21 giugno 2023 | ONE HEALTH. SALUTE E CITTADINANZA ATTIVA NELLA TERRA DEI PFAS. RENDICONTO ANNO SCOLASTICO 2022/23 E ALLEGATI DEGLI STUDENTI

di Donata Albiero

La coordinatrice del Gruppo Educativo Zero Pfas, promotrice del Progetto che da sempre riteniamo la nostra punta di diamante “nei territori” per portare un solido cambiamento culturale, ci accompagna in un appassionante rendiconto di peregrinazione tra le scuole del Veneto durante l’anno scolastico che si sta per concludere. Un lavoro collettivo non solo e non tanto notevole nei numeri e nei contenuti, ma soprattutto lodevole per lucidità e solidità dei concetti espressi dalla stessa prof.ssa Donata Albiero in questo resoconto finale.

Sul piano metaforico, da noi mai trascurato, abbiamo scelto come copertina una foto del passaggio di consegne “etico-cognitive” avvenuta sul palcoscenico del Teatro Mattarello di Arzignano, lo scorso 26 maggio, alla fine della serata che ha riunito tutto il Movimento No Pfas per rendere omaggio alla presenza dell’avvocato Robert Bilott per il Processo Miteni, con la proiezione del docufilm IL LAVORO AVVELENATO (di Gianni Poggi) e la presentazione del libro FORMULA DI UN DISASTRO INVISIBILE (di Federico Bevilacqua).

Si tratta di un passaggio di alto valore simbolico.

Questa è la sequenza della consegna delle opere di vetro di Murano incise dall’artista siciliana Rosaria Boemi (Accademia delle Belle Arti di Venezia) per l’occasione: il Sindaco della Città (Alessia Bevilacqua), Primo Cittadino e Primo Responsabile della Salute di tutti i cittadini, consegna una goccia-seme di tutela-speranza-potere alla Dirigente Scolastica, Donata Albiero; la Dirigente, quindi la Scuola, consegna – attraverso l’educazione e la formazione – un cuore con inciso NO PFAS all’avvocato Robert Bilott, alla Legge che è e alla Legge che verrà; l’avvocato Bilott, quindi la Legge in opera, consegna – disegna e istituisce, grazie alla conoscenza ricevuta dalla Scuola – un cuore con inciso VITA accompagnato da un seme-goccia di nuova speranza alle madri (Cristina Cola e Michela Piccoli, Mamme No Pfas), fondando e proteggendo il Diritto alla vita.

La testimonianza e le giornate in Italia della più grande autorità giuridica a livello mondiale, sulla questione PFAS, saranno oggetto di un futuro articolo di approfondimento.

Difendere la fragilità della vita, il vetro fragile di Murano, la bellezza delle nostre terre, la natura che si fa arte, prole, specie quando è sottoposta alla violenza del crimine ambientale e sociale, diventato in Veneto un crimine “istituzionale”, è lo scopo del nostro operare.

Quel passaggio simbolico è il ciclo di attività, di attivismo, che lo fonda. Dalla Prima Politica che parte e si alimenta dal Basso, dai corpi attivi dei cittadini, per raggiungere tutti e ispirare Ogni Politica, anche quella che ha dimenticato il proprio mandato etico-cognitivo.

Noi ci crediamo. E per questi valori ci alziamo in piedi, ogni giorno.
Buona lettura.

Comitato di Redazione PFAS.land

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La lotta contro i nemici dell’umanità si combatte in tutto il mondo,
non richiede né eroi, né messia, e inizia dalla difesa
del più fondamentale dei diritti. Il Diritto alla vita.
Luis Sepulveda

RENDICONTO PROGETTO MOVIMENTO NO PFAS NELLE SCUOLE 2022/23

di Donata Albiero

La Terra è un Pianeta vivente.
“Esso appartiene, come casa comune a tutti gli esseri viventi: agli esseri umani, agli animali e alle piante. Appartiene anche alle generazioni future alle quali la nostra ha il dovere di garantire, con la continuazione della storia, che esse vengano al mondo e possano sopravvivere”. Rileggo, per l’ennesima volta, il libro di Luigi Ferraioli “Per una Costituzione della Terra. L’umanità al bivio“, Feltrinelli 2022. Ben esprime il concetto “One Health” del nostro progetto educativo sui Pfas quando spiega che la sopravvivenza e la salute dell’umanità dipendono dalla vitalità del mondo naturale e degli altri esseri viventi. La Terra è una, gli uomini sono un unico popolo, il futuro è comune. È quanto invoca anche l’enciclica di Papa Francesco “Laudato Si’”. Abbiamo avuto noi umani tutto dalla Terra. Ma non abbiamo ricambiato. L’analisi della condizione della Terra, dal punto di vista ambientale, sociale e politico, molto amara, tra emergenze climatiche, popoli in fuga, disuguaglianze crescenti, populismi che corrodono la democrazia, corsa agli armamenti… rende difficile intravvedere un domani. Abbiamo permesso di sfruttarla, offenderla, violentarla, vittime tutti di una falsa idea di progresso propagandata da chi aveva in testa solo il proprio profitto, creando sofferenze, disuguaglianze e povertà. Il Pianeta è ammalato. Dobbiamo prendercene cura, difenderlo con le nostre scelte. È il concetto di responsabilità che si coniuga all’azione con cui abbiamo impostato il dialogo con gli studenti.

Sono riflessioni che macino stendendo il rendiconto al Movimento No Pfas sul percorso educativo seguito negli ultimi otto mesi. Non è stato facile ma abbiamo onorato il compito assegnatoci in questo quinto anno scolastico (sei anni solari). Quale gruppo educativo Zero Pfas, abbiamo risposto alle chiamate delle scuole, grazie, per lo più, alla rete di relazioni con i docenti, acquisite negli anni precedenti e nuove conoscenze createsi in corsi di aggiornamento e convegni. Parte del Movimento No Pfas, pur condividendo sempre il lavoro da noi svolto, lo ha assimilato come cosa già acquisita e di routine. Probabilmente fattori più allarmanti hanno attratto l’attenzione. Non immaginano gli attivisti il lavorio di mesi e mesi con i docenti referenti del progetto educativo, convinti della nostra causa, ma costretti a misurarsi con colleghi e dirigenti, a volte non altrettanto ben predisposti. Non si contano le telefonate, i messaggi agli stessi insegnanti per incoraggiamenti, apprezzamenti, consigli, essenziali nel reciproco rapporto di stima e di crescita culturale. Insomma, non si tratta di interventi riconducibili a testimonianze di attivisti e/o a singole relazioni scientifiche di esperti, ma di una rete, nel tempo e nello spazio, fitta di interscambi ed emozioni. Si aggiunga, per comprendere la complessità del nostro operare, la scelta precisa (anche se dispendiosa in termini di disponibilità e tempi) di evitare le assemblee (composte da grandi numeri), privilegiando il gruppo formato da una/due classi, così da poter meglio interfacciarsi con la scuola, seguendo il progetto nel tempo, disponibili come consulenti quando, in lezioni tra pari (peer education) sui Pfas, gli studenti, coinvolti nel progetto educativo, hanno organizzato contatti con altri compagni della scuola.

Trentadue sono gli istituti veneti (secondarie di primo e secondo grado, CPIA, scuole serali) che ci hanno accolto, undici per più anni scolastici; cinque sono le province attraversate, circa settemila gli studenti e quasi mille gli adulti (genitori/ docenti) incontrati.

Nell’anno scolastico che sta per terminare, macinati chilometri e chilometri tra Vicenza, Padova, Verona, Treviso, in ventidue giornate (preparate e pianificate), trenta incontri, sessantuno ore, abbiamo raggiunto un migliaio di studenti: più di novecento alunni in dodici scuole, di cui cinque istituti per il progetto con l’attuazione di pratiche di cittadinanza, sette per incontri, diurni e serali, di sensibilizzazione. Si aggiungono al conteggio circa settanta studenti di classi ‘extra’, seguiti da noi, in attività di approfondimento. E più di duecento adulti (trentacinque docenti in un corso di aggiornamento a Padova), trenta coordinatori di scuole aderenti al nostro progetto, centosettanta cittadini/genitori incontrati in tre serate organizzate ad Arzignano, con la partecipazione di CiLLSA (associazione ecologista), Amministrazioni comunale e scolastica, Unità pastorale.

Il peregrinare per le scuole del Veneto, in sei anni solari, è la cartina di tornasole che ci dà una precisa misura di quello che è lo stato di informazione e di consapevolezza della popolazione in generale di cui la scuola ne è lo specchio. Nei questionari somministrati agli studenti prima degli incontri, oggi come sei anni fa, alla domanda sulla modalità con cui abbiano appreso le poche e generiche informazioni sulla contaminazione ambientale che riguarda l’intero Veneto, la famiglia non viene quasi mai citata (fanno eccezione gli studenti che partecipano al monitoraggio effettuato dalla Regione nella “zona rossa”). In famiglia si parla poco di PFAS. I ragazzi, poi, ritengono, per lo più, che l’argomento non li riguardi direttamente. Nella migliore delle ipotesi viene segnalato un certo interesse, inteso comunque come elemento di cultura generale e non come dramma che riguarda la loro esistenza. Malgrado un processo al tribunale di Vicenza che svela ogni giorno di più gli effetti nefasti della contaminazione e i coinvolgimenti delle istituzioni, malgrado la scoperta di nuove manifestazioni del fenomeno quali, per esempio, quelle relative al trattamento dei filtri a carbone attivo da parte di una nota azienda di Legnago, malgrado si tratti di una tra le più grandi contaminazioni europee, malgrado la siccità incombente in un territorio la cui acqua dei rubinetti continua ad essere inquinata (Arzignano), malgrado la mancata bonifica essenziale per il risanamento del territorio, un vero e proprio processo di rimozione cancella ogni consapevolezza di quanto avviene nella coscienza della popolazione coinvolta. Nemmeno un cittadino di Trissino era presente davanti al Comune per far sentire la propria indignazione lo scorso 25 febbraio 2023, il giorno della manifestazione per la mancata bonifica dell’area Miteni. Gli attivisti si sono trovati in una città deserta alle tre del pomeriggio. Sono gli effetti eclatanti di una quotidiana campagna di disinformazione e di minimizzazione di quanto successo, operata da chi ha interesse a spegnere i riflettori sulle ‘complicità che coinvolgono una classe politico imprenditoriale decisamente responsabile di quanto è avvenuto e di quanto sta avvenendo. A dieci anni di distanza dalla scoperta dei PFAS negli acquedotti di trenta comuni e della contaminazione di trecentosessanta mila persone, una pesante omertà ha creato una cortina di nebbie nelle menti dei cittadini.

Il fenomeno è archiviato. Eppure continuano a pesare le direttive regionali sulla vita quotidiana di tutti gli abitanti del Veneto: non è consentito ai medici prescrivere le analisi per appurare la presenza o meno dei PFAS nel sangue dei pazienti a rischio (gravide, bambini, soggetti con lunghi soggiorni nei luoghi inquinati, per citarne alcuni); nessuna misura è attuata per impedire la vendita di alimenti inquinati nei mercati; persiste in vaste zone del Veneto la presenza di PFAS negli acquedotti e nei terreni agricoli, si consuma il degrado dei fiumi, si azzardano soluzioni ‘pericolose’ come quella di bruciare i fanghi dei depuratori negli inceneritori, manca la formazione del personale medico e dei consultori familiari per dare risposte ai cittadini in tema di salute. Di fatto, nel Veneto non è possibile effettuare alcuna prevenzione rispetto alla contaminazione e alle patologie ad essa correlate. Nel linguaggio con cui le istituzioni pubbliche si riferiscono alla contaminazione sembra di intravedere in trasparenza la “neo lingua” del Grande Fratello di Orwell. Nel “sonno” della popolazione ci ritroviamo, spaesati in una Matrix in cui le vittime sognano di vivere nel “migliore dei mondi possibili”.

Mi sono dilungata a raccontare in quale contesto operiamo per dare maggior risalto a ciò che realizziamo con le studentesse e gli studenti, ascoltando e dialogando, portando un’informazione ‘corretta’, propedeutica alla loro presa di coscienza e alla azione. Far acquisire la consapevolezza del “rischio PFAS per la salute” a scuola, a casa e nel territorio è il nostro obiettivo prioritario. Guardiamo con attenzione le pratiche di cittadinanza attivate nelle scuole e le varie proposte che ci offrono gli studenti al termine degli incontri di sensibilizzazione.

[qui la GALLERIA CON CENTINAIA DI FOTO di tutti gli incontri]

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LE RIFLESSIONI DEGLI STUDENTI

Monitoriamo il processo attivato.
Riceviamo apprezzamenti verbali sul valore del lavoro condotto dallo staff dirigenziale dell’IC 1 di Arzignano.

Dagli studenti delle medie 1 IC di Vicenza ricaviamo i suggerimenti su come ‘svegliare’ i cittadini:

Esposizione della problematica da parte degli alunni in presenza delle altre classi e dei genitori a scuola”.

Creare dei volantini da diffondere nel quartiere e in tutte le zone della città”.

Creare più incontri con testimoni diretti degli argomenti trattati”.

Organizzare una maratona per le strade della città. Ad ogni partecipante donare una maglietta, da indossare durante l’evento, dove vengono elencati i danni provocati dai PFAS”.

Coinvolgere le scuole di ogni ordine e grado, organizzare eventi di sensibilizzazione nelle piazze e luoghi di aggregazione giovanili”.

Alcune interessanti riflessioni a margine concludono la carrellata, dopo la visione del documentario Rai “Il veleno nell’acqua”:

L’iniziale preoccupazione per aver appreso solo oggi di tale problematica si è trasformata, durante i vari colloqui in classe e al termine della presentazione con gli esperti, in consapevolezza per le problematiche del territorio e volontà di non tacere di fronte a tali atti illeciti” (3^E).

Non avevo mai sentito parlare di PFAS… Provo disprezzo per i responsabili di questo disastro che sembrano indifferenti e si nascondono dietro i “non sapevo” piuttosto che rispondere responsabilmente delle loro azioni ed ammettere di aver sbagliato. I PFAS sono veleno e ci vorrebbero delle leggi più attente a tutelare il loro smaltimento e la loro dispersione nell’ambiente. Dopo aver visto il video mi sento meno tranquilla sulla sicurezza di quello che mangio e bevo…” (3D).

I ragazzi dell’J. Da Montagnana ci invitano a fare:

Riunioni per discutere dell’accaduto e per informare a riguardo, manifestazioni o incontri, più informazione e formazione, maggiori occasioni di incontri per le classi anche prima della quinta, campagne sui social”. “Il movimento è un ottimo modo per informare tutti riguardo a quello che sta accadendo e Io lo potrei sostenere. La voce si deve espandere di più anche tramite volantino e social, fare dei progetti per coinvolgere la gente”

Spronano sé stessi e la scuola gli studenti dell’IIS A. Martini Castelfranco con il: “Fare delle proteste, creare un progetto nelle scuole con incontri ogni mese dove gli alunni riescano a sentirsi più partecipi, continuare questi riunioni per fare conoscere alla gente quello che stiamo vivendo, divulgare le informazioni con i parenti, più volantini e manifestazioni, informazioni sui social, visualizzazione di vari video che riassumano e stimolino gli studenti a lottare contro i Pfas”.

Ci incoraggiano le riflessioni sugli artt. 9 e 41 Costituzione, in relazione alle problematiche studiate sul caso Miteni/Pfas, dei ragazzi IIS A. Da Schio di Vicenza:

“È importante parlare di questo problema, diffondere il sapere, ed incentivare le persone ad agire, poiché la nostra salute dev’essere messa al primo posto e l’acqua è un bene primario. Proprio per questa ragione si devono fare più incontri con i giovani, perché il futuro riguarda noi che siamo quelli che devono fare i cambiamenti. Iniziare dalle piccole azioni che potrebbero fare grandi cambiamenti nel futuro. In questi casi i diritti più importanti da proteggere sono: – Diritto alla salute, diritto ad essere curati – Diritto alla vita, il diritto di vivere liberi e sicuri. Purtroppo, la nostra regione non ci dà la possibilità di fare gli esami per vedere lo stato della nostra salute. Con queste azioni la regione viola i diritti fondamentali precedentemente citati, violando così anche gli articoli della nostra Costituzione n. 9 e 41”

Per garantire la salute “bisognerebbe agire immediatamente perché il problema dei Pfas è un problema non solo italiano; per esempio, il vino che viene esportato dall’Italia viene fatto con l’uva coltivata utilizzando l’acqua inquinata. Però prima di cercare le soluzioni effettive, bisognerebbe informare le persone delle problematiche che si riscontrano e permettere a tutti quanti di accedere agli esami del sangue per Pfas. Noi come cittadini dovremmo agire per far rispettare il nostro diritto di sapere, perché è un problema risalente a dieci anni fa e non è ancora cambiato molto” .

Ci arricchiscono le considerazioni dei giovani di “Apocalypse wine”, ISISS Dal Cero (cortometraggio realizzato nell’anno scolastico 2021-2022, discorso civile sul Paesaggio), esposte al congresso, nel gennaio 2023, tenuto dalla Cgil di Castelnuovo. Ce le riferisce il loro prof. Gianesini, impegnato con noi quest’anno.

L’articolo 9 ha elevato a livello costituzionale la tutela del paesaggio e l’ha attribuita alla Repubblica. Ora, la Repubblica è ogni sua articolazione: è ogni cittadino, è ogni sua istituzione, quindi anche la scuola, quindi anche noi. Noi dobbiamo vigilare e impegnarci civilmente…Tutelare significa difendere qualcuno in una posizione di fragilità. E questo è evidentemente incompatibile con il totalitarismo del mercato che vede nella tutela un limite che deve essere abbattuto. Nessuno infatti nel mondo dell’imprenditoria agraria ha avuto simpatia per il nostro messaggio. Forse perché, di articolo della Costituzione in articolo della Costituzione, si potrebbe finire per rispolverare persino gli articoli 41 e 42, che lasciano libera l’iniziativa di impresa ma nel limite della sua funzione sociale. Meglio non ricordarselo…”

[qui la GALLERIA CON CENTINAIA DI FOTO di tutti gli incontri]

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RISVEGLIO DELLE COSCIENZE

Non basta. Facciamo valutare dagli studenti noi e il nostro lavoro, come pratica indispensabile, alla base di ogni progetto educativo. Non trascuriamo, perciò, le criticità, se emergono, nei sondaggi anonimi somministrati, come feedback del nostro operare. Prendiamo nota della necessità manifestata dagli studenti di essere maggiormente coinvolti, di alcune lamentele per non aver ricevuto risposta a tutte le domande posteci, di avere avuto talvolta difficoltà nel recepire l’argomento, dei tempi che avrebbero dovuto essere più estesi. A essere però precisi, pur facendo tesoro di siffatte osservazioni, la pianificazione di tempi è sempre stata fortemente condizionata dalla organizzazione scolastica trovata (compressione orari, ritardi, intervalli).

In tutte le scuole, gli allievi hanno espresso la necessità di uscire dal limbo in cui si trovano, ponendosi il problema sul che fare, individualmente e collettivamente.

A Vicenza, la velata critica di una docente sottolinea che, al di là della denuncia su crimini commessi dagli inquinatori sulle corresponsabilità di istituzioni ed Enti che non hanno vigilato, il valore educativo del nostro messaggio è carente di indicazioni relative a pratiche quotidiane individuali da consigliare ai ragazzi nella lotta contro i Pfas. Ribadiamo la necessità di non illudere i ragazzi sulla possibilità di cambiare la situazione solo attraverso le giuste iniziative individuali, come quelle, ad esempio, di eliminare la padella antiaderente, i dentifrici che contengono fluoro, le marche di vestiti e oggetti notoriamente contenenti PFAS, i contenitori di plastica… Suggerimenti che, comunque, diamo sempre tramite volantini, guide, indicazioni di siti specializzati, al termine degli incontri.

La sola azione individuale non è sufficiente a garantire a sé stessi un futuro felice. Non bastano atteggiamenti virtuosi e sani stili di vita individuali. Occorre far massa critica, senza perdere tempo. La speranza è resistenza ed è vana se non si inchiodano gli inquinatori e le Istituzioni alle proprie responsabilità di fronte ai cittadini.

Ben venga perciò l’osservazione degli studenti del liceo Lioy e dell’IIS J di Montagnana:

Ma se ci siamo resi conto che questo sistema del profitto non funziona, perché non portare la battaglia a livello politico?

Ad altri giovani che, invece, provocatoriamente ci incalzano con giuste recriminazioni: “I danni sono stati prodotti dalle generazioni che ci hanno preceduto, noi non possiamo cambiare niente nel nostro modo di vivere. Allora a che cosa servono questi discorsi?”

Rispondiamo che, così come le generazioni precedenti hanno agito, anche la loro generazione ha diritto e motivazioni abbondanti per gestire il proprio presente e la propria esistenza nelle mutate condizioni. L’azione da intraprendere parte da una chiara presa di coscienza di quanto sta accadendo, dalla presa d’atto che la favoletta dello ‘sviluppo’ ecosostenibile è il paravento dietro cui si nasconde una spregiudicata corsa all’accaparramento delle risorse del pianeta, tra guerre e violazioni dei diritti umani di milioni di persone. Da studenti, la loro “azione” non può che essere di carattere intellettuale e formativo. È attraverso lo studio dei fenomeni che mettono in discussione il loro stesso avvenire che scaturisce la presa di coscienza della necessità di agire. Il cambio di paradigma culturale diventa necessità e valore etico per affrontare nuove condizioni esistenziali. Ciò significa che non è possibile contrastare il degrado del pianeta agendo all’interno di una ideologia capitalistica e individualistica che ne sta causando la rovina e la fine.

Non diamo indicazioni su cosa fare, non forniamo ricette preconfezionate ma apriamo un dialogo interlocutorio. Portiamo esempi di azioni già compiute nel territorio. Proponiamo che i ragazzi si confrontino con altri pari, all’interno e all’esterno della scuola e che concretizzino iniziative per la difesa della salute e del benessere comuni.

Quali azioni? Le scuole ci stupiscono per la didattica e la metodologia messa in atto, gli studenti per la creatività.

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LE AZIONI NELLE E DELLE SCUOLE

Partiamo con l’lC di Thiene – VI.

I ragazzi della 2D media “Pulcini tattici nucleari“ hanno realizzato un video “What a wonderful word” (Che mondo meraviglioso), intervistando alcune persone a Thiene, compreso il Sindaco, con la duplice finalità di verificare quanto la gente comune conosce le problematiche ambientali riguardanti i PFAS e di spiegare cosa sono tali molecole chimiche, in maniera semplice e veloce, alla portata di tutti. Un lavoro ben strutturato con contenuti appropriati, divisione dei compiti tra intervistatori, narratori, videomaker (registi), ghoster e ricercatori di notizie.

Facciamo tappa al Liceo Lioy di Vicenza.

Hanno lavorato per gruppi con diversi percorsi. Due sono i sondaggi esterni, interessanti per la tipologia degli intervistati (soprattutto giovani) e per le domande ideate a saggiare le conoscenze dei cittadini in tema di Pfas.

Tra i tanti quesiti, ci colpisce uno in particolare: “Credi che la Regione Veneto abbia informato in maniera corretta ed adeguata la popolazione sui rischi riguardanti la salute umana derivanti dall’assunzione da PFAS?”. Solo il 10,7% risponde affermativamente.

Fa effetto il grande cartellone sui Pfas, redatto in inglese, da affiggere nel corridoio della scuola.

Ci cattura il volantino che rimanda ad un sito predisposto dagli studenti attraverso il QR Code.

Ci diverte il gioco “Escape from Pfas”: (tre giocatori con tre pedine devono rispondere esattamente ai quiz sui Pfas, inventati dai ragazzi, per non essere raggiunti dalla morte mentre un’altra pedina -la morte- prosegue inesorabilmente, un passo alla volta, ad ogni giro, mossa da un giocatore invisibile).

Ci incantano le due pagine di Instagram realizzate, per spiegare l’inquinamento dei Pfas a livello locale, nazionale, europeo, mondiale.

Ci interessano i power point, illustrati a compagni di alcune classi prime, dove viene dato risalto all’”Agenda 2030” e all’obiettivo 6 della stessa riguardante l’acqua nel mondo e le implicazioni derivanti dalla contaminazione da pfas.

Raggiungiamo l’ISISS L. Dal Cero a San Bonifacio – VR

Prendiamo visione di due locandine esplicative/post social sulla problematica Pfas, frutto di un meticoloso e faticoso lavoro di stesura, tenuto conto del sondaggio coinvolgente circa 360 alunni di sedici classi, in cui si sono esplicitate domande sui Pfas redatte dagli studenti del progetto alla luce di ciò che li aveva più colpiti dall’incontro con gli esperti. Si è chiesto alle classi di esprimersi in merito alla eventuale produzione di volantini informativi sui PFAS e ancora se, una volta ricevuti, sarebbero da loro letti. Risposta affermativa, di qui la realizzazione ad hoc.

Poi, assistiamo, in anteprima, alla proiezione del video intitolato “Un sasso in testa”. Pochi minuti per concetti alti riassumibili in una domanda che riguarda la vera libertà. il cuore del lavoro, ci racconta il prof., è stato quello di trovare, insieme ai ragazzi, esempi di false libertà o di libertà contraddittorie che, nel video, si intravvedono in sequenze veloci. Un’altra riflessione che balena, tramite una epigrafe evangelica posta all’inizio del cortometraggio, è che chi non ha cura della propria libertà è destinato a perderla. Avere cura della propria libertà significa aver cura anche dell’ambiente, che è il teatro in cui la nostra libertà va in scena. La qualità dell’una è proporzionale alla qualità dell’altro. Un messaggio incisivo che, decisamente, apprezziamo.

Proseguiamo con il Liceo Fogazzaro a Vicenza. Un lavoro di squadra delle due classi, sorretto da un team di docenti vivaci è culminata con l’animazione di sei laboratori, di un’ora ciascuno, in cui si sono alternati, a turno, per gruppi, i ragazzi delle due classi, durante l’assemblea d’istituto del 26 aprile. Tutti gli studenti e le studentesse sono stati coinvolti nella preparazione dei materiali e nell’esposizione. Per ogni ora di laboratorio c’è stata la presentazione generale della tematica Pfas, integrata da un gioco/questionario su Kahoot. Giochiamo insieme per capirne il meccanismo. Sempre nelle ore di laboratorio, vari “poster” hanno raccontato la relazione tra il degrado ambientale che vivono gli studenti e le emozioni individuali e collettive, risultato di un percorso metodologico di mesi.

La riflessione sul tema PFAS è culminata in una Lettera che un gruppo classe ha redatto e consegnato ai rappresentanti di quinta per essere letta il 2 maggio 2023, in occasione del forum organizzato con i sette candidati Sindaco per il Comune di Vicenza.

Ce la leggono. Le conclusioni dicono tutto:

(…) Noi stiamo cercando di capire meglio questo tema molto importante (pfas) ma che purtroppo è poco conosciuto e su cui c’è bisogno di sensibilizzare la cittadinanza. Quindi ci siamo chiesti come potreste agire riguardo a questa problematica, quali sono gli effetti di questo inquinamento a Vicenza e quali sarebbero i vostri interventi in caso voi diventaste sindaco”.

Concludiamo con l’Istituto Sartori di Lonigo.

È una sequenza di impegni che gli studenti ci illustrano, dallo Sway presentato dai ragazzi alle classi campione terza e quinta (indirizzo socio sanitario), al questionario di rilevazione a doppio canale riportante sia le valutazioni su sé stessi in quanto ‘docenti’, sia quelle dei compagni uditori nei loro confronti, dalla creazione di Kahoot (questionario interattivo) a un cortometraggio che ci proiettano come momento finale, sull’acqua. L’entusiasmo dei ragazzi ci contagia.

Sono momenti di riflessione significativi.

A chi dichiara di essere frustrato per la situazione attuale, impossibile da cambiare, noi rispondiamo che l’importante è misurarsi con essa e non accettarla.

Molte patologie possono essere prevenute, i cibi possono essere preservati dall’inquinamento, i depuratori e le fabbriche possono essere ‘modificati’ negli impianti e nell’uso… Non c’è niente che gli esseri umani non possano fare per contrastare il degrado, non soltanto fisico ma soprattutto morale e culturale.

Ciascuno di noi non può esimersi da una scelta di fronte a questa drammatica situazione.

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UTOPIA

Utopia? No, scelta necessaria per invertire la rotta di un sistema che genera distruzione e malattie. Non siamo soli a chiedere lo stop alla produzione delle PFAS, le molecole definite “Sostanze eterne” per la loro indistruttibilità. Alcuni paesi europei (non l’Italia) chiedono già alla Commissione EU lo stop della produzione e del commercio. È in atto un duro scontro a livello internazionale contro il prepotere delle lobby, degli oligarchi, delle multinazionali, dei grandi boiardi di Stato e dei politici loro sottomessi. Nel nostro Paese, già oggi sono presenti molte organizzazioni ecologiste che portano avanti iniziative, che si ribellano al destino di morte decretato dal potere e dalla speculazione. C’è un fermento che si confronta, sempre più vivacemente, contro l’inerzia della politica e contro le leggi che rendono “legali” i crimini ambientali. Bisogna però riuscire a consolidare le esperienze di mobilitazione, valorizzando l’impegno, il coinvolgimento sociale e civile degli attivisti delle nuove generazioni, saldandolo con il movimento che, di giorno in giorno, cresce nel paese.

La speranza è di per sé stessa azione: è il primo passo per superare la sfiducia nella possibilità di farcela. È un atto politico, “un tratto di sopravvivenza”, per dirla con le parole di Jane Goodall (“Il libro della Speranza”, Bompiani 2022). Dall’Età della pietra in poi l’essere umano si è sempre affidato alla speranza per superare le prove più dure. Perché perdere la speranza di fronte al male significa arrendersi.

Ci accompagnano le parole di don Andrea Gallo Il potere sa che se tiene l’oppresso e il povero nell’ignoranza avrà gioco facile“.

La conoscenza di quanto accade, non ci stanchiamo di ripetere, è il percorso inevitabile per il ‘risveglio della coscienza critica’, lo strumento per ‘reagire’, da protagonisti, collettivamente.

Portiamo agli studenti l’esempio del Movimento No Pfas di cui facciamo parte “Il Movimento… una complessa rete che intreccia nelle sue maglie storie e culture diverse… esprime la ricchezza della molteplicità che converge verso nuove consapevolezze comuni, sintesi di un nascente contropotere, governo controcorrente in grado di prefigurare, nei singoli momenti di lotta, una società alternativa a quella che sta portando l’umanità e l’intero pianeta verso un disastro senza ritorno” (Giovanni Fazio).

Ricordiamo agli stessi, che di tale pensiero collettivo diventano espressione viva, “PFAS.land”, ovvero l’organo di informazione on line contro i crimini ambientali e il nostro “Gruppo educativo Zero Pfas del Veneto. Puntiamo sulle nuove generazioni per spezzare il clima di indifferenza e assuefazione che caratterizza il modo con cui i cittadini adulti, vittime della contaminazione, guardano quanto accade attorno a loro.

Partiamo dal territorio, dal confronto degli studenti con le loro famiglie, con i compagni, con le istituzioni e la politica, per stimolare un’autonoma comprensione di quanto sta accadendo, per riflettere su un sistema che non funziona, che disperde energie e risorse verso un drammatico punto di non ritorno, compromettendo il fondamentale diritto alla salute.

In tale contesto, incominciano a emergere, finalmente, gli interrogativi dei ragazzi ai politici di turno (Thiene, Vicenza, San Bonifacio ) .

Noi, impegnati nell’attivismo contro i crimini ambientali possiamo denunciare una situazione di estrema gravità, ma solo la politica può intervenire con le leggi, può svolgere un ruolo a beneficio di quanti abitano oggi il pianeta e di coloro che lo abiteranno domani. Il nostro compito è di scuotere la Politica. L’azione di ‘pressione’ collettiva dei ragazzi, dunque, diventa fondamentale.

Noi aiutiamo questi ultimi a diventare protagonisti del cambiamento, a trasformare i loro timori in passioni verso la vita che li attende.

Vogliamo capire chi non fa fino in fondo il proprio dovere per impedire questa drammatica vicenda. Vogliamo capire” (IIS Sartori Lonigo )

Si disvela nei ragazzi, con il percorso educativo, una nuova narrazione della storia, la comprensione degli eventi che li ha resi bersaglio delle scorie chimiche rilasciate da chi della natura ha fatto strumento di estrazione economica e speculazione, cosciente e incurante del danno arrecato alla vita. E nasce una presa di coscienza che, di fatto, è già “azione”, di cui i ragazzi sono i protagonisti, attori politici dell’affermazione di un bisogno essenziale espresso contro ogni degrado ambientale: One Health.

Tomaso Montanari, in un articolo scritto su “Il fatto quotidiano” – 22 marzo 2023, mi ha fatto riscoprire un libro pubblicato nel 1975 “La distruzione della natura in Italia di Antonio Cederna, giornalista, padre del nostro ambientalismo:

La lotta per la salvaguardia dei valori storico-naturali del nostro paese è la lotta stessa per l’affermazione della nostra dignità di cittadini, la lotta per il progresso e la coscienza civica contro la provocazione permanente di pochi privilegiati onnipotenti.”

Una voce, che ancora oggi continua a essere un antidoto al veleno diffuso e al silenzio acquiescente, che rinforza la mia convinzione di dire no agli scempi (Pfas compresi).

La lotta contro la turpitudine ambientale, la lotta per un ragionevole uso del territorio, dello spazio fisico, della natura in tutti i suoi aspetti… è la lotta stessa per la sicurezza del suolo, per lo sviluppo economico, per la giustizia sociale, per la promozione della cultura, per la salute e l’incolumità pubblica”.

Sono parole drammaticamente attuali per noi e per il nostro tempo, che ricordo ai ragazzi al termine dei nostri incontri/confronti.

Mi ritrovo in piena sintonia con Montanari quando scrive:

(…) le parole dei ragazzi dei Fridays for Future e del Papa “venuto dalla fine del mondo”, sono parole che saldano la giustizia ambientale alla giustizia sociale: l’unica possibile dimensione di riscatto di una umanità mai così prossima a non avere futuro”.

A queste ultime citazioni non abbiamo null’altro da aggiungere se non che esse sono il faro che ha illuminato il nostro percorso fin qui.  

L’incoraggiamento di una dirigente scolastica sul metodo seguito ci rinforza. Parliamo di emozioni con i ragazzi ma esse riguardano anche noi. Se positive ci aiutano a proseguire.

Carissima dott.ssa, dirigente scolastica, ti ringrazio per la preziosa documentazione che stiamo opportunamente diffondendo tramite maxischermo, sito e facebook (…) Sono stata informata dei notevoli risultati e degli esiti formativi di elevato spessore. Gli studenti sono stati veramente coinvolti. Tu sai quanto è difficile ricevere input positivi e soddisfacenti! Tu sei riuscita pienamente in questo intento! Il prof.re (…) è stato davvero felice ed ha visto motivazione, condivisione e partecipazione diffusi! Sei una grande ed ottima Professionista ed io sono felice di averti conosciuto e di averti dato spazio in istituto. (…) Grazie! Complimenti!”

Uno studente, il 7 maggio sera (domenica), nell’inviarmi un lavoro del suo gruppo, perfezionato dopo l’ultimo incontro tenuto nella sua scuola a metà aprile, mi lascia un messaggio sintetico e spontaneo: ”Nel complesso siamo felici di aver partecipato al progetto e speriamo di aver fatto qualcosa di utile (Lioy, cl 4 A).

L’8 maggio, all’IIS Sartori di Lonigo, le studentesse e gli studenti ci salutano con un “Grazie a voi abbiamo acquisito consapevolezza. La salute è un nostro diritto, non un’opzione.”

Infine, un messaggio arrivato or ora, contenente l’autorizzazione a trasmettere il video sui PFAS prodotto dalla 2D, una classe media di Thiene:

Anche noi ragazzi possiamo dare un contributo significativo per sensibilizzare e diffondere informazioni. Dobbiamo dare voce al tema dei Pfas, fare sapere alle persone a quali rischi stiamo esponendo il nostro pianeta, la nostra salute e quella delle altre persone. Solo noi, con la nostra energia, possiamo cambiare cose che ormai da tempo sembravano immutabili. Abbiamo capito, quindi, che tra tutto questo male c’è anche uno spiraglio di speranza: noi giovani possiamo ancora salvare il nostro pianeta e costruire un futuro migliore”.

Trasformare “i sudditi in cittadini” è davvero un miracolo che solo la scuola può compiere.

E mi ritorna in mente il motto “I care” ‘Me ne importa, mi sta a cuore’, parole significative diceva Don Lorenzo Milani, il prete scomodo di Barbiana. “I care” è sempre attuale, ci fa guardare con speranza al futuro, ci fa applaudire le nuove generazioni, ci dice che impegno e mobilitazione fanno parte dei giovani di casa nostra… Quando c’è da scendere in campo  i ragazzi non tradiscono. “I care” è il motto che guida gli studenti nel progettare e attuare percorsi di cittadinanza attiva ed è lo stesso motto che guida i giovani in questi giorni, in Emilia Romagna, piegata dalla alluvione, mentre spalano, donano una carezza ai vecchi, confortano chi ha perso tutto o quasi tutto. La meglio gioventù che non muore mai, neanche nel terzo millennio.

Donata Albiero
21 maggio 2023

COMITATO DI REDAZIONE
21 GIUGNO 2023

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RINGRAZIAMENTI

SCUOLE

Alle dodici scuole che ci hanno chiamato.

Ai quattro dirigenti che ci hanno accolto personalmente o con un messaggio per un benvenuto e/o un ringraziamento.

Ai dodici docenti referenti di progetto e/o incontri sensibilizzazione.

Ai venti docenti che hanno attivato nelle classi il lavoro degli studenti.

Ai trentacinque docenti del corso di aggiornamento regionale che hanno promesso di veicolare le informazioni nei loro istituti.

Agli studenti partecipanti e creatori di percorsi di cittadinanza attiva.

Agli studenti che hanno intessuto con me, autonomamente, una rete di messaggi.

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MOVIMENTO NO PFAS

Al gruppo operativo educativo

Esperti: Francesco Basso, Giovanni Fazio, Claudio Lupo, Dario Zampieri.

(hanno garantito in tutti gli incontri la scientificità del confronto con le scuole, in particolare i medici Isde sempre presenti)

Attivisti: Piergiorgio Boscagin, Luca Cecchi, Elisabetta Donadello, Anna Maria Panarotto, Alberto Peruffo, Michela Piccoli, Patrizia Tovo.

(si sono mossi a turno, una-due volte per portare la propria testimonianza)

Alle associazioni, comitati, gruppi che hanno posto il loro logo al progetto educativo.

A Pfas.land, organo di informazione on line sui crimini ambientali, sempre in sintonia con il percorso educativo attivato nelle scuole.

All’associazione CiLLSA (per la pubblicità al progetto, data ai cittadini in apposite riunioni pubbliche).

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ALLEGATI

Pratiche di cittadinanza attiva attuate dai ragazzi

IIS SARTORI LONIGO

ISISS DAL CERO SAN BONIFACIO

LICEO LIOY VICENZA

IC THIENE

Memoria storica percorso AS 2022 2023 (numeri)

// Foto Cover di Federico Bevilacqua, Teatro Mattarello di Arzignano, 26 maggio 2023. Per altre foto dell’anno scolastico 2022/23 rimandiamo al sito Generazione Speranza curato dalla prof.ssa Donata Albiero.

2 risposte a "21 giugno 2023 | ONE HEALTH. SALUTE E CITTADINANZA ATTIVA NELLA TERRA DEI PFAS. RENDICONTO ANNO SCOLASTICO 2022/23 E ALLEGATI DEGLI STUDENTI"

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