12 gennaio 2021 | COSA SONO I PFAS? EVITANDO L’EFFETTO LAMPIONE. L’ARTICOLO DELL’EUROPEAN ENVIROMENTAL BUREAU. PREOCCUPAZIONI E STRATEGIA EUROPEA PER IL FUTURO

introduzione di Dario Zampieri
articolo di Jean-Luc Wietor

Dopo le traduzioni autorizzate di due articoli sui Pfas (2020) comparsi sulla prestigiosa rivista scientifica Science, dopo aver tradotto ufficialmente in italiano il docufilm (2019) The Devil We Know e aver coordinato la testimonianza diretta in Italia dell’avvocato americano Robert Bilott in un grande teatro strapieno (Lonigo 2017, comune nell’epicentro della contaminazione) e presso le autorità del Veneto, gli attivisti e ricercatori del Comitato di Redazione Interdisciplinare PFAS.land hanno iniziato in questi mesi una nuova libera collaborazione internazionale con la sezione “Industria e Salute – Sostanze chimiche” dell’EEB (European Environmental Bureau), la più grande rete europea di organizzazioni civili di cittadini (più di 160 organizzazioni di oltre 35 paesi), con sede a Bruxelles, che opera fissando l’agenda, monitorando, fornendo consulenza e influenzando il modo in cui l’UE affronta questi problemi. La collaborazione ha portato ad una nuova e importante traduzione.

L’European Environmental Bureau è sostenuto nelle sue attività di ricerca e divulgazione da Unione Europea, Organizzazioni ed Agenzie Intergovernative (FAO, OECD, UNECE, UNEP), governi (tra cui quello italiano, con il Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare), oltre a fondazioni ed altre organizzazioni. Sul loro sito si può leggere che uno studio del 2016 mostra che gli effetti degli interferenti endocrini (EDC), che contribuiscono sostanzialmente alle malattie riproduttive nelle donne, costano in Europa 1,4 miliardi di euro l’anno (oltre naturalmente alle sofferenze umane, che non sono quantificabili).

Uno dei prodotti del gruppo di lavoro sulle Sostanze chimiche è il documento «PFASs – avoiding the streetlight effect», che in modo semplice e con l’ausilio di efficaci illustrazioni cerca di popolarizzare un tema molto complesso ed ostico ai non addetti ai lavori, quello della natura e degli usi dei Pfas, cercando di portarlo fuori dalla luce omologante con cui di solito vengono trattati. In poche parole: cosa sono queste temibili sostanze? Sono esse riducibili alle soliti note, PFOA e PFOS? In cosa consistono le differenze e perché non vengono spiegate con chiarezza dalle nostre agenzie ambientali?

Un fatto rimane certo. Una cosa è produrle e utilizzarle. Un’altra, ben diversa e con conseguenze irreversibili, sversare indiscriminatamente i reflui di dette sostanze come è capitato in Veneto. Senza controllo.

La Redazione di PFAS.land ha curato la traduzione italiana del documento e insieme a EEB lo propone ora ai cittadini di lingua italiana quale strumento di acculturamento per una presa di coscienza sui Pfas, di nuova e vecchia generazione, sostanze che sono purtroppo entrate nella nostra vita (e nel nostro corpo) in modo decisamente più dirompente rispetto ad altre aree del paese e dell’Europa intera. Soprattutto il GenX, lavorato a tonnellate dalla Miteni di Trissino, per conto dell’Olanda [v. nostra inchiesta GenX/C6O4 in Veneto]. Per meglio presentare il prezioso documento, il prof. Dario Zampieri, promotore della collaborazione con il dott. Jean-Luc Wietor, autore dello scritto, ci introdurrà alla questione Pfas contestualizzandola brevemente con un respiro di portata europea.
Comitato di Redazione PFAS.land

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di Jean-Luc Wietor
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INTRODUZIONE
IL PROBLEMA DEI PFAS ALL’ATTENZIONE DELL’EUROPA

di Dario Zampieri

Il problema della pericolosità ambientale e per la salute umana dei PFAS, che è alla base della piattaforma di attivisti e ricercatori denominata PFAS.land nata in una zona particolarmente colpita da questa calamità, è stato oggetto di una recente risoluzione del Consiglio dell’Unione Europea sulla strategia dell’Unione per una politica sostenibile in materia di sostanze chimiche, adottata dal Consiglio nella 3705ª sessione del 26 giugno 2019.

Le conclusioni dei lavori intitolati “Verso una strategia dell’Unione per una politica sostenibile in materia di sostanze chimiche” partono ricordando innanzitutto il principio di precauzione, i principi di azione preventiva e di riduzione dell’inquinamento alla fonte e il principio “chi inquina paga“.

Segue il richiamo alla risoluzione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite del 25 settembre 2015 sul tema “Trasformare il nostro mondo: l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile” e agli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) direttamente pertinenti per la politica dell’UE in materia di sostanze chimiche, che comprendono la protezione della salute umana e dell’ambiente, la transizione verso produzione e consumo sostenibili, la promozione di tecnologie sostenibili e la garanzia della gestione sostenibile delle risorse.

Di seguito vengono ricordate alcune comunicazioni della Commissione tra cui “Verso un quadro completo dell’Unione europea in materia di interferenti endocrini (Doc. 14204/18 – COM(2018) 734 final) e la risoluzione del 18 aprile 2019 su un quadro completo dell’Unione europea in materia di interferenti endocrini (Doc. 2019/2683 RSP).

Le conclusioni osservano che, per quanto riguarda le azioni concernenti le sostanze chimiche, «la Commissione non ha tenuto pienamente fede agli impegni assunti nel quadro del 7° PAA, segnatamente per quanto concerne gli interferenti endocrini, i nanomateriali, gli effetti combinati delle sostanze chimiche e i rischi relativi all’uso e all’esposizione alle sostanze pericolose e alle sostanze chimiche nei prodotti».

Viene sottolineata la necessità «di sviluppare un meccanismo pertinente per coordinare la protezione dei gruppi vulnerabili – ad esempio i bambini e le donne in gravidanza e allattamento – anche introducendo negli atti legislativi dell’UE requisiti coerenti sulla gestione dei rischi in relazione alle sostanze potenzialmente pericolose, comprese le neurotossine e gli interferenti endocrini».

Tra le azioni da implementare e le preoccupazioni sottolineate, un punto (14) è dedicato specificatamente al tema PFAS: la Commissione «sottolinea le crescenti preoccupazioni in materia di salute e ambiente derivanti da sostanze chimiche altamente persistenti; rileva nello specifico la crescente quantità di prove degli effetti negativi causati dall’esposizione a composti altamente fluorurati (PFAS), le prove di una presenza diffusa di PFAS nelle acque, nel terreno, negli articoli e nei rifiuti nonché la minaccia che ciò può rappresentare per l’approvvigionamento di acqua potabile; invita la Commissione a sviluppare un piano d’azione teso a eliminare tutti gli usi non essenziali di PFAS».

Dopo la presa d’atto della strategia normativa integrata dell’ECHA (European Chemical Agency ) e l’invito a migliorare la qualità dei fascicoli di registrazione REACH (Registration, evaluation, authorisation of chemicals) con l’invito «a rifiutare l’autorizzazione nel caso in cui le informazioni disponibili non siano sufficienti», chiedendo di «includere la caratterizzazione, la pericolosità e la potenziale esposizione delle nanoforme di sostanze che finora non erano registrate nel quadro di REACH in quanto il relativo tonnellaggio annuale è inferiore alla soglia di una tonnellata per anno».

Infine, a conclusione un’attenzione particolare è rivolta agli interferenti endocrini, con l’esortazione «(al)la Commissione a garantire un elevato livello di protezione della salute umana e dell’ambiente riducendo al minimo l’esposizione agli interferenti endocrini, come stabilito dal 7º PAA, e incentivando la sostituzione con sostanze chimiche più sicure, nella misura in cui ciò sia fattibile tecnicamente e praticamente, e la invita altresì a presentare senza indebito ritardo un piano d’azione contenente misure chiare e concrete e corredato di un calendario ambizioso per tali interventi».

La frase finale del documento “sottolinea «la necessità urgente di prestare particolare attenzione agli effetti cocktail e alle esposizioni combinate degli esseri umani e dell’ambiente a tutte le rispettive fonti».

Una frase che purtroppo fa pensare alla situazione gravemente compromessa di acque, suoli ed aria da svariate fonti di inquinamento diffuse nelle valli dell’Agno e del Chiampo nel corso di almeno cinquant’anni, non ultimi gli episodi ripetuti di incendio di depositi di materiali plastici, puntualmente denunciati sul sito PFAS.land, ma tollerati come normali incidenti inevitabili da molte delle parti in gioco.

Buona lettura.
Dario Zampieri

>> scarica il PDF dell’articolo PFAS.land/EEB «PFASs – evitare l’effetto lampione»

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Comitato di Redazione
12 gennaio 2021

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Interno dell’articolo. Scarica cliccando sull’immagine

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APPROFONDIMENTI/HPYPERLINK

GenX in Veneto, 7 settembre 2020 >> https://pfas.land/2020/09/07/7-settembre-2020-il-concetto-di-corresponsabilita-1-2-linchiesta-genx-c6o4-la-relazione-sottovalutata-di-arpav-e-laudizione-poco-convincente-della-procura-il-passo-decisivo/

Articoli di Science tradotti con licenza esclusiva da PFAS.land, 21 giugno 2020 >> https://pfas.land/2020/06/21/21-giugno-2020-sale-linteresse-internazionale-per-i-pfas-i-due-importanti-articoli-di-science-emergono-collegamenti-con-la-solvay-italiana-di-spinetta-marengo-e-le-produzioni-americane-le-lacun/

Incendi di rifiuti e materie plastiche in Veneto, 16 maggio 2020 >> https://pfas.land/2020/05/16/16-maggio-2020-paesaggio-fuochi-mafia-una-riflessione-collettiva-sul-veneto-contemporaneo/

La traduzione partecipata di PFAS.land al film The Devil We Know, 31 luglio 2019 >> https://pfas.land/2019/07/31/31-luglio-2019-the-devil-we-know-una-straordinaria-traduzione-partecipata-consegnata-dagli-studenti-di-vicenza-al-futuro/

Foto Cover Archivio Greenpeace/PFAS land durante l’azione di contrasto – Trissino 14 ottobre 2018 – all’inaugurazione del Leone di Vetroresina da parte delle autorità “autonomiste” della Regione Veneto, a pochi passi dalla Miteni, organizzata dal Movimento No Pfas, preoccupato per il ritardo della bonifica, ancora oggi, gennaio 2021, in sospeso >> https://pfas.land/2018/10/19/14-ottobre-la-regione-veneto-tra-autonomia-distruzione-del-territorio-simboli-inopportuni-e-limiti-pfas/

Robert Bilott in Italia, ottobre 2017 >> https://casacibernetica.cloud/2017/10/06/la-forza-del-diritto-robert-bilott-documenti-foto-video-della-serata-pfas-di-lonigo-e-report-regione-procura/

Galleria con foto di Federico Bevilacqua, Alessandro Colombara e Greenpeace, da cui è stata tratta la cover. Manifestazione No Pfas a Trissino, 14 ottobre 2018,

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