10 ottobre 2019 | GLI EX OPERAI DELLA MITENI MUOIONO DI PIÙ PER ALCUNI TUMORI

di Prof. Franco Sarto
Università di Padova
già Direttore del Servizio
di Prevenzione e Sicurezza del Lavoro ULSS 16

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PRESENTAZIONE DELLO STUDIO PUBBLICATO DA UNA RIVISTA INTERNAZIONALE

A mortality study on male subjects exposed to polyfluoroalkyl acids with high internal dose of perfluorooctanoic acid. Paolo Girardi, Enzo Merler. Environmental Research 179,  2019.

Il problema dell’inquinamento terrestre e marino da parte delle sostanze perfluoroalchiliche (PFAS), con la conseguente contaminazione di esseri viventi e piante, sta diventando un’emergenza mondiale. I PFAS si accumulano nell’uomo e provocano una vasta gamma di effetti dannosi per la salute che sono tutt’altro che ben definiti. Ogni nuovo studio che si aggiunge alla Letteratura internazionale è quindi di grande interesse non solo per la conoscenza scientifica ma anche per Autorità ed Organismi internazionali che si devono porre il problema se si possa convivere con queste sostanze o si debba regolamentarle o eliminarle dal Pianeta come fu fatto per l’insetticida DDT dagli Anni 70, che pur aveva dimostrato la sua utilità avendo estinto la malaria in molte aree del mondo.

Con “il caso Miteni” l’Italia ha guadagnato il triste primato del più grande inquinamento del mondo da PFAS sia per numerosità delle persone contaminate, sia per valori di dose interna; per ovvi motivi il mondo intero guarda con interesse a questo caso ed attende la pubblicazione dei numerosi studi promossi dalla Regione del Veneto. L’ufficializzazione dell’inquinamento è del 2013 ma a tutt’oggi è apparso in Letteratura solo uno studio sulla salute riproduttiva (Foresta et al, 2018), per cui questa pubblicazione di Girardi e Merler acquista un ulteriore interesse.

La Miteni viene definita come “the largest perfluorocarbons (PFs) producer in Europe”.

Lo studio è consistito nel paragonare la mortalità per causa degli operai Miteni (107 decessi su 462 lavoratori studiati pari al 23,2%) alle cause di morte delle Officine Grandi Riparazioni delle FFSS (OGR)  (218 decessi su 1383 lavoratori pari al 15,8%) e alla mortalità generale del Veneto quale risulta dal Registro tumori. La coorte Miteni comprendeva tutti coloro che avevano lavorato per almeno 6 mesi dal 1960 al 2008. I limiti dello studio sono la bassa numerosità della coorte con il conseguente basso numero di decessi. Di conseguenza è indicato ripetere lo studio nei prossimi decenni quando ci saranno più dati disponibili sui lavoratori deceduti.

Per ciascun dipendente in studio è stato ricostruito per ogni anno di lavoro il reparto dove era occupato e la mansione svolta.

Nel periodo 2000-2016 la sorveglianza sanitaria alla Miteni ha incluso una misura della concentrazione sierica di PFOA e PFOS, dapprima per i soli addetti alla produzione di perfluorurati, in seguito in maniera più estesa. Da questi dati risulta che le concentrazioni di PFOA nel sangue dei lavoratori del reparto produzione della Miteni sono risultate nettamente più elevate di quelle riscontrate negli studi di altri paesi (la media geometrica era di 8862 µg/ml nel reparto produzione della Miteni,  di 2538 µg/ml alla 3 M USA (Raleigh et al, 2014), di 2880 µg/ml nel reparto produzione della Dupont, USA (Steenland, 2012).

OPERAI MITENI-1 2

Le concentrazioni sieriche di PFOA sono state usate per stimare per ciascun addetto quale fosse stata la concentrazione cumulativa derivante dal lavoro svolto.

In base all’attività di lavoro svolto in azienda e in base alla stima della concentrazione cumulativa i soggetti studiati sono stati suddivisi in 3 sottogruppi:

  1. aver lavorato alla produzione di perfluorati o essere ad alta esposizione (da 335 a 91.900 µg/ml);
  2. aver lavorato in altri reparti ed essere ad esposizione intermedia (da 19 a 15786 µg/ml);
  3. essere stati non addetti alla produzione o a bassa esposizione, (da 39 a 804 µg/ml).

Quando le cause di morte sono state confrontate con la mortalità generale del Veneto, fu riscontrato un raddoppio di cancro del fegato e di tumori linfatici ed emopoietici, mentre è stata riscontrata una riduzione di tumori polmonari. Quest’ultima osservazione è pertinente con una minore abitudine al fumo degli operai Miteni rispetto alla popolazione generale. Fra le patologie non neoplastiche è stato riscontrato un discreto aumento della mortalità per diabete, cirrosi epatica, ipertensione e suicidi. Il confronto con la mortalità della metalmeccanica OGR mostra un aumento significativo del rischio relativo (RR) di mortalità per tutte le cause in particolare i tumori epatici, cirrosi del fegato, e tumori linfatici ed emopoietici. È stata trovata una relazione dose/risposta: maggiori erano le concentrazioni accumulate di PFOA maggiori erano i RR per i tumori sopraelencati. La mortalità per le cause ora indicate risulta aumentata e risulta concentrarsi tra gli addetti che sono stati alla produzione di perfluorurati e o in quelli con la più alta concentrazione cumulativa.

Nel 2009 il prof Costa, medico aziendale, ha pubblicato una sua valutazione su 30 anni di sorveglianza sanitaria dei lavoratori Miteni, riscontrando degli aumenti del colesterolo totale, dell’acido urico e delle transaminasi ALT (Thirty years on medical surrveillance of perfluoroocanoic acid production workers, JOEM, 51 ,3, 2009). Le osservazioni di allora sono in qualche modo legate ai risultati dell’attuale studio di mortalità in quanto già allora si riscontrava una sofferenza alle cellule del fegato. Rispetto ai soggetti non esposti serviti da controllo nello studio di Costa notiamo una contraddizione con lo studio di Merler “Persistenza dei PFAS nel sangue dei Lavoratori Miteni” già recensito nella presente Rivista PFAS.land. In quest’ultimo studio si dimostra che tutti i lavoratori Miteni erano stati esposti compresi gli impiegati. Lo studio di Costa confronta i 34 operai del reparto produzione (definiti da Costa “esposti” e sicuramente i più esposti) con altri 34 di altri reparti (definiti “controlli”) e una seconda volta con 107 lavoratori di altri reparti (definiti “controlli”). In realtà il confronto non è stato condotto tra esposti e non esposti ma tra un gruppo ad alta esposizione e gruppi a minore esposizione perdendo quindi di potenza discriminante. Questa è una ragione in più per continuare la sorveglianza sanitaria agli ex esposti della Miteni e quindi fare uno studio trasversale sullo stato di salute dei lavoratori.

Lo studio di mortalità andava sicuramente svolto data l’esposizione a PFOA dei lavoratori più alta al mondo; questo è anche il pregio dello studio stesso.

L’aver evidenziato un incremento di tumori epatici e cirrosi ed averlo trovato dipendente dalla dose di PFOA cumulata è particolarmente importante perché non esistevano molti riscontri di questo tipo in letteratura. In particolare il gruppo di ricercatori del C8 Science Panel [il team di epidemiologisti guidato da Tony Fletcher che studiò la contaminazione in Ohio causata dalla DuPont, protagonisti del processo Bilott, ndr] nel 2012 non aveva rilevato nella popolazione americana studiata un aumento di questi tumori e l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) non ha ritenuto presenti dati adeguati per valutare la presenza di una associazione tra perfluorurati e questo tipi di tumori nell’uomo. Il riscontro che i PFAS danneggiano il fegato, causando anche tumori di questo organo, concorda con quasi tutti gli studi sugli animali da esperimento.

Recensione di Franco Sarto approvata dagli Autori.

Franco Sarto
alberto_peruffo_CC
10 OTTOBRE 2019

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APPROFONDIMENTI

>> la foto dell’articolo sono di CILLSA – Archivio PFAS.land > 9/12 novembre 2018 | FALLIMENTO DELLA REGIONE VENETO E DELLA PROCURA DI VICENZA, INSIEME A QUELLO DELLA MITENI. IL SIT-IN CONGIUNTO DI LAVORATORI E MOVIMENTO NO PFAS. IPOTESI COMITATO DI SOSTEGNO CAUSE LEGALI – [nella foto cover si riconosce Renato Volpiana (Rsu Miteni) in dialogo serrato con Alberto Peruffo (c.r. di PFAS.land), tra i giornalisti, durante la giornata di mobilitazione degli operai MITENI del 6 novembre 2018, tre giorni prima del Decreto di Fallimento dell’azienda dichiarato dal Tribunale. Di spalle, preoccupati, gli operai dell’azienda].

>> l’articolo precedente del Prof. Sarto su PFAS.land, sempre sulla contaminazione degli operai > 02 marzo 2019 | PERSISTENZA DEI PFAS NEL SANGUE DEI LAVORATORI MITENI

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Il manifesto della manifestazione del 20 ottobre prossimo, disegnato dalla redazione di PFAS.land >>  Sullo sfondo una foto di Federico Bevilacqua che mostra la prima Giornata Contro i Crimini Ambientali, il 22 aprile 2018, fronte Miteni. Le prossime saranno il 26/27 a Vicenza, Giornate che si svolgeranno in centro città tra Auditorium dei Carmini, Porto Burci e Cinema Araceli, la stessa settimana del processo contro la multinazionale di Trissino, il 21 di ottobre. Tra il 20 e il 27 ottobre si preannuncia una settimana molto importante per tutto l’Arcipelago No Pfas.

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