4 giugno 2022 | UN ANNO SCOLASTICO DI BUONE PRATICHE. CITTADINANZA ATTIVA STRUMENTO DI CAMBIAMENTO. REPORT, FOTO, DOCUMENTI DEL PROGETTO EDUCATIVO «LA SALUTE NELLA TERRA DEI PFAS»

di Donata Albiero

A conclusione di questo straordinario biennio 2021/2022 che ha visto gli attivisti raggiungere risultati straordinari con decine e decine di attività “reattive”, come l’inizio del Processo Miteni e l’attenzione mondiale dell’ONU, venuta in missione per i Pfas nel dicembre scorso, coronate dallo stesso discorso di Marcos Orellana tenuto al Palazzo del Bo a fine maggio, dove per la prima volta è emerso con forza il concetto di “approccio reattivo” necessario in quelle situazioni in cui la “prevenzione” non è più sufficiente di fronte a un disastro sociale e ambientale già in atto – nello stesso convegno transdisciplinare in cui sono state “immaginate” per la prima volta le Zone di Sacrificio ad Alto Reddito e formulati i principi ispiratori del Movimento No Pfas – a conclusione di questo intenso periodo di impegno pratico e intellettuale non possiamo non concludere riportando la sintesi del nostro frutto più alto: il Progetto Educativo LA SALUTE NELLA TERRA DEI PFAS. PRATICHE DI CITTADINANZA ATTIVA.

A delinearci il report la coordinatrice dello stesso Progetto Educativo, Donata Albiero, costretta ad agire in una terra che, come direbbe Luigi Meneghello – di cui ricorre il centenario – è divenuta una “terra senza padri”. Dove il tradimento del rapporto tra uomo-natura porta inesorabilmente verso il dis-patrio: la misconoscenza reciproca della terra e dei padri, preludio alla fuga o allo smarrimento totale.

A meno che… a meno che non ci si alzi in piedi e riprendiamo nelle nostre mani e nei nostri cuori – ossia nei nostri ideali – quella stessa terra e il diritto originario conseguente da questa presa di posizione, di conoscenza, di attenzione, premessa ai valori etici e cognitivi su cui si fonda ogni civiltà degna di chiamarsi tale. Poiché solo il diritto primitivo – la forza donata, gentile, rigorosa, nonviolenta, derivante dalla conoscenza critica e insubordinata ai poteri fondati sulla supremazia – è sinonimo di civiltà. Tutto il resto è il delirio in cui è caduto il Veneto contemporaneo, Regione che denuncia, offende, avvelena coloro che sono costretti a vivere in zone divenute sacrificali per aver posto sull’altare dei principi, il contrario del diritto: il profitto ad ogni costo.

Buona lettura.
Comitato di Redazione PFAS.land

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Cominciate col fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile. 
E all’improvviso vi sorprenderete a fare l’impossibile.
Francesco d’Assisi

Cinque anni

Sono cinque gli anni da quando il gruppo educativo Zero pfas, costola del grande movimento No Pfas del Veneto, è entrato nelle scuole, a titolo gratuito, con quello che definisco “il percorso pedagogico sul più grande inquinamento da PFAS d’Europa, presente nella nostra regione”. Venticinque sono le scuole venete (secondarie di primo e secondo grado) che ci hanno accolto, di cui nove per più anni scolastici, cinque le province attraversate, quasi seimila gli studenti e settecento quaranta gli adulti (genitori) incontrati. Anche in quest’ultimo anno scolastico, nonostante le difficoltà organizzative dovute alle restrizioni Covid, tra Vicenza, Padova, Verona, Treviso, in trenta giornate abbiamo raggiunto quarantadue classi, ovvero novecento trentacinque alunni di undici scuole, sette istituti per il progetto “LA SALUTE NELLA TERRA DEI PFAS”, con l’attuazione di pratiche di cittadinanza, cinque per incontri di sensibilizzazione, uno per l’assemblea rivolta ai  genitori organizzata dagli stessi studenti. Entriamo nelle scuole per portare la voce di uno straordinario movimento, nato da una presa di coscienza collettiva sulle cause e le conseguenze del grande disastro ambientale prodotto dalla contaminazione da PFAS. Se oggi è in corso un processo al tribunale di Vicenza, se si sono attivati l’ONU e la comunità scientifica internazionale, è anche grazie al costante attivismo di cittadini che agiscono insieme per ottenere giustizia.

L’aggressione alla salute, la violenza contro la natura, la violazione dei diritti umani, primi fra tutti quello del diritto all’acqua non inquinata e la campagna di disinformazione sostenuta dai media locali sono alla base della rivolta delle coscienze di chi porta le stigmate del veleno nel proprio sangue e in quello dei propri figli. Le istituzioni hanno sempre cercato di gettare acqua sul fuoco, minimizzando la portata del disastro ambientale e la gravità di una contaminazione causata in primo luogo dalla azienda multinazionale Miteni ma anche dagli sversamenti nel Fratta Gorzone dei reflui del distretto conciario arzignanese il quale utilizza, in maniera massiva, i PFAS per il trattamento delle pelli.

Le istituzioni e gli industriali coinvolti hanno temuto, e temono ancora, una reazione da parte dei cittadini. Riteniamo questa la motivazione per cui, sin dalla “scoperta” della grande contaminazione (2013), si sia evitato di effettuare necessari approfondimenti sulle cause del disastro, sulle sue reali dimensioni, sull’effetto sistemico che si espande alla contaminazione alimentare e sulla contaminazione umana che coinvolge un numero di persone molto più vasto di quello rappresentato dalla popolazione della cosiddetta “zona rossa”. Si è preferito dar luogo ad una propaganda tranquillizzante. Non sono mai state prese in considerazione azioni di contenimento della diffusione dei PFAS nel territorio e nella popolazione, non sono state effettuate opere di prevenzione primaria e secondaria né sono state effettuate le necessarie indagini epidemiologiche, indispensabili per fronteggiare le patologie prodotte dai perfluorati.

Il 28 Aprile 2022, interrogato, come teste nel processo Miteni, il dott. Domenico Mantoan, ex direttore generale della sanità veneta, tra il 2016 e il 2017 a capo della task force sulla contaminazione, non ha saputo rispondere in merito a due importanti questioni: la contaminazione degli alimenti e l’assenza di uno studio epidemiologico indispensabile per individuare il nesso tra PFAS e le malattie correlate. Non ha saputo dire nulla su una delibera della Giunta Regionale del 2016, in cui si stanziava un finanziamento per condurre una indagine epidemiologica, in realtà mai effettuata. La Regione, da parte sua, non ha mai risposto ad un’interrogazione del 2019, fatta da tre consiglieri regionali sulla questione. Bastano, dunque, pochi frammenti di cronaca per comprendere le modalità con cui i vertici della Giunta veneta hanno trattato la questione fino ad oggi. Emblematica in tal senso la renitenza con cui la Regione del Veneto ha negato alla popolazione – Greenpeace e Mamme No pfas costrette a un accesso agli atti, negato – la consegna dei dati relativi al monitoraggio sugli alimenti della zona rossa, effettuato dall’ISS (Istituto Superiore Sanità) nel 2016. La vicenda si è risolta con un ricorso al TAR dei richiedenti e con la condanna della Regione. Se aggiungiamo che ad oggi ai medici non è consentito richiedere analisi per appurare la presenza dei Pfas nel sangue dei propri pazienti, ci si rende conto della totale violazione dei più elementari diritti: all’informazione, alla salute e alla cura. Nel settembre 2021, il coordinatore di Pfas.land, organo di informazione e azione dei gruppi-comitati-associazioni che vivono nelle terre contaminate da PFAS, Alberto Peruffo, sostenuto da Greenpeace e dal gruppo mamme No Pfas, ha scritto una lettera per richiedere, perciò, l’intervento della commissione per i diritti umani dell’ONU. Ho riferito, personalmente, al commissario dell’ONU, Marcos Orellana, intervenuto in Veneto a dicembre 2021, in merito all’attività di “supplenza” nelle scuole condotta dal gruppo educativo Zero pfas, sottolineando il nostro reagire a una politica inconcludente, di silenzi, di falsificazioni e minimizzazioni sul disastro ambientale.

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Non ci sono dubbi

La nostra azione informativa/formativa, rompe il “muro” di silenzio creato dalle istituzioni sul crimine ambientale; evidenzia, ogni giorno di più, attraverso la ricerca scientifica internazionale, l’ipoteca posta sulla salute dei cittadini, principalmente delle nuove generazioni. È una storia, lo ripetiamo in tutti i nostri interventi pubblici, che non tralascia di individuare responsabilità collettive e individuali, le “corresponsabilità” di enti e istituzioni, le legittime richieste del popolo inquinato.

Svegliamo le coscienze. È il senso dell’intervista che abbiamo rilasciato a RAI 3 (TGR, di Matteo Mohorovicich) nel corso di un servizio effettuato sul campo, all’IIS Bentegodi di Cologna Veneta (4 dicembre 2021). È anche il senso degli interventi sul diritto all’informazione corretta, trasparente, di Laura Fazzini, giornalista d’inchiesta, con noi presente in due scuole (IC Thiene, novembre 2021, ISISS Dal Cero, maggio 2022).  Conoscenza, consapevolezza, azione – sono i tre passaggi fondamentali su cui basiamo i nostri interventi: ci confrontiamo sull’importanza dello studio, del sapere, sul pensiero critico, sulla comunicazione, su come selezionare le informazioni che riceviamo e veicolare le nostre ad altri.

Gli studenti non deludono. Interessanti, creative, propositive, sono le pratiche di cittadinanza attiva presentateci  alla fine del progetto sui Pfas; si tratta di percorsi autonomi di alcuni mesi a scuola e rispondono in vario modo alla necessità, sentita dai ragazzi, di dare una risposta costruttiva al “diritto di  informazione” sulla tematica Pfas, partendo dai coetanei, per arrivare agli adulti: genitori, familiari, cittadini.                                                                                                                                      

Si parte dal video realizzato alle medie di Thiene (VI), un telegiornale speciale, “DG TRE” su un paese inventato, PFASsignano, una satira sulle informazioni rassicuranti  fornite dalle istituzioni e dalla stampa mainstream in tema di inquinamento ambientale.                                                                                          

Si passa a una indagine esterna di una terza del Liceo Fogazzaro (VI), che ha raccolto le risposte di un centinaio di cittadini vicentini, di varie età, per cogliere la percezione della gravità del fenomeno Pfas nell’opinione pubblica e formulare relative proposte di informazione. Il tutto riepilogato, dalle stesse studentesse ricercatrici,  in un blog dell’istituto intitolato  “La salute nella terra dei pfas. Un’indagine sui numeri, le consapevolezze e le idee che circolano in relazione ad un problema reale del nostro territorio”.

Si continua mettendo in atto delle vere e proprie lezioni per i compagni di scuola (peer education): volantini (ISISS Dal Cero VR), affissi in tutte le aule (raggiunti circa 800 coetanei), con un questionario anonimo da compilare sull’efficacia della comunicazione ricevuta; relazioni ad hoc per compagni di altre classi attraverso proiezione di diapositive, con restituzione di feedback (Liceo Fogazzaro); giornalino delle classi quarte sul sito scuola “Lioy-informa “Conoscete i Pfas? L’acqua e l’inquinamento (Liceo Lioy, Vicenza).

Si incrementa la comunicazione con la realizzazione di un momento di relazione e comunicazione con i genitori e gli esperti (alunni dell’I.C. di Montecchio Maggiore, Vicenza).

Si aprono analisi, riflessioni, interrogativi posti alle autorità competenti (lettere inviate), interscambio di opinioni tra gruppi di alunni sul rischio derivante dalla privatizzazione dell’acqua e della sua quotazione in borsa (IIS Bentegodi, Verona).

Le verifiche con noi, alla fine del percorso, sono serrate e le emozioni degli studenti, il loro coinvolgimento, palpabili, quando ci illustrano le pratiche di cittadinanza attivate. Sono, queste ultime, i “passi concreti”, prodotti da una nuova presa di coscienza del proprio ruolo, con cui i giovani entrano nella politica del territorio, diventando portatori di istanze che riguardano la loro vita, i loro bisogni, fisici e culturali, il loro futuro. Gli interscambi con noi non si limitano agli aspetti tecnici delle problematiche causate dall’inquinamento ma veicolano una discussione sul modello sociale responsabile del degrado ambientale, aprendo le menti verso un cambio di paradigma valoriale in cui la salute e il rapporto con gli altri esseri viventi diventano prioritari rispetto agli interessi meramente economici.

In siffatto contesto si innesta l’uscita didattica organizzata dall‘IIS Kennedy (PD) a Cologna Veneta, la “geografia concreta”, per usare una espressione felice di Alberto Peruffo, una passeggiata mozzafiato per la bellezza del luogo lungo gli argini del Fratta Gorzone, fino allo scarico del tubone Arica, vero pugno nello stomaco. Sul posto, si attua un esempio pratico di laboratorio, impostato sull’analisi concreta di un caso reale. I ragazzi devono rispondere a una domanda “Che fareste voi se foste nei panni di un agricoltore con un appezzamento di terreno irrigato dalle acque contaminate del Fratta Gorzone?”. Ci si interroga, così, su un evento locale distruttivo, il prodotto di logiche di sviluppo economico fondate sulla produzione di profitto. Ci si chiede quali siano gli elementi costitutivi e strutturali che connotano l’organizzazione e il funzionamento dei territori, quali siano le logiche della loro produzione e riproduzione. Non si modificano gli effetti senza modificare le cause, non si elimina il sintomo senza sconfiggere la malattia, non si trasforma l’oggetto senza trasformare il processo che lo ha prodotto e lo produce incessantemente. I dubbi, gli interrogativi, le provocazioni, le rabbie dei ragazzi, gli scoramenti, le proposte emerse nel confronto finale sul tema, tenuto poi a scuola (spostando l’interesse al fiume malato) sono la risposta lampante della necessità dell’apprendimento attivo, anche fuori dell’istituto, per poter capire e reagire, per poter “vivere” il territorio, “come bene comune”, difendendo “il valore d’uso e di esistenza (Magnaghi, 1998, 2014).” (come scritto da Marvi Maggio in “Conoscenza, partecipazione e libertà”, edito da perUnaltracittà).

Basta guardarsi intorno, insistiamo con i ragazzi: «Quando vedi il tuo territorio massacrato dalla escavazione, quando conosci persone che si ammalano o muoiono a causa dell’aria che respirano o dell’acqua che bevono, quando scorgi che stanno cementificando decine di ettari di suolo agricolo, quando guardi discariche crescere senza fine e capannoni riempirsi di rifiuti, quando vedi sorgere mega allevamenti intensivi che rendono l’aria irrespirabile, quando scopri un paesaggio distrutto e beni architettonici in degrado, quando capisci che vogliono trasformare i cementifici in inceneritori… puoi fare due cose, o girarti dall’altra parte e giustificare quello che accade nel nome del lavoro, del progresso, del profitto, oppure ti documenti, informi le persone, ti organizzi e cominci a lottare!» (docu-racconto La Terra dei Fiumi – Lasciateci respirare, 2021 Monselice).

La nostra azione si scontra quotidianamente con grumi di interessi incancreniti, residui di una concezione non più accettabile del rapporto tra salute-natura-profitto. Di qui il nostro puntare alla realizzazione dell’equilibrio tra territorio e produzione; a un modello di sviluppo basato sull’economia della conoscenza, fondato sulla qualità e non sulla quantità, sulla cooperazione piuttosto che sulla competizione. 

La visione del cronometraggio “Apocalipse wine – Discorso civile sul paesaggio incongruo”, realizzato da una quarta dell’ISISS Dal Cero, San Bonifacio (VR), guidata dal loro professore di lettere, da noi conosciuto e ascoltato il 12 maggio scorso, breve filmato che denuncia le iniziative privatistiche e senza tutele ambientali, che portano alla distruzione del paesaggio e del territorio, alla cancellazione di colline boscose per far progredire la monocoltura della vite, ci spinge a proseguire con il progetto educativo. Ribellarsi è giusto. È il significato profondo del nostro lavoro insieme ai ragazzi: con la cittadinanza attiva farli diventare ‘partigiani del territorio’ e ‘sentinelle di democrazia’. Ci auguriamo che sappiano liberare sé stessi e la società in cui vivono dal veleno mentale, causa di tutte le Miteni del mondo.

Il cantiere scuola, anno scolastico 2021/2022, ora è chiuso, per noi.    

Sono stanca, lo confesso: da ottobre scorso ad oggi, per otto mesi l’impegno è stato intenso, quasi quotidiano, non solo per gli incontri specifici, ma per il lavoro preparatorio e itinerante, immersa in relazioni, accordi, confronti, emergenze, compromessi.  Devo ammettere di aver trovato, per lo più, nei docenti referenti e nei loro colleghi, una condivisione al nostro progetto accompagnata da curiosità, richieste di approfondimenti, partecipazione, sostegno.

Che dire, ancora, dei ragazzi, dei protagonisti della nostra avventura ecologica?

Gli incontri sono sempre favolosi e, direi, commoventi perché sanno emozionarci, ripagando le nostre fatiche. Esiste, ignorata dai più, una umanità diversa. Il rapporto aperto con i giovani  è per noi, ogni volta, una lezione di vita e una nuova speranza. Interloquiamo con una generazione tradita che scopre un modo diverso di confrontarsi con la realtà. Essere nelle classi, davanti ai visi di questi studenti, parlando e guardandoli è il modo in cui paghiamo il debito per il tradimento che si compie sulle loro teste. Costruiamo insieme nuovi percorsi esistenziali in cui la linfa della ribellione emerge dal sopravvenire della conoscenza e della consapevolezza. Li lasciamo esortandoli a essere liberi, autentici, coscienza critica della società.                                                                          

Ed esprimiamo solidarietà, nel commiato finale dagli studenti, il 23 maggio 2022, al nostro grande coordinatore Alberto Peruffo che sta subendo un processo in quanto attivista che osa criticare, citato a giudizio dalla Regione Veneto per avere espresso un legittimo dubbio di fiducia e aver citato pubblicamente, con forza e rigore, atti di negligenza e corresponsabilità portati oggi sotto l’attenzione dell’ONU e del Centro Diritti Umani, Cattedra Unesco, di Padova.

L’intervento PFAS presso Rainbow Warrior ormeggiata alle Zattere di Venezia, maggio 2022

Citiamo il grande il grande filosofo, matematico, attivista, pacifista, premio Nobel per la letteratura nel 1950, Bertrand Russell:  «Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare… Siate voci fuori dal coro. Siate il peso che inclina il piano (…).  Forse non cambierete il mondo, ma avrete contribuito a inclinare il piano nella vostra direzione e avrete reso la vostra vita degna di essere raccontata. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai».

Riportiamo le parole di Papa Francesco, pronunciate nella Giornata della gioventù (novembre 2021): «Tanti di voi stanno criticando, Abbiamo bisogno di questo! Siate liberi nelle critiche. Abbiate la passione della verità, perché con i vostri sogni possiate dire: la mia vita non è schiava delle logiche di questo mondo…».

Per quanto mi riguarda, lascio gli studenti con un sospiro di sollievo, anche se il bilancio è stato positivo. Sono esausta.

 Poi, ti arrivano due  email istituzionali di dirigenti scolastiche:

«Buongiorno dott.ssa Albiero, faccio mandare a genitori e docenti (…) il documento che mi ha inviato. La ringrazio dell’intervento, occasione importante di crescita, per i nostri ragazzi, per acquisire consapevolezza e senso di responsabilità».

«(…) Erano mesi o meglio anni che non vedevamo il nostro spazioso atrio così attivo, propositivo e ricco di presenze!! Grazie di cuore!! un segnale di ritorno alla normalità. Grazie di cuore perché siete testimoni nel territorio della forza della ragione, della comprensione, dell’attenzione alla Persona e al suo Benessere. Aspetto vitale purtroppo dimenticato da politici e territori».

E giri il tutto alla squadra “vincente”, che ha reso possibile “l’impossibile”: Francesco Basso, Giovanni Fazio, Claudio Lupo, Dario Zampieri, i nostri esperti assidui; Marzia Albiero, Federico Bevilacqua, Piergiorgio Boscagin, Luca Cecchi, Giovanna Dal Lago, Elisabetta Donadello, Mauro Marzegan, Anna Maria Panarotto, Alberto Peruffo, Patrizia Zuccato, per il loro alternarsi nelle testimonianze di attivisti.

Donata Albiero                                         

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In allegato il link con l’articolo per accedere alle pratiche di cittadinanza attivate dalle studentesse e dagli studenti >> http://donataalbiero.blogspot.com/2022/05/diritto-allinformazione-e-pfas.html

alberto_peruffo_CC

Comitato di Redazione
4 GIUGNO 2022

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GALLERIA IMMAGINI VARIE ANNO SCOLASTICO 2021/2022

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