5 novembre 2020 | RISPOSTA AL GIORNALE DI VICENZA SUL PLUME C6O4 DICHIARATO DA LUCA MARCHESI DIRETTORE ARPAV. UN MODELLO CHE SBAGLIA LE PREMESSE?

di Davide Sandini, Dario Zampieri

Ha sorpreso tutti – esperti e non esperti di PFAS – il titolone del quotidiano locale sul “tracciamento” dei nuovi Pfas – nuovi solo per chi misconosce la loro storia – e soprattutto quello che si legge all’interno dell’articolo, tanto che ha indotto i nostri esperti di idraulica e geologia a scrivere una lettera di chiarimento, che riportiamo sotto, inviata al Giornale il 24 ottobre.

Sorprende innanzi tutto la fallacia delle premesse – il non riconoscere la collina di Trissino come punto di partenza dell’indagine storica (v. recenti chiarimenti dei comitati locali trissinesi sul rifiuto di informare da parte delle autorità sulle gravi condizioni del terreno ex RI- MAR proprietà della famiglia Marzotto) – e pure l’affermazione che l’inquinamento di queste sostanze vada solo in direzione di Vicenza, senza citare che per anni le stesse sostanze sono state convogliate nel Tubone Arica che sfocia e inquina le campagne da Cologna Veneta in giù, generando un equivalente nuovo plume specifico.

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7 ottobre 2020 | IL CONCETTO DI CORRESPONSABILITÀ 2/2 – L’INCHIESTA BARRIERA/POZZO. L’OCCULTAMENTO DI UN CADAVERE AMBIENTALE EMERSO DALL’INCROCIO DI DOCUMENTI E TESTIMONIANZE. L’ACCORDO STATO-REGIONE-INDUSTRIA PER NASCONDERE I PFAS

di Alberto Peruffo

Riprendiamo la dettagliata analisi sugli equivoci e le narrazioni forzate di coloro che secondo l’indagine di Alberto Peruffo sono da annoverare tra i corresponsabili della contaminazione da PFAS in Veneto. Molti sono gli elementi e le incoerenze che fanno formulare la fondata ipotesi che la Regione Veneto abbia coperto la Miteni per molti anni, in accordo con decisioni politiche dello Stato, a diversi livelli e con diversi attori, per le quali la produzione dell’azienda di Trissino fu ed era indubbiamente strategica per usi e profitti mai dichiarati.

Usi che dal profilo strategico – i Pfas, nati per scopi militari, hanno molteplici utilizzi in campi strategici – sono slittati sempre più verso un mero profitto indiscriminato in mano alle multinazionali e ad amministratori senza scrupoli, oggi a processo. Multinazionali e amministratori che hanno tessuto rapporti con la politica dei territori a tutti i livelli, facendo tabula rasa delle finte autonomie, giocando sui concorsi di competenze, spesso negate o al meglio rimpallate, creando un gioco di rimbalzo e temporeggiamento grazie al quale si è potuto fare nelle Valli dell’Agno e del Chiampo quello che si voleva, tanto erano e sono perdute e inquinate. 

Abbiamo già messo sul piatto della bilancia della giustizia le pesanti corresponsabilità attribuite dalla prima parte dell’inchiesta alla Regione Veneto per quanto riguarda la questione C6O4/GenX. Si trattava del periodo 2012/2018. Facciamo ora un passo indietro, nel periodo che precede l’ultima gestione dell’azienda.

Diventa cruciale ricordare che la Dott.ssa Loredana Musmeci dell’Istituto Superiore di Sanità si è pronunciata, all’inizio delle indagini sulla questione Pfas, dicendo che la produzione della Miteni si sarebbe potuto interromperla ancora vent’anni fa, ossia nel 1996. Da dove nasce questa dichiarazione lanciata tra le righe dell’audizione della Commissione Ecomafie nella seduta del 18 maggio 2016, leggibile nella stesura stenografica a pag. 8? Noi tutti abbiamo stampate nella mente le parole di Luciano Ceretta, anno 1995, lette durante la Conferenza di Montecchio Maggiore del 24 febbraio 2017, dove il compianto attivista politico, consigliere provinciale, interrogava i responsabili politici dell’industria vicentina sui rifiuti a fondo perduto della Miteni.

Insomma, sembra che tutti sapevano e tutti tacevano, mentre la popolazione ingoiava un inquinante subdolo e invisibile per più di vent’anni, inquinante oggi sempre più riconosciuto dalla scienza come cancerogeno. L’ultimo impressionate riscontro del National Cancer Institute statunitense è di questi giorni

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7 settembre 2020 | IL CONCETTO DI CORRESPONSABILITÀ 1/2 – L’INCHIESTA GENX/C6O4. LA RELAZIONE SOTTOVALUTATA DI ARPAV E L’AUDIZIONE POCO CONVINCENTE DELLA PROCURA. IL PASSO DECISIVO

di Alberto Peruffo

La Procura di Vicenza – per noi che studiamo e difendiamo il diritto – deve fare un passo in più. Decisivo.

Per quanto bene abbia fatto sui responsabili, non ha ancora impugnato il diritto contro i corresponsabili. Almeno al momento e da quel che emerge nell’audizione in Commissione Ecomafie del 22/07/2020, dove il Procuratore Reggente Orietta Canova dedica quasi metà del suo tempo a questioni tecniche, idrogeologiche, che non sono di sua competenza, costretta anche dalle inopportune richieste della stessa Commissione presieduta da Stefano Vignaroli, ma alle quali poteva anche non rispondere, concentrandosi su ciò che le compete: la ricerca dei “diversi” responsabili, non dell’opportunità e sull’efficacia chimico-fisica della barriera idraulica. O di ciò che la precede o la ingessa. La presunta “Messa In Sicurezza Operativa”.

C’è un dato di fatto nei grandi crimini ambientali: i responsabili non inquinano così tanto – massivamente e indiscriminatamente – senza essere in qualche modo coperti dai permessi, dalle maglie larghe, dai controlli non effettuati, dei corresponsabili. Troppo grande è l’inquinamento. Non arriverebbero mai a tanto. Si cerca – di fatto e sulle carte – di diluire le responsabilità nel caso si venisse “beccati”. Come ora.

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15 luglio 2020 | SCRITTURA DIVULGATIVA DEL WEBINAR PFAS DI CARLO FORESTA. PATOLOGIE E DANNI BIOLOGICI DEI PFAS – C6O4 COMPRESO. LE ULTIME RISULTANZE E LE STRATEGIE/DOMANDE SOSPESE

di Claudio Lupo
[medico ISDE – Comitato di Redazione PFAS.land]

Una dettagliata sintesi del Seminario dell’Università di Padova «ESPOSIZIONE A PFAS E MANIFESTAZIONI CLINICHE: QUALI EVIDENZE SCIENTIFICHE E RUOLO DEL MEDICO DEL TERRITORIO» trasmesso in streaming il 22 maggio 2020, organizzato dal Dottor Carlo Foresta e dal suo prestigioso gruppo di ricerca. La nostra redazione, mediante la voce del medico ISDE Claudio Lupo, attivista di prima linea sulla questione PFAS, residente a Trissino, a pochi passi dalla Miteni, offre una lettura divulgativa e critica sulle importanti risultanze emerse, ma pure sulle strategie in opera e sulle lacune del sistema Veneto, che in parte riflette il sistema-mondo, soprattutto se un’autorevole Cattedra Unesco internazionale – patrocinante il webinar – non arriva a pronunciarsi con decisione sui concetti principali di prevenzione e di sicurezza alimentare* fondanti il suo stesso ruolo accademico, declamati nelle premesse dal suo referente, la Dottoressa Colao. 

Premesse, per noi, popolazione contaminata, non sviluppate ed espresse con toni troppo superficiali e leggeri, di fronte al dramma dei territori. Pur valorizzando lo sforzo del Gruppo Foresta sui campi specifici, emergono dalla disamina del Seminario forti mancanze: si sono affrontate solo alcune patologie riconducibili ai Pfas, non toccando fegato, reni, intestino, tumori relativi, effetti comportamentali ed effetti sistemici, saltando a piè pari il ruolo del medico del territorio e tutte le problematiche che dovrebbe affrontare il MMG (il sistema di medicina generale, dei medici di famiglia e di comunità), compreso il dosaggio dei Pfas. Un salto non trascurabile e molto grave, considerando che il tema della medicina territoriale compariva nel titolo ed è stato il probabile primo motore di questo consesso auspicato da molti medici, tanto da risultare in questa sua evidente lacuna un “blitz”, come spiegato e ipotizzato nella nostra analisi. Continua a leggere “15 luglio 2020 | SCRITTURA DIVULGATIVA DEL WEBINAR PFAS DI CARLO FORESTA. PATOLOGIE E DANNI BIOLOGICI DEI PFAS – C6O4 COMPRESO. LE ULTIME RISULTANZE E LE STRATEGIE/DOMANDE SOSPESE”

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