11 giugno 2019 | NON SOLO PFAS. DOPO MITENI – STORIA E MODALITÀ DI UN INQUINAMENTO SISTEMICO

INTRODUZIONE AL NUOVO ARTICOLO/INCHIESTA DI PFAS.LAND

Seguendo il percorso senza fine all’interno delle scatole cinesi che segnano il progressivo degrado ambientale del Veneto ci si rende conto della vastità di un drammatico processo di distruzione delle grandi risorse di questa terra, che va dalla grandissima riserva di acque alla fertilità dei suoli, in gran parte in zone collinari o pianeggianti; dalle meravigliose città alle ville palladiane che costellano il paesaggio delle campagne; dai panorami che hanno come sfondo le vette innevate delle Prealpi ai grandi fiumi che portano al mare Adriatico.

Di tutto ciò rimane ben poco. La rapacità di una classe di imprenditori poco colta e di politici che governano la Regione sfruttando all’estremo le sue risorse, ormai giunte al lumicino, ha divorato tutto in nome della ricerca di un profitto portato alle estreme conseguenze. L’acqua potabile è esangue. I gestori non sanno più dove allacciare gli acquedotti per sostituire le grandi riserve sotterranee, ormai perdute per sempre a causa della molteplice contaminazione chimica, prima fra tutte quella da PFAS, e gli stessi fiumi sono cloache chimiche.

Già da una inchiesta sugli interferenti endocrini, voluta dall’Unione Europea nel 1999, il Po risultò il fiume più inquinato di Europa, ma di questo allora nessuno qui – in Veneto – si preoccupò minimamente né tanto meno intervenne sulle cause (note) che erano alla base di tale straordinario disastro. Ora se ne parla, nell’aprile del 2019 [! – ndr], chiamando in causa i PFAS quando già nel 2011 si sapeva che il fiume più grande d’Italia ne era zeppo.

Così, seguendo il percorso dell’inquinamento idrico da PFAS, l’autore giunge alla conclusione che, a pochi passi dalla catastrofe finale, non è più possibile immaginare di poter curare questa terra con regole e leggi pensate nel secolo scorso.

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Leggi l’ARTICOLO/INCHIESTA NR 2
di PFAS.land
>> NON SOLO PFAS. DOPO MITENI. STORIA E MODALITÀ DI UN INQUINAMENTO SISTEMICO
di Giovanni Fazio
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Il mito della crescita infinita mostra nel Veneto tutta la sua fallacia.

Prescindendo dalle responsabilità della criminalità ambientale, particolarmente diffusa, in questa terra dove una forte porosità del tessuto imprenditoriale consente l’infiltrazione delle mafie, l’autore si sofferma sulle regole che dovrebbero proteggere il territorio e che invece si dimostrano inefficaci, aggirabili e pensate non tanto per proteggere la salute dei cittadini e dell’ambiente, quanto per salvaguardare il profitto degli imprenditori.

Leggendo questa breve monografia, corredata dalle tabelle ufficiali dell’ARPAV (su inquinanti specifici 2014/2017: erbicidi, fungicidi, pesticidi, organnostannici, metalli e PFAS), l’autore conduce per mano il lettore, per gradi successivi, alla comprensione dell’estrema necessità di capovolgere il paradigma che ha consentito tutto ciò, descrivendo un Veneto come metafora di un pianeta dalle prospettive più che angoscianti, dove il consenso al Governo della Regione, malgrado tutto, è fortissimo, come hanno dimostrato le recentissime elezioni.

Anche questo stimola le riflessioni, molto attuali, dell’autore:

«Siamo immersi nel “pensiero unico”, prodotto e alimentato dalla logica del “libero mercato”, connaturato al modo di produrre, di consumare e di pensare in questa fase storica.

Non sono le persone e le comunità a scegliere i propri modi di vivere e di esistere ma le grandi compagnie multinazionali.

Un fluire di messaggi quotidiani, il più delle volte subliminali, attraverso radio, tv, stampa, pubblicità, raggiungono il nostro cervello e diventano, inconsapevolmente, senso comune. Consumi, prezzi e stili di vita, sono così il portato di un costante bagno ideologico che ci rende attori ignari di un gigantesco Truman Show, membri di una umanità distratta e alienata, condannata ad una corsa insensata verso la distruzione del pianeta e verso l’autodistruzione».

Proprio questa storia, questo gigantesco Truman Show in salsa “spannoveneta”, la stessa che ci viene raccontata giorno dopo giorno, è il vero supporto ideologico che consente ai divoratori del Veneto di non pagare pegno per quello che fanno. Da qui deriva la necessità di far ritornare con i piedi per terra le vittime di una favola che dura da troppo tempo.

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Comitato di Redazione
11 GIUGNO 2019

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FOTO COVER: sarà questo il nostro futuro per avere acqua potabile?! – La centrale di potabilizzazione di Lonigo fotografata da Luca Quagliato per il progetto La Terra di Sotto – I veleni del Nord Italiahttp://www.laterradisotto.it/

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APPROFONDIMENTI ESTERNI SUL PO E SUI PFAS

>> DEPISTAGGIO | Il crollo della Regione Veneto sui PFAS | [io, tu, NOI] CONTRO-QUERELIAMO LA REGIONE VENETO | La mappa GIS NAVIGABILE della contaminazione CHE INCHIODA LA REGIONE [querelante?] al proprio destino, quanto il suo Comunicato di QUERELA | il caso GenX/C6O4 [i nuovi GIS], la questione alimentare, le analisi del sangue non concesse, i buchi neri | arriva THE DEVIL WE KNOW
di Alberto Peruffo

>> Il nuovo file BUCHI NERI SUI PFAS di Davide Sandini + i nuovi GIS su GenX e C6O4 allegati all’articolo sopracitato >> buchi_neri_pfas_davide_sandini_paper_01
GenX >> http://qgiscloud.com/davide_ttk/GenX/
C6O4 >> http://qgiscloud.com/davide_ttk/cc6o4/

territori devastati low.png
Sullo sfondo, dalle creste del Pasubio, la straordinaria mappa GIS di PFAS.land sulla contaminazione dei nostri territori >> accedi alla mappa! – Foto e composizione di Giacomo Peruffo [clicca sull’immagine per ingrandire e scaricare]

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