30 maggio 2024 | LO SCACCO MATTO SUGLI INCENERITORI E SULLO SMALTIMENTO DEI PFAS, DOPO ANNI DI OMERTÀ E INQUINAMENTO ISTITUZIONALE. CRITICITÀ DEL PROCESSO DI RIATTIVAZIONE TERMICA DI CARBONE ATTIVO ESAURITO C/O LEGNAGO CHEMVIRON. MARGHERA: IL NUOVO PARERE DI ISS CONTRO L’INCENERIMENTO CONFERMA QUELLO DI ISPRA E CNR-IRSA

di Sergio Fortuna + Comitato di Redazione

Con questo nuovo articolo sui carboni attivi Chemviron + “documenti determinanti sull’incenerimento ISS/ISPRA/ENI/CNR” delineiamo lo scacco matto allo smaltimento dei PFAS mediante incenerimento, non solo in Veneto, ma soprattutto in Veneto, regione omertosa, specie sull’inquinamento in aria. Tutti sono a conoscenza della situazione a Legnago o dei potenziali pericoli a Fusina, ma pochi parlano o prendono chiara posizione. Perfino tra i comitati.

Silenzi o solo sporadiche azioni di Legambiente, Mamme No Pfas, e pure di altre associazioni impegnate nella lotta No Pfas, sembrano preludere al concetto di Nimby o al non disturbare troppo la Regione, con cui ci si siede spesso a trattare, al ribasso, senza ottenere grandi risultati: bonifica Miteni “ancora” da fare, analisi del sangue “ancora” blindate, analisi degli alimenti “ancora” trattenute, per non parlare dello smaltimento dei Pfas, relegato nel più lattiginoso rumore di fondo.

Lo facciamo pochi giorni prima della grande manifestazione del 1 giugno a Mestre/Marghera, dove il Sindaco Brugnaro nega le recenti posizioni scientifiche e accusa i comitati di raccontare “balle”, dicendo che «dal termovalorizzatore non esce niente». Siamo proprio sicuri?

Inizieremo con l’analisi critica sulla pagina in inglese, di propaganda, della Chemviron (link diretto nella loro home page!), nella quale si cerca di convincere il lettore sulla bontà e sull’efficacia della termodistruzione dei PFAS tolti dai GAC, dai Carboni Attivi, questione che avevamo già affrontato in precedenza (v. Polesello/Murgia 2022) e che ha portato l’azienda di Legnago a giocare in difesa (propaganda) e in attacco (con intimidazioni varie, una molto grave contro un’attivista).

Sulla Chemviron siamo ritornati pure recentemente, dopo le dichiarazioni equivoche lasciate a Presa Diretta (v. nostra nota ripresa da Totem e Tabù di Milano), nel mentre già stavamo sottoponendo la loro pagina di propaganda a uno sguardo scientifico. L’analisi critica è stata fatta dal chimico Sergio Fortuna, già intervenuto sulla questione Poscole-SPV. Questo suo parere che leggerete tornerà utile per tutti gli inceneritori, compresi quelli che si vogliono fare a Schio, Padova, Ca’ del Bue, Marghera, solo per restare in Veneto. Per non parlare di quello che si brucia a Spinetta Marengo o a Brescia.

Riporteremo poi i documenti (alcuni inediti al grande pubblico) di altri quattro pareri importanti e determinanti: il nuovo parere dell’ISS 2024 che rafforza quello dell’ISPRA 2021 (interrogato dal NOE dopo la nostra prima denuncia della Chemviron); il parere del documento ENI del 2023 dove il consulente scientifico dell’azienda stessa è costretto ad amettere la criticità della termodistruzione, rimandando ad altri studi; le parole di Stefano Polesello e Sara Valsecchi durante il convengo Stop Veleni di questa settimana a Roma.

Facendo la conta dei pareri, abbiamo cinque pareri negativi di autorità scientifiche (una indipendente, tre istituzionali, uno di parte aziendale), e un parere positivo di parte aziendale senza firma dell’autore (senza autoralità-autorità), sulla pagina di un’azienda che produce-rigenera filtri, facendo business di milioni di euro.

A seguito di quest’ultima raccolta di evidenze – che mettono in scacco l’incenerimento, i filtri e i fanghi preliminari – non ci resta che il “bando” delle “sostanze eterne” se vogliamo davvero liberarcene e non solo “spostare il problema” dall’acqua all’aria, per farlo ricadere nel suolo, negli alimenti, nei nostri corpi. Per gli affari dei soliti noti, gruppi multinazionali e interessi particolari. Affari criminosi quando mettono a repentaglio la vita delle comunità e del pianeta intero.

Buona lettura.
Comitato di Redazione PFAS.land

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CRITICITÀ DEL PROCESSO DI RIATTIVAZIONE TERMICA DI CARBONE ATTIVO ESAURITOPARERE NEGATIVO

di Sergio Fortuna

FONTE >> https://www.chemviron.eu/solutions/pfas/reactivation-pfas/PARERE POSITIVO

Considerazioni sulle attività dell’impianto Chemviron di Legnago

ANALISI CRITICA DELLA FONTE
Per rimuovere i PFAS (sostanze perfluoroalchiliche) presenti nelle acque in diverse zone del Vicentino e del Veronese interessate dal grave inquinamento generato dall’industria ex Miteni di Trissino, produttrice di queste sostanze chimiche, e da altre attività di impiego delle suddette, vengono usate grandi quantità di carbone attivo. Succede nella cosiddetta “barriera idraulica” presso l’ex Miteni, nel depuratore di Arzignano, negli scarichi dei cantieri della superstrada Pedemontana e in alcuni impianti di potabilizzazione delle acque. Questi carboni attivi granulari (GAC) dopo qualche tempo vengono saturati dagli inquinanti assorbiti e devono essere sostituiti. I GAC inquinati possono essere rigenerati con trattamenti che eliminano le sostanze assorbite, tra i quali prevale la rigenerazione ad alta temperatura, anche se sono in sperimentazione altri metodi. Per la zona in questione da anni funziona l’impianto Chemviron di Legnago, sul quale vi sono state contestazioni riguardanti non tanto l’efficacia della rigenerazione, quanto il destino dei PFAS presenti nei GAC esauriti. Teoricamente questi dovrebbero essere mineralizzati a CO2 e fluoruri in forni a 700 -950°C e nei successivi apparati di abbattimento fumi (postbruciatore, abbattitore di gas acidi e filtro antiparticolato), producendo fanghi contenenti esclusivamente fluoruro di calcio, inerte, e gas con anidride carbonica. Tuttavia una serie di analisi effettuate dall’ARPAV nell’area circostante l’impianto, dove sono stati rinvenuti PFAS, fa emergere dubbi sull’efficacia dell’impianto nella distruzione dei PFAS1.

L’azienda a questo riguardo propone dei riferimenti a studi confermanti l’efficacia del procedimento adottato con un documento presente nel sito web2. Vediamo questi argomenti:

  • A study of spent carbon used in drinking water treatment that contained PFAS found that no PFAS remained on the carbon at temperatures above 700°C in nitrogen. 3

Secondo questo studio a temperature di circa 700°C i PFAS vengono rimossi dai carboni attivi per evaporazione o degradazione. Per la verità si dice che No PFASs remained in GAC at 700–1000 °C.

  • A number of studies indicate that PFAS and fluoropolymers are effectively destroyed under conditions similar to reactivation. [ii], [iii]4

Le referenze riportate riguardano le emissioni di PFAS da parte di inceneritori di rifiuti negli USA, causate soprattutto da plastiche fluorurate. In realtà però concludono che vengono distrutti in quelle condizioni l’acido perfluoroottanoico (PFOA) e il perfluorottansolfonato (PFOS), le sostanze fluorurate prodotte in maggior quantità e di cui è stato accertato il pericolo per la salute.

  • PFOA and its various salts have been shown to be completely destroyed at temperatures of 350°C. [iv] [v] 5

Gli studi citati di Krusic et al. sono ricerche riguardanti la cinetica di decomposizione del PFOA: la principale reazione osservata è la decarbossilazione del PFOA a 1-H perfluoroeptano, un PFAS della classe dei perfluoroalcani, particolarmente resistenti ai trattamenti termici: richiedono temperature superiori ai 1400°C per la decomposizione. Inoltre a 350°C la reazione è lenta: il tempo di dimezzamento della concentrazione di PFOA è di 5 giorni.

  • PFOS is reported to be completely destroyed at 600°C.[vi], [vii]

Come sopra, le referenze indicano che il PFOS viene completamente distrutto per rottura del legame C-S con formazione di SO2, ma il resto della molecola origina altri PFAS tra cui i prevalenti, secondo gli autori, sono CF4 e C2F6 cioè dei perfluoroalcani, come nel punto precedente. 

  • A study on the thermal stability of PFAS on spent GAC concluded, “…effective thermal destruction of PFAS during GAC reactivation in CO2/N2 or during incineration / combustion of materials laden with PFAS (e.g., municipal solid wastes) is very likely provided high temperatures (≥ 700°C) are used.” [viii] 6

Anche questo riferimento ha i limiti dei precedenti punti, come viene segnalato anche da uno studio successivo su di esso.7

  • The porous and electron structure of the activated carbon is reported to increase the degree of decomposition of adsorbed PFAS during thermal processing. [ix] 8

In questa citazione viene riportata una panoramica sui metodi di rigenerazione dei carboni attivi e della loro importanza nel fermare il ciclo dei PFAS nell’ambiente, con futuri aggiustamenti.

In conclusione tutte le citazioni indicano che inquinanti pericolosi come PFOA e PFOS vengono distrutti a temperature intorno ai 1000°C, ma generano sottoprodotti [PIC – prodotti di combustione incompleta, ndr], molecole più piccole, che sono ancora PFAS, più volatili e difficili da distruggere, e sui quali spesso non vi sono studi riguardo la tossicità. Le criticità maggiori sono rappresentate dai fanghi di abbattimento fumi e dai gas emessi, contenenti ancora composti fluorurati che vengono scaricati in acqua e aria. Su questi problemi gli studi sono ancora in corso.9

Sergio Fortuna
Chimico | Associazione Salute e Territorio – Castelgomberto  
27 maggio 2024

NOTE

  1. https://www.arpa.veneto.it/arpav/comunicati-stampa/archivio-comunicati/comunicati-2022/pfas.-i-controlli-arpav-sull2019aria-presso-l2019azienda-chemviron
  2.  https://www.chemviron.eu/solutions/pfas/reactivation-pfas/
  3. i Watanabe, N., Takemine, S., Yamamoto, K., Haga, Y., Takata, M. Residual organic fluorinated compounds from thermal treatment of PFOA, PFHxA and PFOS adsorbed onto granular activated carbon (GAC). Journal of Material Cycles and Waste Management2016, 18:625–630.
  4.  ii Yamada, T., Taylor, P. H., Buck, R. C., Kaiser, M. A., Giraud, R. J. Thermal degradation of fluorotelomer treated articles and related materials. Chemosphere, 2005, 61(7), 974 – 984.iii Lemieux, P. M., Strynar, M., Tabor, D. G., Wood, J., Cooke, M., Rayfield, B., Kariher, P. Emissions of fluorinated compounds from the combustion of carpeting. Proceedings of the 2007 International Conference on Incineration and Thermal Treatment Technologies, Phoenix, AZ.
  5.  iv Krusic, P. J., and Roe, D. C. Gas-phase NMR technique for studying the thermolysis of materials: Thermal decomposition of ammonium perfluorooctanoate. Analytical Chemistry, 2004, 76(13), 3800–3803.
    v Krusic, P. J., Marchione, A., Roe, D. C. Gas-phase NMR studies of, the thermolysis of perfluorooctanoic acid. Journal of Fluorine Chemistry, 2005, 126(11-12), 1510–151.
  6.  viii Xiao, F., Sasi, P. C., Yao, B., Kubatova, A., Golovko, S. A., Golovko, M. Y., Soli, D. Thermal stability and decomposition of perfluoroalkyl substances on spent granular activated carbon. Environmental Science & Technology Letters, 2020, 7, 343-350.
  7. Kopinke F, Frenzel L. Comment on “Thermal Stability and Decomposition of Perfluoroalkyl Substances on Spent Granular Activated Carbon” February 2021, Environmental Science & Technology Letters.
  8. ix Baghirzade B.S., Zhang y., Reuther J.F., Saleh N.B. Venkatesan A.K., Apul O. G. Thermal regeneration of spent granular activated carbon to break the forever PFAS Cycle. Environmental Science & Technology, 2021, 55, 9, 5608 – 5619.
  9. Fate of perfluoroalkyl and polyfluoroalkyl substances (PFAS) through two full-scale wastewater sludge incinerators, Lloyd J Winchell, Martha J M Wells, John J Ross, Farokh Kakar, Ali Teymouri, Dana J Gonzalez, Ky Dangtran, Scott M Bessler, Shane Carlson, Xavier Fonoll Almansa, John W Norton Jr, Katherine Y Bell, 2024 https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38444297/

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DOCUMENTO PARERE ISS 2024 – NEGATIVO!

L’ISS (Istituto Superiore di Sanità) si pronuncia senza se e senza ma sulla questione degradazione termica dei PFAS. Nessuno degli impianti attualmente in uso, sia in fase operativa, sia in fase progettuale, ha i requisiti richiesti. Ostacoli impiantistici di scala e relativi costi energivori – mantenere per molti secondi i post-combustori a temperature superiori ai 1000# C) ne minano alla base la praticabilità.

Stralcio Parere ISS 2024. Qui il documento completo >> https://pfas.land/wp-content/uploads/2024/05/parere-iss-150919_25-03-24_iss.pdf

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DOCUMENTO PARERE ISPRA 2021 – NEGATIVO!

L’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), interrogata dal NOE (Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri) nel 2021, a seguito del nostro esposto, rilascia un parere negativo, invitando l’azienda e le autorità di controllo a serie campagne di monitoraggio che non saranno fatte come si deve, con i requisiti richiesti.

Stralcio Parere ISPRA 2021. Qui il documento completo >> https://pfas.land/wp-content/uploads/2024/05/parere-ispra-39642a_acc-2022-04-2_peruffo_nota_invio_atti.pdf

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DOCUMENTO PARERE ENI 2023 – NEGATIVO!

Gli esperti di Viveracqua (consulenti di e stakeholders con ENI), costretti a riportare studi sull’incenerimento dei PFAS per avere l’autorizzazione a procedere con il nuovo impianto di Marghera, scrivono a chiare lettere la loro incapacità di assicurare l’efficacia della termodistruzione, ammettendo pure i potenziali rischi dei PIC e glissando il problema, ossia facendo passare l’interesse sul tema – da parte dell’Europa – come non «così centrale e vincolante nella discussione». Ciò che non è vero sui PFAS in tutta la loro filiera. L’OMS ha messo tra le priorità dell’agenzia mondiale la questione PFAS, l’ONU lo stesso, e l’Europa sta trattando per il Bando totale da noi stessi proposto con il BAN PFAS Manifesto. Ha un fondo di verità “operativa”, nel senso che «i fanghi di depurazione» sono un problema di cui non si ha facile soluzione, peggiorato dopo il Decreto Genova, art. 41, firmato “per necessità” dal Ministro Sergio Costa il 28 settembre 2018, mediante cui lo spargimento nei campi dei fanghi di depurazione è regolamentato da limiti molto larghi, che in realtà “legalizzano” l’inquinamento in modo massiccio, molto più di prima (v. articolo di Gianfranco Amendola >> https://www.questionegiustizia.it/articolo/art-41-del-decreto-genova-quel-pasticciaccio-brutto-dei-fanghi-contaminati-ad-uso-agricolo_21-12-2018.php)

Stralcio Parere ENI (negativo sulla distruzione definitiva dei PFAS!) durante il processo di autorizzazione 2023 >> https://pfas.land/wp-content/uploads/2024/05/eni-fanghi-basi-di-processo.pdf

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PARERE CNR-IRSA 2024 – NEGATIVO!

Nel recente doppio intervento al convegno STOP VELENI di Stefano Polesello e Sara Valsecchi (ricercatori CNR-IRSA, Centro Nazionale Ricerche-Istituto di Ricerca Sulle Acque), ascoltabile nel video dal minuto 2H14M (28 maggio 2024), si dice chiaramente che la mineralizzazione completa dei PFAS al momento non è possibile su grande scala – come già epresso nell’articolo Polesello/Murgia 2022 – e che quindi la “termovalorizzazione” dei PFAS non funziona e va assolutamente evitata. Dobbiamo quindi ricorrere al “principio di precauzione” (di fatto già parte integrante del nostro quadro normativo, come sottolinea nell’intervento finale la Prof.ssa Claudia Marcolungo, UniPD), per non continuare – concludiamo noi – ad avvelenare la popolazione come sta avvenendo a Legnago e in altre parti del Veneto e d’Italia.

Parere CNR-IRSA durante il convegno Stop Veleni alla Camera dei Deputati, 28 maggio Roma >> https://youtu.be/8zeya0jZ27A?si=rTJiZVfGILIj103S&t=8314

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MANIFESTAZIONE DEL 1 GIUGNO MESTRE

Comitato di Redazione PFAS.land
30 maggio 2024

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// le immagini della cover sono una composizione/citazione iconografica delle fonti, appartenenti ai rispettivi siti: https://www.chemviron.eu/solutions/pfas/reactivation-pfas/https://www.opzionezero.org/

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