. Alle belle parole debbono seguire i fatti. Abbiamo bisogno di sicurezza alimentare. Etichette sui cibi con informazioni precise su presenza di PFAS e pesticidi, controllo delle derrate alimentari che arrivano dai territori inquinati. Intervenga contro le micro e nano plastiche. Si renda conto che la salute e la vita dei cittadini dipende dalla prevenzione».
Giovanni Fazio, CiLLSA Arzignano

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PRESENTAZIONE NUOVO LIBRO PFAS

Alberto Peruffo e PFAS.land presentano il nuovo libro di Giuseppe Ungherese appena uscito per Altreconomia >> https://altreconomia.it/prodotto/pfas/

11 aprile VICENZA – Caracol Olol Jackson – ore 20.45 >> https://laboratoriopolitico.org/calendario/https://www.caracolol.it/
a cura di Marzia Albiero, Mercato Genuino Km EquZero 

12 aprile ARZIGNANO – Teatro Mattarello – ore 9.45 >> https://www.inarzignano.it/2024/03/pfas-gli-inquinanti-eterni-incontro-al-mattarello-con-giuseppe-ungherese-e-alberto-peruffo/
a cura di Donata Albiero e Giovanni Fazio, Cillsa – Gruppo Educativo Zero Pfas

12 aprile – ALTE DI MONTECCHIO MAGGIORE – Sala Civica Alte – ore 20.45 >> https://altreconomia.it/eventi/presentazione-di-pfas-di-giuseppe-ungherese-a-alte-ceccato-montecchio-maggiore-vi/
a cura di Altreconomia – Unicomondo


// Foto Cover principale, Camera dei Deputati, 24 maggio 2023 >> Seduti > Claudia Marcolungo (Uni PD), Alberto Peruffo (PFAS.land), Giuseppe Ungherese (Greenpeace), Francesco Bertola (ISDE); in piedi > Gianpaolo Zanni (CGIL Vicenza), Claudio Lupo (ISDE Caracol PFAS.land), Luca Cecchi e Michela Piccoli (Mamme No Pfas)

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