31 dicembre 2022 | BREVE STORIA SOCIALE DELLA MITENI. NEI TERRITORI CONTAMINATI DA PFAS. UNA PRIMA TRACCIA PER IL FUTURO

di Alberto Peruffo

In occasione di un importante contributo per un articolo a più mani scritto con i professori del Centro Diritti Umani, Università di Padova, è stato chiesto al nostro coordinatore di redazione di stendere una «Breve storia sociale della Miteni» utile ad uno studio socio-economico di più grande respiro che coinvolgerà anche il caso americano DuPont. L’articolo uscirà prossimamente sui Quaderni/Riviste del Mulino. Riportiamo qui la traccia integrale, che lasceremo aperta per future integrazioni/revisioni/annotazioni documentali, di modo da offrire a tutte le parti coinvolte, nella vicenda umana e processuale, elementi cronologici e d’insieme, in itinere, utili anche per future ricerche e valutazioni.

In questa prima breve storia aziendale – la “prima” che compare in forma organica [e ipertestuale*] – si è cercato di ricostruire con documenti storici condivisi il contesto sociale ed ecomomico che ha visto nascere e morire l’azienda di Trissino responsabile della più grande contaminazione delle acque potabili e irrigue del mondo occidentale, senza quindi trascurare le condizioni particolari – generali e contingenti – che hanno portato al più grande processo per reati ambientali nella storia d’Italia, in corso.

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4 novembre 2022 | LA QUESTIONE ALIMENTARE PFAS NON AFFRONTATA DALLE AUTORITÀ: MANGIARE IN ZONE ESPOSTE NON È COME MANGIARE IN ZONE NON-ESPOSTE. IL CONFERENCE PAPER SAUGO/OLIVIERI SULL’INTAKE GIORNALIERO INTERROGA LE ISTITUZIONI DEL VENETO

di Comitato di Redazione

Lo diciamo da tempo. Ma ora siamo arrivati al punto di non ritorno. Di fronte alla presa di posizione dell’ONU nei confronti della Regione Veneto per non avere fornito le informazioni a vario titolo, soprattutto sui dati alimentari, dati che noi stessi abbiamo analizzato, studiato, incrociato, quando sono stati rilasciati sotto ingiunzione del TAR, riscontrando forti criticità ed errori di metodo (v. punto 4 qui e tabella in calce), abbiamo deciso di alzare il tiro sulla questione e di cercare nuovi percorsi scientifici per forzare le Autorità della Regione ad agire, mettendo da parte l’omertà istituzionale che alla fine sta avvelenando la popolazione non solo moralmente, ma anche fisicamente. Soprattutto se si vive in zone fortemente contaminate. Il silenzio delle Istituzioni diventa causa politica primaria del nostro intake giornaliero di sostanze tossiche. Questo è il punto. Questa è la grave deduzione.

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20 settembre 2022 | L’ONU SI PRONUNCIA SULLA QUESTIONE PFAS. AL VENETO INQUINATO DEDICATO UN INTERO CAPITOLO: OMISSIONI DELLE AUTORITÀ REGIONALI. STOP PFAS A LIVELLO EUROPEO E MONDIALE. UNA LOTTA DIVENUTA INTERNAZIONALE

di Comitato di Redazione

Vogliamo iniziare con questa “consegna di immaginario” (v. nota in calce), il giorno che la questione PFAS sarà portata davanti all’Human Rights Council dell’ONU, con delegati da tutto il mondo (3 / 6 pm diretta). Vogliamo iniziare da una delle vette più alte e difficili del mondo, il Nanga Parbat (8126 m), in Himalaya del Pakistan. Gigante salito quest’anno da Cesar Rosales Chinchay, alpinista peruviano, durante la “spedizione internazionale” guidata da Alberto Peruffo, ideatore di PFAS.land e promotore della Missione ONU in Veneto, coordinata con tutte le diverse anime del Movimento No Pfas. La lettera a Marcos Orellana partì proprio un anno fa dalla Sardegna – tanto per fare un’altra connessione del fluoro (v. Chemical Bros in Galleria Immagini) – da Villanovaforru dove anche quest’anno, in questi stessi giorni, si sta svolgendo il Life After Oil festival, una rassegna culturale di ecologia radicale e attivismo frontale, di alto valore civile. A siglare quella lettera – che tanto ha generato, il report che leggerete compreso – PFAS.land e le Mamme No Pfas, in quei giorni ospiti del Festival, diretto da Massimiliano Mazzotta, regista del docufilm citato, appena visto a Vicenza al Teatro San Marco. Le connessioni internazionali del fluoro, che stanno generando crimini ambientali, sono evidenti. Veneto, Sardegna, Piemonte, Olanda, Belgio, Europa, Stati Uniti, India.

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12 Settembre 2022 | PFAS A SCUOLA. LA NUOVA STAGIONE. QUALE SALUTE E QUALE CITTADINANZA. L’APPROCCIO ONE HEALTH

di Donata Albiero

Nel mentre ci arriva il Report A/HRC/51/35/Add.2 dell’ONU a firma di Marcos Orellana che sigla la grave situazione dei diritti umani in Veneto dovuta alla contaminazione da PFAS (che sarà presentato al Palazzo delle Nazioni di Ginevra il 20 settembre), quasi ad esempio della grave situazione che a livello globale si sta vivendo per le politiche di prevaricazione dei territori da parte del sistema di sviluppo capitalistico che sta portando al «suicidio collettivo» il mondo intero, parole pronunciate dal segretario delle Nazioni Unite (che ricordano il nostro “suicidio del territorio” del febbraio 2017 quando lanciammo le parole d’ordine della futura lotta No Pfas nella conferenza Detox di Montecchio), il Movimento No Pfas ritorna a scuola verso il sesto anno consecutivo. A presentarci la nuova stagione 2022/2023, fondata su un nuovo approccio, è Donata Albiero, coordinatrice del nostro Gruppo educativo/culturale Zero Pfas.

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4 giugno 2022 | UN ANNO SCOLASTICO DI BUONE PRATICHE. CITTADINANZA ATTIVA STRUMENTO DI CAMBIAMENTO. REPORT, FOTO, DOCUMENTI DEL PROGETTO EDUCATIVO «LA SALUTE NELLA TERRA DEI PFAS»

di Donata Albiero

A conclusione di questo straordinario biennio 2021/2022 che ha visto gli attivisti raggiungere risultati straordinari con decine e decine di attività “reattive”, come l’inizio del Processo Miteni e l’attenzione mondiale dell’ONU, venuta in missione per i Pfas nel dicembre scorso, coronate dallo stesso discorso di Marcos Orellana tenuto al Palazzo del Bo a fine maggio, dove per la prima volta è emerso con forza il concetto di “approccio reattivo” necessario in quelle situazioni in cui la “prevenzione” non è più sufficiente di fronte a un disastro sociale e ambientale già in atto – nello stesso convegno transdisciplinare in cui sono state “immaginate” per la prima volta le Zone di Sacrificio ad Alto Reddito e formulati i principi ispiratori del Movimento No Pfas – a conclusione di questo intenso periodo di impegno pratico e intellettuale non possiamo non concludere riportando la sintesi del nostro frutto più alto: il Progetto Educativo LA SALUTE NELLA TERRA DEI PFAS. PRATICHE DI CITTADINANZA ATTIVA.

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19 maggio 2022 | «HIGH-INCOME SACRIFICE ZONE» ZONA DI SACRIFICIO AD ALTO REDDITO. DIFFIDATE DELLA REGIONE VENETO: ARIA, ACQUA, ALIMENTI E BONIFICA «FUORI CONTROLLO»? LE ULTIME NEWS SU DIFFIDA, INQUINAMENTO VICENZA CENTRO, PROCESSO PFAS, ARIA LEGNAGO E CITAZIONE A GIUDIZIO ATTIVISTI NO PFAS | FOTO RAINBOW WARRIOR VENEZIA

di Comitato di Redazione

Crediamo che pochi tra voi abbiano sentito parlare delle “sacrifice zones”, letteralmente delle zone “sacrificio” [1] che sono state permanentemente danneggiate da pesanti alterazioni ambientali, spesso a causa dell’uso del suolo localmente indesiderato (LULU), in inglese Locally Unwanted Land Use. Un uso-abuso «che crea costi di esternalità per coloro che vivono nelle immediate vicinanze. Questi costi includono potenziali rischi per la salute, scarsa estetica o riduzione dei valori domestici». Le LULU spesso gravitano attorno ad aree svantaggiate come baraccopoli, quartieri industriali e luoghi poveri, minoritari, privi di personalità giuridica o politicamente sottorappresentati che non possono combatterle. Dette zone «con tali rischi, devono essere create per i maggiori benefici che offrono alla società», quindi esistono più comunemente nelle comunità a basso reddito e minoritarie, sfruttate per il benessere delle comunità ricche e maggioritarie, creando vere e proprie forme di razzismo ambientale, come ben spiegato da Razmig Keucheyan [2].

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24 febbraio 2022 | IL CAOS TAV NELLA TERRA DEI PFAS. IL PUNTO SUL TAV E ALTRI RIMOSSI. UNA PATOLOGIA SOCIALE COLLETTIVA

di Leonardo Barban e Cristina Pozzan

Dopo aver pubblicato gli articoli scientifici degli scienziati IRSA-CNR e ISDE abbiamo chiesto a due giovani attivisti del territorio di Montecchio Maggiore, epicentro di molti conflitti ambientali, primo paese di confine a valle della Miteni di Trissino, il punto sul Tav e altre rimozioni. Ne è uscito un testo di grande valore documentale e generazionale.

Nei luoghi dove ogni grande opera ha il sapore amaro del profitto per pochi, comprese quelle che sono i legittimi servizi di cura, come il nuovo Ospedale di Montecchio, quasi fosse lo stesso nosocomio “un’ombra alta e inconscia” sulla bellezza dei Castelli retrostanti gettata sui territori dove insistono tumori e persiste la più grande contaminazione delle acque potabili del mondo occidentale, meglio, una “popolare” istituzione di una simbolica “Cattedrale del Male” costruita per curare i mali dell’industrializzazione selvaggia, facendo pure profitto su queste cure; nelle stesse terre dove non sono ancora stati affrontati e risolti le urgenti questioni “rimosse” dalla Regione Veneto sui fanghi di conceria e l’incenerimento dei carboni attivi a Fusina e Legnago, contenenti PFAS; in questi luoghi e di questi tempi di caos imperante e di guerre tardoimperialiste – oggi la Russia attacca l’Ucraina difesa dai soldati americani di Vicenza, scambiati per militanti di un’anacronistica NATO – leggere il testo elaborato da questi nostri giovani infonde speranza.

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27 gennaio 2022 | VIVIAMO IN UN MONDO PERFLUORURATO. IL PUNTO DI VISTA SCIENTIFICO SULLA TERMODISTRUZIONE DEI PFAS. DUE ARTICOLI PIONIERI SU PRECAUZIONE E INCENERIMENTO

di Vitalia Murgia [ISDE]

Stefano Polesello [CNR-IRSA]

Di fronte alle lacune dei governanti e delle industrie, è giunto il momento di interrogarsi sulla fine che fanno le sostanze perfluoroalchiliche, le stesse protagoniste di uno degli scenari più contradditori della storia dei crimini ambientali del mondo contemporaneo che ha portato alla sbarra la DuPont in USA e al più grande processo ambientale italiano, per la contaminazione del Veneto. Come a dire, i PFAS sono finiti in tribunale, addirittura sul tavolo dell’ONU, ma fisicamente, quelli estratti dalle acque potabili mediante filtrazione, che fine fanno?

Il fatto grave è che nessuno mai l’ha detto chiaramente alle popolazioni residenti e sembra che nessuno tra i governanti delle zone contaminate – Sindaci, Provincia, Regione, Stato – abbia chiesto o fatto seri approfondimenti, né scientifici, né ambientali, sui territori. Lo abbiamo fatto noi, chiedendo il parere a due autorevoli voci sulla questione PFAS, il ricercatore CNR-IRSA Stefano Polesello (scopritore dei PFAS in Miteni nel 2011 a seguito del Progetto PERFORCE) e la Dott.ssa ISDE Vitalia Murgia (pediatra che ha studiato approfonditamente il problema dell’incenerimento dei PFAS e i riflessi di queste sostanze sull’ambiente e sulla nostra salute).

Lo abbiamo fatto dopo aver allertato il NOE e l’ARPAV per interventi concreti sugli impianti in opera.

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21 dicembre 2021 | MISSIONE ONU VENETO. «LE AUTORITÀ NON HANNO INFORMATO SULL’INQUINAMENTO DA PFAS E SUL RISCHIO SALUTE». FOTO, DOCUMENTI, REPORTAGE DI UN’ISPEZIONE STORICA

di Comitato di Redazione

Il 13 dicembre 2021 si è chiusa ufficialmente all’Istituto Sturzo di Roma la visita degli inviati dell’Alto Commissariato ONU in Italia, con focus sul Veneto e la contaminazione da Pfas. Marcos Orellana – Special Rapporteur delle Nazioni Unite sulla violazione dei diritti umani in relazione alle sostanze tossiche – nella sua relazione finale sottolinea l’assenza di trasparenza e la scarsa condivisione delle informazioni con la popolazione contaminata da parte delle autorità regionali del Veneto. In estrema sintesi, come rilasciato al microfono della RAI a Roma, afferma: «Le persone non sono state in grado di prendere anche quel minimo di precauzione che avrebbero potuto prendere per arginare questo rischio». Un dato di fatto per noi gravissimo. Con delle conseguenze incommensurabili sulla salute e la civiltà dei nostri luoghi.

Di seguito il materiale della giornata di “attraversamento dei territori da nord a sud”, le nostre relazioni ufficiali, le sintesi dei nostri interventi e dei nostri commenti a fondamento e a latere della Missione ONU. Ispezione che ha portato la questione PFAS allo stesso livello di nodi oramai storici del crimine ambientale italiano, entrati nell’immaginario negativo della politica nazionale e internazionale: la Terra dei Fuochi in Campania e l’Ilva di Taranto, passando per Porto Marghera e il nodo di Livorno.

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23 novembre 2021 | LETTERA ALL’ONU. RESTRIZIONI-BANDO PFAS ECHA. GLI ALIMENTI SOTTRATTI, LA PREVENZIONE NEGATA, IL FATTORE DI RISCHIO AMBIENTALE AUTONOMO

di Comitato di Redazione

In questo articolo di raccolta documenti sottoponiamo all’attenzione del pubblico alcuni passaggi importanti della nostra lotta dopo l’udienza dell’11 novembre del Processo PFAS MITENI – che ha visto riconoscere le responsabilità civili di ICIG e MITSUBISHI – e prima dell’arrivo della Missione ONU – da noi richiesta.

Nel primo documento – scritto in occasione della programmazione della visita ufficiale in Italia del commissario speciale ONU sull’impatto delle sostanze chimiche e dei rifiuti tossici sui diritti umani, Marcos Orellana – gli attivisti del movimento no pfas – in quei giorni impegnati al Life After Oil Festival di Villanovaforru, in Sardegna – avvisati da Giuseppe Ungherese di Greenpeace, stilano una breve e rigorosa sintesi – molto utile anche per i neofiti – per invitare il Commissario alla missione in Veneto, soprattutto per la questione alimentare e i diritti negati. Invito che l’Alto Commissariato per i Diritti Umani ha accettato e che vedrà la delegazione ONU in Veneto nei primi giorni di dicembre 2021.

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