7 febbraio 2019 | LA SCUOLA CONTRO I PFAS. LO STATO DEI LAVORI E IL RAP DEI RAGAZZI

È passato giusto un anno dal 21 febbraio 2018 a Bonavigo quando, nell’assemblea generale, il movimento NO PFAS ha decretato la nascita del Gruppo educativo/culturale.  Sul banco degli imputati i Pfas: un disastro ambientale di tre province del Veneto e i relativi rischi per la salute della popolazione, soprattutto dei nostri figli. La scienza ci allertava, la politica ci silenziava.

La scuola, struttura educante per eccellenza, poteva aiutarci, dando ai nostri ragazzi gli strumenti culturali e morali per far fronte alle grandi problematiche del territorio inquinato in cui vivono. Era una idea ambiziosa, forse un sogno per i più. Il gruppo riceveva allora un preciso mandato: relazionarsi con il mondo scolastico, ad ogni costo.

In due incontri ufficiali del neo gruppo, intervallati da molte telefonate, chat e mail, abbiamo partorito il progetto.

L’imprimatur del Movimento lo ha reso operativo e lo abbiamo spedito via pec alle scuole a giugno 2018, prima dell’inizio del nuovo anno scolastico. Sapevamo che le probabilità che fosse preso in considerazione erano quasi zero, ma ricordo ancora le parole incoraggianti di qualcuno: «l’importante è riuscire a penetrare».

Grazie all’azione corale degli attivisti, ognuno dove e come poteva, soprattutto con il passa parola e le relazioni di prossimità, alla fine la nostra proposta ha raggiunto il cuore della scuola, nel silenzio generale della stampa, anche di quella “amica” del Movimento. A settembre/ottobre si è passati alla specifica costruzione dei percorsi didattici, della strutturazione delle giornate, producendo laboratori e lavori di gruppo che avrebbero intervallato il ritmo delle lezioni.

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UN PRIMO RESOCONTO

L’originario nucleo di progettazione aveva finito il suo compito ed è subentrato il Gruppo educativo operativo “Zero PFAS”, sempre con la stessa coordinatrice ma composto da coloro che nel frattempo avevano dato corpo al progetto stesso: esperti (relatori di contenuto), animatori di formazione, cittadini portatori dell’esperienza del Movimento, che alla fine hanno dato vita al progetto definitivo, declinato in tre giornate (dopo aver sentito le esigenze delle scuole superiori) e in un numero minore di ore giornaliere (su richiesta delle scuole medie).

Tralascio l’aspetto burocratico con le singole scuole che ha richiesto quasi quotidianamente in questi mesi, telefonate, e-mail, consegna di documenti, controlli effettuati sui luoghi deputati allo svolgimento delle giornate al fine di verificare la corrispondenza dei locali e delle strutture alle esigenze del programma, gli  imprevisti che si dovevano risolvere sul campo, i test da preparare e fotocopiare prima e dopo i corsi, gli elaborati da correggere a casa e da riproporre nei giorni successivi, le comunicazioni con gli esperti, le inchieste condotte con la collaborazione dei rappresentanti degli studenti sulle conoscenze di base, le aspettative e i bisogni formativi dei ragazzi  e sul grado di soddisfazione espressi.

Tralascio, perché ne è valsa la pena. «Tempo, tempo, tempo c’è voluto… ma si è seminato» – potremmo sintetizzare. Riportiamo invece i semplici numeri quantitativi, che offrono solo una parte oggettiva di quello che è stato fatto.

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Partiti a novembre del 2018, abbiamo ora concluso il percorso in due delle sei scuole aderenti al progetto (4 secondarie di secondo grado e 2 secondarie di primo grado) della provincia di Vicenza e di Padova: l’ITE Piovene di Vicenza e l’ITAS Trentin di Lonigo, mentre per l’IIS Kennedy di Monselice i lavori sono ancora in corso; in programmazione interventi al Boscardin di Vicenza a fine febbraio e presso due istituti di scuola secondaria di Primo grado a Montecchio e a Trissino, a marzo.

Finora, si sono tenute, in 2 giornate, 4 assemblee (di 2 ore) per un totale di 8 ore, incontrando 530 studenti; in 9 giornate, per un totale di 27 ore, si sono portati a termine 3 corsi specifici, con 147 studenti; in 2 incontri serali si è arrivato ad informare genitori/insegnanti 115 persone.

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E qualitativamente?

Dall’inchiesta conoscitiva sui “saperi” dei ragazzi per la problematica Pfas, effettuata da noi prima dell’inizio di ogni corso, scuola e massmedia sono state le principali fonti di informazione; quasi inesistente l’apporto di informazioni da parte delle famiglie dei ragazzi del Piovene, mentre più incisivo e consistente quello dei genitori degli studenti del Trentin.

Non tutti gli studenti erano a conoscenza della contaminazione – o del grado della stessa  – dei Comuni dove vivono e della classificazione effettuata da ARPAV in zone di differente contaminazione. Naturalmente erano maggiormente informati i ragazzi del Trentin, essendo tante famiglie residenti nell’area denominata “Zona Rossa”.                                                   

I diversi  livelli di informazione in merito all’ inquinamento da PFAS hanno comportato da parte nostra la calibrazione di interventi differenziati e una esercitazione specifica per i ragazzi del Piovene, che prevedeva  l’individuazione su una mappa internet, del grado di contaminazione dei pozzi in prossimità delle loro residenze. Quasi nessuno dei ragazzi, ma era un fatto scontato, sapeva cosa fossero gli interferenti endocrini, le sostanze persistenti (POP), il bioaccumulo, la DGA (dose giornaliere accettabile) e le conseguenze della contaminazione per la salute umana.

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CONSIDERAZIONI FINALI DOPO LE PRIME DUE SCUOLE

Da queste due prime esperienze ritengo che il nostro lavoro esca premiato. Tuttavia, voglio essere prudente, riservandomi di fornire un’analisi completa solo al termine del nostro percorso. Posso senz’ altro dire che le giornate hanno suscitato interesse da parte della stragrande maggioranza degli studenti e che sono aumentate le conoscenze in merito alla specifica problematica dell’inquinamento da Pfas (confronto tra pre test e post test).

Al di là di ogni aspettativa è stato l’apprezzamento degli allievi per i lavori di gruppo e le esercitazioni. È emersa, nelle discussioni, una nuova consapevolezza nei confronti delle cause e degli effetti dell’inquinamento da PFAS, un nuovo atteggiamento partecipativo, espressione di un coinvolgimento reale dei ragazzi e della loro volontà di diventare soggetti attivi all’ interno di un processo che fino ad allora li aveva appena sfiorati. Un compito assegnato ai gruppi è stato la redazione di un volantino informativo per tutti i compagni della scuola nel quale si dovevano spiegare cosa sono i Pfas e i rischi che queste molecole comportano per la salute.

Un’altra esercitazione è consistita nella redazione di un report in cui  dovevano essere elencate quali ricerche fossero necessarie onde individuare l’inquinamento del territorio, l’origine dello stesso, le misure da adottare in merito, le ricerche da effettuare sugli abitanti, le misure di prevenzione da adottare anche nell’ ambito della vita quotidiana, delle abitudini, dell’alimentazione e del comportamentoLe relazioni tenute in plenaria dai portavoce dei gruppi di lavoro hanno coinvolto le classi nel loro insieme con spunti, osservazioni, domande, correzioni per arrivare a delle conclusioni condivise. 

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WORK IN PROGRESS E RAP

È nato spontaneamente l’impegno, da parte degli studenti del Trentin, di allargare i contenuti di questa esperienza, estendendo all’ intera scuola il test informativo che avevamo loro somministrato, promuovendo la ricerca di iniziative da sviluppare nel corso dell’anno scolastico e, forse, una mostra finale. Il tutto in una UDA (Unità Didattica di Apprendimento) approntata dai docenti della scuola. Gli allievi del Piovene proseguiranno con una UDA della scuola, contenente una petizione alla UE sull’ acqua potabile, che trae spunto anche da quanto appreso durante il nostro workshop.

Un rap ritmato sui PFAS è stato il contributo di un gruppo di lavoro, che ha voluto esprimere l’impegno della lotta contro i PFAS con le note di un più espressivo livello comunicativo. Questa la composizione:

I pfas sono un problema
Su cui potremmo fare un tema.

Ci colpiscono da vicino
E arrivano anche a Lonigo.

La salute è compromessa
Lo risolveremo, questa è una promessa.

Meglio informarvi dei pericoli
Per evitare il tumore ai testicoli.

La Miteni ci toglie il più importante diritto
Privarci dell’acqua è come un gran delitto.

Chi ha inquinato deve pagare
Perché noi ci facciamo rispettare.

Per mettere a questo strazio una conclusione
Dobbiamo trovare assieme una soluzione.

Alleniamoci uniti adesso
Per dirigerci verso il progresso.     

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LA CITTADINANZA ATTIVA

Le annotazioni libere dei ragazzi nel questionario anonimo a fine corso in cui dovevano esplicare il loro grado di soddisfazione («abbiamo capito l’importanza del problema» – «abbiamo incominciato a conoscere davvero il nostro territorio» – «finalmente abbiamo appreso che dobbiamo essere cittadini attivi per difendere la nostra salute» – «non possiamo stare fermi…»), per citarne solo alcune, sono i segni di una presa di coscienza sulla necessità di partecipare attivamente e civilmente alle iniziative portate avanti dai cittadini nel territorio per la salute e l’ambiente.

Il rap è il peana che chiude il corso, facendo appello alle capacità, agli ideali, ai sogni di ogni studente lì – QUI E ORA – presente, per essere pienamente protagonista del suo futuro, in un mondo che ha bisogno di lui e di cui egli ha bisogno.

«Semina, semina l’importante è seminare: un po’, molto, tutto il grano della speranza.
Semina il tuo sorriso, perché tutto splenda intorno a te. Semina la tua energia, la tua speranza per combattere e vincere la battaglia quando sembra perduta. Semina il tuo coraggio per risollevare quello degli altri. Semina il tuo entusiasmo per infiammare il tuo prossimo. Semina i tuoi slanci generosi, i tuoi desideri, la tua fiducia, la tua vita. Semina tutto ciò che c’è di bello in te, le piccole cose, i nonnulla. Semina, semina e abbi fiducia, ogni granellino arricchirà un piccolo angolo della terra» – diceva don Ottaviano Menato.

Il nostro compito era quello di consegnare la staffetta dell’impegno per la difesa della vita e del pianeta a chi, più di tutti, dovrà confrontarsi con i danni prodotti dalla nostra generazione. I nostri figli, i nostri giovani.

Confidiamo di avere raggiunto l’obiettivo. O perlomeno, di aver fatto o di stare facendo un serio tentativo. Consegna che affidiamo anche ai nostri lettori.

Donata Albiero
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Comitato di Redazione
7 febbraio 2019

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Galleria AA.VV. dei vari momenti nelle scuole, da quelli preparatori a quelli esecutivi.

 

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