23 ottobre 2018 | LIMITI PFAS IN EUROPA. SCONCERTO DOPO LE VOTAZIONI A STRASBURGO

Oggi a Strasburgo l’Europa si è espressa sulla questione PFAS fornendo una risposta deludente. Non è stata accettata la proposta di porre limiti pari e neppure il più vicino allo ZERO di questi composti chimici nell’acqua potabile. Il PPE, il partito popolare europeo che in Italia è alleato con Forza Italia, ha proposto un emendamento che cambia negativamente il testo iniziale. II limiti fissati, solo per i Pfas a catena lunga, sono: 100 ng/L per ogni singolo Pfas e 500 ng/L per la somma di tutti i Pfas. Nessun limite per i Pfas a catena corta, quelli tuttora in produzione e più difficili da bloccare con i filtri utilizzati dagli acquedotti. E questo ha dello scandaloso se si pensa all’applicazione ovvero alla mancata applicazione (in questo caso) del principio di precauzione.

Una delegazione di Mamme No Pfas si trova al Parlamento Europeo proprio in questi giorni per illustrare le osservazioni elaborate sul testo proposto dalla Commissione. Le Mamme No Pfas sono state accompagnate da  parlamentari del gruppo GUE/NGL, del gruppo EFDD e S&D. Era presente con loro anche la consigliera veneta Cristina Guarda, forte del risultato ottenuto lo scorso 16 ottobre, quando tutte le parti in Consiglio Regionale hanno votato all’unanimità per limiti Pfas il più vicino allo zero in Europa.

Ieri pomeriggio 22 ottobre, la delegazione di genitori, assieme alla Dott. ssa Elisa Dalla Benetta, medico di base di Zimella (VR), hanno tenuto una conferenza con il gruppo GUE-NGL chiamati a votare la rifusione della Direttiva Europea sull’acqua destinata al consumo umano. In sala erano presenti più di 70 persone, tra parlamentari e giornalisti di diversi paesi europei, che hanno seguito la conferenza con traduzione simultanea. Forti ed incisive le parole. La situazione in questa parte di Veneto contaminata è drammatica.

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La popolazione contaminata da PFAS è tutt’ora costretta a vivere una condizione sospesa, minacciata dagli interferenti endocrini. L’acqua, elemento principale per la sopravvivenza, per essere bevibile deve essere filtrata. Inoltre si guarda con diffidenza ai prodotti delle campagne venete, anche questi contaminati per essere stati irrigati con acqua inquinata. Nulla, in queste aree martoriate dall’inquinamento, risponde più alle regole naturali. Michela Piccoli, mamma No Pfas, con un intervento breve ma molto intenso, ha scosso la sala, consegnando ad uno ad uno ai presenti, visibilmente commossi, le gocce di legno dipinte dai loro bambini. Nonostante gli sforzi per sensibilizzare ed informare correttamente i membri della Commissione Parlamentare Europea prima a Bruxelles lo scorso giugno ed oggi a Strasburgo, non sono stati raggiunti minimamente gli obiettivi prefissati.

È stata però accolta la proposta presentata dal gruppo GUE/NGL, su indicazioni di Laura Facciolo del Comitato Zero Pfas Montagnana, che esprime la necessità di aggiornare regolarmente l’analisi del “rischio” man mano che vengono scoperte nuove sostanze contaminanti nell’acqua. Gli Stati membri dovranno garantire l’accesso all’acqua come diritto universale. Viene così finalmente recepita la richiesta firmata da oltre 2 milioni di cittadini europei con la petizione Right2Water.

Tra le tante testimonianze pervenute, quella di Dario Muraro (presente a Strasburgo durante le votazioni) merita una citazione e conseguente riflessione:

«Questa sorte è toccata a noi. Per la maggioranza dei deputati Europei l’acqua è semplicemente una merce come potrebbe esserlo un pezzo di minerale qualsiasi da estrarre lavorare e rivendere. L’acqua quindi è ostaggio di un’economia senza scrupoli tanto che le lobby industriali si rivolgono ai deputati minacciando crisi economiche-occupazionali nel caso intendessero approvare emendamenti che prevedano limiti di contaminazione a zero e non solo per quanto riguarda i Pfas. Infine, i votanti si fanno guidare da una figura anacronistica che, seduta nei primi banchi, usa il pollice per dare indicazioni di voto. Questo significa che non sono molto informati sul tema della votazione, che nel caso di specie trattava l’acqua! La linfa divina che ci permette di vivere sarà quindi condannata a marcire a causa di un pollice!»

Tanta l’indignazione di tutto il popolo No Pfas e delle forze che ad oggi si sono impegnate per ben cinque lunghi anni cercando di tutelare la nostra acqua, la salute umana e del territorio. Tutta questa vicenda mette in evidenza, ironia della sorte, i limiti applicati dal governatore Luca Zaia un anno fa in Veneto. Limiti indubbiamente più bassi rispetto a quelli appena votati a Strasburgo. Quasi a voler rivendicare (come solito fare) un lavoro “all’avanguardia” svolto dalla nostra Regione nella regolamentazione di queste sostanze. Purtroppo non è così e lo sappiamo bene noi del movimento No Pfas. Basta ricordare i ritardi da parte dell’amministrazione Regionale nel denunciare tale inquinamento. Signor no, presidente Luca Zaia, nessun vincitore nessun vinto. Solo ostaggi di un sistema economico manovrato in modo indiscriminato e non più accettabile dalle multinazionali, la rovina delle identità di ogni paese, sino al momento in cui le coscienze di ognuno di noi, ma soprattutto le vostre, governanti, non saranno svegliate.

Marzia Albiero
PFAS.land Redazione
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29 OTTOBRE 2018

Foto Cover: «Ai parlamentari porteremo le gocce dipinte dai nostri bambini: su un lato hanno rappresentato l’acqua pulita, fonte di vita, in quello opposto l’acqua avvelenata dai Pfas e le relative conseguenze». 

 

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